Innovazione

Un “naso” elettronico per ridurre l’impatto dei rifiuti negli uffici

Sviluppato dalla startup innovativa Re-Learn, Nando è un sensore che trasforma i cestini dei rifiuti in dispositivi intelligenti, aiutando le aziende a perseguire gli obiettivi Zero Waste con l’aiuto dell’IoT, dei dati e dell’Intelligenza Artificiale

Pubblicato il 30 Gen 2023

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Quella di Re-Learn è una storia concreta di come la tecnologia possa aiutare oggi le persone e le imprese a contribuire in modo positivo alla riduzione degli sprechi e a una gestione più corretta e consapevole dei rifiuti.
“Quanti rifiuti produciamo ogni giorno? I rifiuti sono la quarta fonte di emissioni di CO2 al mondo. È dunque importante che le aziende che oggi si impegnano per raggiungere, con i loro obiettivi di sostenibilità, il Net Zero entro un determinato periodo di tempo, si impegnino anche su un secondo obiettivo, strettamente correlato al primo: quello dello Zero Waste”.
Sono queste le parole con cui Fabrizio Custorella, co-founder e CFO di Re-Learn, ha raccontato il progetto nel quale è da tempo impegnato, in occasione dell’ultimo incontro di Leaders&Tech, la community di innovatori promossa da IBM Italia in collaborazione con Digital360.

Un sensore per trasformare i cestini in Smart bin

“È necessario che ogni azienda sia in grado di capire quanti rifiuti ogni giorno vengono prodotti al proprio interno. Non è una cosa semplice, anche perché spesso le regole di differenziazione cambiano da città a città. Non è raro che all’interno delle singole comunità aziendali, a maggior ragione se si parla di grandi realtà, distribuite sul territorio, si registrino bassi livelli di differenziazione. Non si tratta solo di cattiva volontà o di pigrizia. Spesso, semplicemente, i dipendenti non sanno dove gettare correttamente i rifiuti”.

È da questa constatazione che ha preso vita Re-Learn e che si è sviluppato il progetto Nando.
Nando è di fatto un sensore che trasforma i cestini – anche quelli già presenti nelle aziende – in dispositivi intelligenti.
Nando riconosce tutti gli oggetti contenuti nei cestini ed è in grado di identificare i rifiuti non conferiti correttamente.
“Grazie a un software di riconoscimento basato sull’Intelligenza Artificiale, è possibile capire non solo quanti rifiuti l’azienda produce, ma anche a quale tipologia appartengono i rifiuti stessi. Inoltre, ed è questo l’aspetto più interessante del progetto, è possibile comprendere se vi sono eventuali errori nel conferimento dei rifiuti stessi”, spiega ancora Custorella.
Questo significa, in concreto, che Nando non si limita all’azione di monitoraggio, ma aggiunge anche una importante componente di learning.
Nel caso in cui si rilevino errori, tramite un tablet vengono fornite ai dipendenti tutte le indicazioni per correggerli e adottare comportamenti più corretti e virtuosi.

Insegnare alle aziende a ridurre il proprio impatto

“L’azienda e i dipendenti diventano il motore per ridurre l’impatto ambientale. Tutti diventano attori e tutti sono coinvolti, anche attraverso forme di gamification come le circular challenge tra building o dipartimenti, per determinare chi ricicla meglio”.
Nando, che dunque indirizza necessità e bisogni sia dei facility manager, sia dei sustainability manager interessati a ridurre l’impatto dei rifiuti della propria azienda, non si limita al monitoraggio, ma include anche strumenti di reporting, che consentono, attraverso i dati raccolti e la loro analisi, di comprendere esattamente qual è l’impatto dell’azienda.
“La nostra piattaforma non si limita a presentare ai responsabili aziendali e agli stessi utenti i dati relativi ai rifiuti raccolti, ma declina questi stessi dati anche in termini di CO2. Questa metodologia di visualizzazione aiuta le imprese a capire dove agire per ridurre l’impatto e dunque raggiungere l’obiettivo Zero Waste”.
Re-Learn è una start up innovativa nata otto mesi fa e che ha già al proprio attivo clienti come le Nazioni Unite, Talent Garden o ancora IBM.
Il nome della piattaforma non è casuale: Nando prende infatti il nome da re Ferdinando II di Borbone che nel 1832 emanò la prima ordinanza della storia per regolamentare la raccolta differenziata.
Presente in sette città e in due Paesi (oltre l’Italia, il Regno Unito), Re-Learn ha al proprio attivo 4.000 utenti ingaggiati e le aziende che hanno adottato la sua soluzione dichiarano un miglioramento del 60% nel riciclo dei rifiuti.

“Al mondo siamo 8 miliardi di persone e ogni giorno ognuno di noi produce 1.5 chili di rifiuti. È fondamentale capire dove agire e come ridurre questa quantità. La nostra soluzione permette di farlo. Vogliamo utilizzare la tecnologia per aiutare le persone a fare la scelta giusta. È davvero una questione di scelte e i rifiuti sono la nostra scelta sbagliata”, conclude Custorella.

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