Un Genius of Things inaugura l’IBM Watson IoT Center di Monaco nel segno dell’Industry 4.0

Con l’attivazione ufficiale a Monaco del Global Center Watson IoT IBM conferma con un investimento da 200 milioni di dollari l’impegno sull’Internet of Things e sull’Industria 4.0 con i Cognitive Collaboration Center e con un primo folto gruppo di clienti-partner come
Kone, Visa, Schaffler, Bosch, SNCF, Daimler

Pubblicato il 17 Feb 2017

IBM-Watson-IoT-Center-Munich-1

Un grande pulsante rosso e il viso raggiante e determinato di Harriet Green, General Manager IBM Watson IoT, che accende ufficialmente i motori di una struttura, il Watson IoT Center di Monaco, che in realtà sta già correndo e sta già dimostrando quanto l’Europa dell’Industry 4.0 e dell’Internet of Things sia uno dei centri vitali per l’innovazione e per il business di IBM. E i 200 milioni di dollari di investimenti associati alla strategia di dare vita a dei Cognitive Collaboration Center proprio in questa sede strategica per l’IoT mondiale  – come sottolinea la stessa Green -, rappresentano per IBM un segno chiarissimo di come Cognitive Computing, Cloud, Internet of Things, AI e Industry 4.0 (ma come vedremo anche Blockchain), possano rappresentare uno straordinario vantaggio competitivo che va costruito assieme a clienti e partner in un percorso che ha il suo collante più forte e più importante nella “Collaboration“. E non a caso il Centro è proprio concepito per rispondere e attuare la strategia della collaborazione e partnership come fattore abilitante di tutti i processi di innovazione che hanno come base l’Internet of Things.

Un Genius of Things per il Watson IoT Center di Monaco

L’hashtag #IBMGoT acronimo di Genius of Things ha accompagnato la giornata di una delle inaugurazioni più importanti nella storia recente di IBM e ha scalato le classifiche dei trend topics complice la felice idea di IBM di fissare questo momento insieme ai partner nella dimostrazione plastica che l’IoT, il Cognitive Computing, l’Artificial Intelligence, il Cloud, la Blockchain non sono solo nelle stanze del Watson IoT Center e nella proposition di IBM, ma stanno già cambiando il business di molte aziende e le loro prospettive di sviluppo.

A un mercato che chiede concretezza, che reclama di parlare il linguaggio delle imprese con esempi reali IBM ha risposto portando sul palco per questo annuncio, la compagnia ferroviaria francese SNCF, una icona dell’automotive come DAIMLER, un nome della tecnologia radicato tanto nelle imprese quanto presso i consumatori come Bosch, ma anche nomi meno noti che “fanno Industry 4.0 con piglio tedesco e con tecnologia universale come la “elevator” company KONE e come Schaeffler. Ma la concretezza del Watson IoT day non si ferma alla declinazione Industria 4.0, guarda oltre e vuole mostrare, grazie a Ricoh, come il Cognitive computing stai contribuendo a cambiare la stessa forma organizzativa della collaboration e l’organizzazione del lavoro, come l’AI applicata all’object recognition permetta a imprese come Aerialtronics di esplorare nuove forme di business portando il cognitive computing a bordo dei droni.

New business significa anche individuare e sostenere le nuove idee e le nuove imprese che come start up possono accelerare i processi di innovazione partendo dall’IoT, ed è qui che si colloca la partnership di IBM con Indiegogo/Arrow.
Nel rispetto maniacale della “openness” e della “collaboration”, vale a dire due delle keywords che hanno contrassegnato questo evento, IBM aggiunge anche il tema strategico relativo alla creazione di un “ecosystem initiative” che apre le porte del Watson IoT Center a clienti e partner e che vede nella fotografia della giornata la testimonianza di nomi come Avnet, Cap Gemini, BNP Baribas e Tech Mahindra che con le loro differenze in termini di brand, dimensioni e profilo di business rappresentano anche la testimonianza visiva di come l’IoT stia realmente rimescolando le carte del business e solo chi sa mettersi in gioco ha anche la possibilità di gettare lo sguardo sul futuro delle imprese e dei consumatori per conquistare un vantaggio competitivo.
Un vantaggio che ha la sua chiave di lettura nella conoscenza, nella collaborazione e nella diffusione della conoscenza stessa che chiede standard e mai come adesso gli standard sono indispensabili per gestire lo sviluppo dell’IoT nella prospettiva dell’openness. Una missione che l’Innovation Center di Monaco supporta creando un Innovation Space per l’EEBUS, l’European Standard Organization.

Ma in questa rassegna di casi e di partnership uno degli spotlight più intensi della giornata va a Visa. Cosa centra una “credit-card” company in un evento dedicato all’IoT e al Cognitive Computing? Centra, centra, eccome! Anzi si sta preparando una trasformazione digitale tra le più forti e profonde che cambieranno il nostro rapporto con”gli oggetti”. Da una parte Visa è una digital innovation company con tanta R&D sui pagamenti digitali, dall’altra ha con IBM lo sguardo rivolto verso una frontiera comune, affascinate e rivoluzionaria, rappresentata dall’IoT payment e ha spiegato al pubblico arrivato a Monaco da tutta Europa come gli oggetti che ci circondano, o i mezzi che utilizziamo, come ad esempio le nostre auto o i nostri elettrodomestici e non solo i wearable che indossiamo, saranno presto in grado di pagare e di acquistare in autonomia.

E’ il momento per credere e per “Fare” Industria 4.0

La grinta e il ritmo e i temi proposti da Harriet Green scandiscono il tempo di un passaggio, quello delle imprese e del sociale verso l’IoT, che è in fase di accelerazione e che permette alle imprese più innovative di smarcarsi per conquistare un nuovo vantaggio competitivo. A Milano qualche settimana fa, Enrico Cereda, amministratore delegato di IBM Italia, aveva presentato il Point of View di IBM sull’Industry 4.0 e aveva invitato tutti a non perdere questo treno. E’ il momento giusto per fare Industria 4.0, aveva detto, ed è anche il momento per Fare Sistema.

Il messaggio che rilancia a Monaco Alessandro Curioni, IBM VP Research Europe, padrone di casa della ricerca al centro di Monaco e convinto che l’Italia non è affatto distante dalla Germania e dal Resto dell’Europa in termini di potenzialità di innovazione. L’Internet of Things, Il Cognitive Computing, la Blockchain sono fenomeni democratici anche per quanto riguarda la dimensione delle imprese di destinazione. «Il grande tema – osserva – sta negli Skill -, nelle competenze e nella capacità di abbracciare progetti di sistema, dove l’IoT trasforma digitalmente non solo la supply chain di una impresa, ma si estende a coprire tutta la filiera e il territorio e in questo senso le eccellenze del Made in Italy sono il banco di prova ideale per aggiungere all’innovazione di sistema anche una innovazione creativa legata ai modelli di business, al posizionamento dell’azienda nei confronti dei clienti e dei partner».

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