L’Internet of Things ha una potenzialità straordinaria, soprattutto in un territorio come quello del Nord-Est ricco di imprese nei settori della manifattura, della logistica e della filiera agroalimentare. Si tratta di una potenzialità che deve ancora esprimersi compiutamente soprattutto perché ancora manca una vera cultura legata alla nuova organizzazione delle imprese e del lavoro che sottende in modo radicale all’introduzione dell’internet delle cose.
Francesco Giachi, Presidente e Amministratore Delegato di Vecomp Software è una persona del territorio, una imprenditore che coniuga i temi dell’innovazione nel rispetto delle radici e delle tradizioni dell’impresa del Nord-Est. In altre parole una figura che ci tiene a spingere sull’acceleratore dell’innovazione senza però snaturare lo spirito e la logica più intima delle imprese. E questo è un tema fondamentale per affrontare l’innovazione che arriva dall’IoT, proprio perché è una innovazione che se non viene correttamente gestita può anche disorientare le imprese. E’ un tema e una potenzialità che non deve ritorcersi contro l’azienda stessa e non si deve correre il rischio di non raggiungere gli obiettivi, o di rallentare le logiche tradizionali delle imprese.
Nello stesso tempo Giachi si trova da poco al timone di un’azienda che ha fatto dell’innovazione la sua bandiera sin dal 1981, anno in cui è stata fondata dal padre. Un tema questo che unisce la sensibilità all’innovazione e alle nuove sfide quello della gestione corrente dell’azienda, in un mercato che se da una parte presenta grandissime opportunità nello stesso tempo è anche in una fase non facile.
Vecomp e Conoscenza del territorio
«La nostra società – esordisce Giachi – punta prima di tutto sulla conoscenza, del territorio e delle imprese. Frequentiamo realtà che hanno radici storiche in settori come il manifatturiero, come il vitivinicolo e come l’allevamento che certamente rappresentano settori consolidati molto attenti all’innovazione. Noi come Vecomp Software abbiamo interpretato il ruolo di innovatori presso queste imprese già con il Cloud dove abbiamo dovuto confrontarci con barriere culturali molto forti, proprio perché molte aziende nascono con una marcata impronta familiare e dopo aver vissuto il boom economico degli Anni ’80 sono gestite con un controllo che non sempre vive con favore certe innovazioni come è appunto il caso del Cloud. Nello stesso tempo si tratta di aziende che per il tipo di business e per le potenzialità di sviluppo possono trarre grande vantaggio da queste innovazioni e dall’IoT in particolar modo». La sfida ancora una volta è quella di dimostrare come il digitale possa portare risultati di business concreti.
A fronte di queste perplessità e difficoltà entra in gioco il tema del metodo. «Noi come Vecomp Software abbiamo sempre impostato la nostra strategia in modo da accompagnare il cliente prima di tutto in un percorso di conoscenza e poi in un percorso di scelta e proprio per questo abbiamo strutturato l’azienda in tre diverse business unit».
Gestione documentale
La prima business unit rappresenta anche la storia dell’azienda e riguarda la gestione documentale, un settore dove Vecomp Software si è distinta da tempo per l’innovazione e dove già nel 1988 ha sviluppato un motore di conservazione documentale. Questa business unit mette a disposizione una serie di prodotti e di servizi allineati e aggiornati con la normative vigente e rappresenta un punto di riferimento per imprese e professonisti.
Formazione e PCSNet
La seconda business unit è concentrata sulla formazione. In questo ambito si colloca la rete PCSNet, vale a dire uno dei maggiori network di formazione IT a livello nazionale che nello stesso tempo è anche il primo Gold Learning Partner Microsoft. PCSNet è attiva dal 1983 e copre tutto il paese con una serie di centri che gestiscono autonomamente il servizio e dispongono delle competenze commerciali, progettuali e didattiche necessarie per supportare le aziende a definire i progetti formativi con grandissima attenzione agli obiettivi e al metodo. La struttura centrale PCSNET coordina le realtà regionali per tutti gli aspetti e strumenti che determinano l’uniformità e la qualità del servizio reso e nello stesso tempo rappresenta l’intera Rete nel caso di progetti con respiro a livello nazionale.
L’ambito della formazione non attiene poi solo al mondo Ict, anche se la componente digitale è naturalmente sempre molto importante.
Smart Business Solutions
E veniamo alla terza business unit, la Smart Business Solutions che si occupa di Cloud, di Internet of Things, che è oggi più orientata all’innovazione e che risponde a quella domanda del mercato che abbiamo visto in anticipo e che seguiamo anche grazie alla partnership strategica con Microsoft.
«Dallo scorso anno – prosegue – abbiamo potuto rilevare che l’IoT ha iniziato a dare segni importanti di vitalità anche dal punto di vista del business e adesso sta diventando molto importante. Anche per questa ragione abbiamo deciso la partnership con Solair e ci siamo posti l’obiettivo di sviluppare 4-5 progetti importanti in settori diversi. Siamo convinti che sia necessario sostenere prima di tutto la conoscenza verso il mondo IoT da parte delle imprese con dei casi concreti, con dei progetti che parlano concretamente attraverso i risultati che le aziende sono riuscite a raggiungere».
