L’edizione 2013 del Mobile World Congress ha visto la presentazione dei risultati di uno studio realizzato da PWC e GSMA, secondo cui entro il 2018 il fatturato globale dei MNO derivante dal traffico dati supererà quello relativo al traffico voce, spinto soprattutto dall’evoluzione delle comunicazioni M2M tra “dispositivi intelligenti”. Questo produrrà un cambiamento “strutturale” nell’industria mobile nei prossimi anni, che imporrà agli operatori di telefonia mobile di cambiare business model, diventando fornitori di servizi e non meri “pipe provider”.
Secondo Kaoru Kato, President & CEO di NTT Do.Co.Mo., i Mobile Network Operator dovranno sviluppare servizi innovativi (ad esempio soluzioni di mobile concierge o legati al wellness), eventualmente entrando nell’arena dei servizi finanziari gestendo portafogli elettronici (basati su tecnologie NFC) e le transazioni legate ai pagamenti Mobile.
Queste evoluzioni coinvolgono anche i consumatori in modo diretto: infatti, secondo una survey, condotta dal Time e che ha coinvolto circa 5.000 persone di otto nazionalità e ceti sociali diversi, l’84% degli intervistati non resiste un giorno senza il proprio dispositivo mobile, e addirittura 1 ogni 4 lo controlla ogni 30 minuti.
Paul Jacobs, Chairman & CEO di Qualcomm, sottolinea come la realtà aumentata, disponibile grazie alle elevate capacità elaborative e alle caratteristiche hardware dei dispositivi mobili presenti sul mercato, rappresenta una sorta di “sesto senso digitale” che aiuterà sempre più gli utenti nella vita di tutti i giorni (basti pensare alle applicazioni già disponibili a supporto di persone con disabilità). E questi cambiamenti non si limitano solo alla sfera “personale”, ma hanno ripercussioni anche in ambito lavorativo.
Il paradigma “Bring Your Own Device” (che prevede la possibilità, per i dipendenti, di utilizzare i propri dispositivi per attività lavorative) è un trend inarrestabile, come sottolinea José Luis Gamo, CEO di Telefónica Multinational Solutions: gli utenti diventano sempre più “legati emotivamente” ai propri dispositivi mobile e le direzioni IT devono assicurare sia l’interoperabilità tra i sistemi informativi esistenti e i diversi dispositivi (e sistemi operativi) mobili sia la sicurezza dei dati aziendali presenti sui device.
Anche il mondo delle Mobile App a supporto dei processi di business subisce queste trasformazioni. Come evidenzia Nick Brown, Senior Vice President Mobile Strategy & Solution Management di SAP, tradizionalmente le applicazioni sono sempre state sviluppate per “mouse e tastiera”: ora diventa fondamentale spostare l’attenzione sugli utenti, per fare in modo di distribuire applicazioni utili, facili da usare e che possano portare i maggiori benefici ai processi supportati.
Di conseguenza anche i KPI dei progetti di mobility sono diversi rispetto agli altri presenti in azienda: secondo Jim Somers, CMO di Antenna Software, è fondamentale monitorare la user satisfaction delle “Business App” introdotte in azienda.