Il divario di competenze digitali può costare caro alle aziende: secondo una ricerca realizzata da 451 Research e commissionata da Hitachi Vantara, per almeno la metà delle realtà industriali intervistate è proprio questo il fattore che minaccia di bloccare la trasformazione digitale.
Il rapporto “Industria 4.0: Maturità dell’adozione e dell’impatto su sostenibilità e ESG” (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO) ha intervistato oltre 600 leader IT e OT impegnati in iniziative di Industria 4.0 nei settori manifatturiero, dei trasporti, dell’energia e dei servizi pubblici, mettendo in luce una criticità importante: mentre il 100% delle aziende intervistate si sta impegnando o sta pianificando progetti di trasformazione digitale per le proprie operazioni o per la filiera, più della metà dichiara di non avere competenze sufficienti in aree chiave.
Le carenze più critiche sono quelle relative alla data science (42%), intesa come intelligenza artificiale, machine learning e capacità analitiche, all’implementazione e allo sviluppo dell’IoT (48%) o all’implementazione e alle operazioni di robotica (60%).
Cresce la convergenza IT-OT, ma le minacce cyber incombono
Alla luce di questo importante divario, almeno il 37% degli intervistati ha dichiarato di non avere in programma l’implementazione di iniziative basate sull’IoT. Nonostante ciò, quella che un tempo era considerata un potenziale ostacolo alle iniziative di trasformazione digitale per l’Industria 4.0, la convergenza IT-OT, sta comunque avvenendo: il 95% degli intervistati afferma che i due reparti collaborano in maniera positiva o persino meglio quando si tratta di progetti IoT.
Ma non è tutto. Più di tre quarti degli intervistati sono fiduciosi nelle competenze della propria azienda in materia di sicurezza IT e OT, operazioni e sviluppo di applicazioni. Tuttavia, questo grado di fiducia potrebbe essere sopravvalutato alla luce dei risultati di un recente studio sulla cybersecurity, secondo il quale quasi quattro intervistati su cinque nel settore IT hanno segnalato un attacco ransomware nella loro azienda nel corso dell’ultimo anno e quasi tre quarti (73%) sono stati colpiti finanziariamente o operativamente da questi attacchi.
Aziende a confronto con priorità contrastanti
Le aziende si trovano ad affrontare una moltitudine di priorità digitali in competizione tra loro, dall’ottimizzazione del business alla fidelizzazione dei dipendenti, fino all’ESG (ambiente, sociale e governance). In tutto questo, il motore principale della trasformazione digitale continua a essere l‘ottimizzazione dei processi e delle operazioni aziendali, ma è seguito da vicino in termini di priorità dalla riduzione dei rischi, dall’innovazione/nuovi flussi di reddito e dall’aumento dei ricavi/taglio dei costi.
“La trasformazione digitale e il suo potenziale per la creazione di valore per la società, l’ambiente e le economie dipenderanno dalla velocità con cui alcuni settori industriali riusciranno ad adottare e preparare la propria forza lavoro per il cloud, la cybersecurity, il 5G, l’AI/ML e l’IoT. Le aziende devono essere selettive sui risultati più critici per le loro attività e allinearli in modo appropriato con i necessari investimenti in software, automazione e servizi”, spiega Sid Sharma, IoT Practice Leader di Hitachi Vantara.
L’impatto dei requisiti ESG: importante ma essenziale
Nonostante l’ESG si classifichi all’ottavo posto come driver aziendale, oltre l’80% degli intervistati ritiene che i requisiti normativi ESG abbiano un impatto almeno medio sulla propria organizzazione e si aspetta un aumento significativo nei prossimi due anni.
“Anche se la normativa avrà un certo impatto, le aziende hanno indicato che le principali motivazioni per raggiungere gli obiettivi ESG provengono da altre pressioni sociali e di mercato”, ha dichiarato nel report Ian Hughes, Senior Research Analyst per l’Internet of Things di 451 Research, parte di S&P Global Market Intelligence. “L’aumento dell’efficienza e della sostenibilità sono fattori competitivi per le imprese. La trasformazione digitale aiuta a migliorare l’efficienza e molti dei requisiti ESG raggiunti sono quasi un bonus”.