Occorre forse considerare che c’è un momento storico in cui le imprese devono assumersi il compito di sviluppare conoscenza e di condividerla e di assumere anche il ruolo di evangelist. C’è poi un momento in cui devono invece farsi carico anche di una opera di evangelizzazione pratica che deve seguire fattivamente alla evangelizzazione teorica. «Adesso – sostiene Giachi – è il momento di passare ai fatti ed è importante farlo con clienti illuminati che siano prima di tutto partner in questo percorso di innovazione. Noi siamo e vogliamo continuare ad essere una azienda che investe e che aiuta i clienti a investire a loro volta nell’IoT con la consapevolezza che questa innovazione impatta in modo importante nell’organizzazione dell’azienda e del lavoro».
Nel caso specifico delle imprese agricole IoT significa una vera e propria rivoluzione fatta di sensoristica territoriale, di analisi del terreno, di valutazione della composizione chimica e nello stesso tempo anche di analisi degli aspetti climatici, dei dati meteo. Tutto questo produce una crescita enorme di dati in aziende che tradizionalmente non avevano l’attitudine e le risorse per gestire questi volumi di dati. Da qui nasce la necessità di strumenti più adeguati che permettano di trasformare i dati in informazioni che siano anche di facile comprensione e utilizzabili per prendere decisioni quotidiane. In questo modo possono incidere effettivamente sul business delle imprese. «Per questa ragione – osserva – noi vediamo l’IoT strettamente connessa con temi come la Business Intelligence e con ii servizi di analytics, ma anche con Cloud e machine learning». Un esempio per tutti può venire dalla Precision Agriculture dove le applicazioni di machine learning possono permettere di associare i dati di campo, con quelli meteo, con quelli legati alla composizione chimica per arrivare a stabilire con la massima precisione possibile il momento ideale per la vendemmia di ogni singolo filare e di schedulare in questo modo il lavoro per ottenere il miglior risultato possibile al minor costo.
Supply Chain Food
Un altro grande tema per le nostre aziende è quello della filiera e del controllo della Supply Chain. L’IoT è la soluzione alle esigenze che le aziende del food cercano da tempo per assicurare la qualità dei prodotti dalla produzione sino al consumatore finale. Le soluzioni per la logistica e la supply chain hanno bisogno prima di tutto di informazioni rilevanti che devono essere raccolte lungo tutta la filiera. Nel caso del vino si tratta di dati da raccogliere dal momento in cui l’uva viene raccolta al momento in cui la bottiglia viene aperta dal consumatore. Con questo tipo di progetti si ottengono risultati straordinari sia dal punto di vista del controllo di qualità sia sotto il profilo dell’efficienza. Basti considerare ad esempio ai rischi di contraffazione che con queste soluzioni vengono drasticamente ridotti o ancora i rischi di furti. Non ultimo il controllo su tutta la filiera permette di disporre di informazioni legate al comportamento dei retailer e degli operatori della logistica che servono per organizzare il lavoro in modo sempre più efficace.
Un altro esempio è rappresentato dal mondo dell’allevamento che trova nell’IoT delle soluzioni assolutamente originali per risolvere tanti problemi e tante necessità. Il caso del controllo delle nascite dei bovini è un esempio che consente agli allevatori di rilevare il comportamento dell’animale tramite un wearable applicato alla caviglia. Durante il periodo mestruale la femmina ha un comportamento anomalo e in particolare nel periodo di fertilità l’animale si agita con una intensità diversa in funzione del periodo. Il wearable rileva esattamente l’intensità del movimento e permette di stabilire il momento esatto per effettuare l’inseminazione consentendo di determinare in modo naturale la scelta del sesso dell’animale sapendo che in determinati momenti della fertilità la possibilità che possa essere maschio è molto più elevata. Questo metodo permette agli allevatori di evitare l’uso di metodi assai meno naturali semplicemente con un wearable e con la gestione dei dati comportamentali.
Nell’ambito delle utility c’è il grande tema della lettura dei contatori e dell’analisi dei dati. L’installazione di contatori intelligenti è destinata a diventare un obbligo di legge. In questa prospettiva si parla di un numero molto importante di contatori del gas presso i privati. I Big Data entreranno in modo preponderante in questo settore. In questo momento si tratta di una prospettiva che va costruita e che noi vogliamo impostare nell’ottica del miglioramento del business dimostrando con casi concreti che ad esempio a livello di manutenzione preventiva o di maggiore efficienza degli impianti s possono ottenere riduzioni dei costi dell’ordine del 40%.
E’ in questo contesto che si colloca l’accordo con Solair. L’obiettivo è quello di far capire alle aziende i veri vantaggi dell’IoT. In questo caso è la business unit Smart Business Solutions, che opera nell’ambito dei dispositivi industriali e in particolare con competenze di system integrator unite alle esperienze nel cloud e allo sviluppo di progetti su mercati verticali.
«Con le soluzioni ready-to-use Solair – conclude – il go-to-market è basato su un pacchetto di 7 applicazioni Internet of Things pre-configurate e ottimizzate in funzione delle esigenze più frequenti del mercato e nello stesso tempo adattabili a qualunque contesto».