Applicazioni Internet of Things sempre più flessibili, facilmente programmabili e adattabili alle diverse esigenze delle smart city e delle imprese che cavalcano l’onda dell’Industry 4.0, con un occhio di riguardo alla manutenzione predittiva. È questo il cuore dell’offerta di Vodafone sul fronte degli oggetti connessi, un’offerta rafforzata dalla partnership strategica – appena annunciata – con Arduino, che punta proprio a dare vita e commercializzare soluzioni basate sulle tecnologie sviluppabili sulla piattaforma aperta e sui servizi di rete dell’operatore. Arduino potrà incrementare prodotti e servizi Cloud, con la possibilità di testare il NB-IoT, attraverso il “Vodafone Narrowband-IoT Open Lab” e le competenze maturate dall’operatore in questo settore.
L’obiettivo di Arduino è fornire alle imprese delle soluzioni modulari, certificate e facili da usare e integrare nei prodotti finiti o negli impianti produttivi. Arduino negli ultimi 24 mesi ha introdotto una nuova famiglia di schede denominate “MKR” e caratterizzate da un nuovo fattore di forma, più compatto, che combina il sistema aperto, marchio di fabbrica di Arduino, con gli elementi imprescindibili delle soluzioni IoT moderne: connettività, power management, sicurezza e certificazione. L’ultima nata, la MKR NB1500, il cui roll out è previsto per aprile, mette per l’appunto a disposizione di sviluppatori, professionisti e aziende le potenzialità del NB-IoT.
Il Things Relationship Management di WebRatio
La Software Factory WebRatio, per esempio, ha messo a disposizione di Vodafone e Arduino, una piattaforma ultraflessibile di Things Relationship Management che consente di creare pannelli di controllo operativi e mobile app per la gestione delle relazioni che i diversi utenti hanno con sensori e oggetti connessi, e che può essere utilizzata per creare nel giro di pochi giorni servizi smart di manutenzione predittiva, controllo e programmazione in remoto.
Il punto di equilibrio tra standard e personalizzazione delle soluzioni IoT è in effetti il nuovo mantra del mercato, che non può più essere affrontato per verticali e settori merceologici: «Credo sia più opportuno parlare di esigenze orizzontali, che accomunano i diversi settori in base a specifiche funzioni», spiega Alessandro Canzian, Responsabile Marketing & Sales Corporate di Vodafone Italia, alludendo al fatto che oggetti connessi, sensori e piattaforme analitiche concettualmente simili possono, se correttamente adattate, rispondere a una specifica gamma di esigenze funzionali in maniera trasversale rispetto ai settori in cui operano aziende anche molto diverse. Senza contare che un approccio del genere favorisce l’introduzione delle applicazioni IoT anche nell’ambito del manifatturiero e delle PMI, spina dorsale dell’economia tricolore.
L’R&D di Vodafone Automotive
E per una volta tanto l’Italia non rappresenta un di cui nella strategia globale di una multinazionale, anzi: «Con l’acquisizione tre anni fa di Cobra Automotive, l’azienda del Varesotto specializzata nella connettività per il settore automobilistico è diventata Vodafone Automotive, centro nevralgico delle R&D per gli oggetti connessi, rendendo l’Italia un punto di eccellenza per l’offerta globale di Vodafone», racconta il manager. «Godiamo in questo momento del vantaggio competitivo che ci hanno dato gli investimenti e le attività di scouting degli scorsi anni, coi quali abbiamo da subito iniziato a presidiare ogni passaggio della catena del valore».
Non è un mistero che il mercato IoT tricolore è attualmente gestito per il 49% proprio da Vodafone (fonte: Agcom) che connette circa 7,5 milioni di oggetti (di cui cinque milioni automobili, prettamente equipaggiate con black box fornite dalle compagnie assicurative), oltre il 10% dell’intero parco mondiale, pari a 62 milioni di dispositivi e veicoli.
Smart logistics, smart city e Industry 4.0
Un equilibrio però destinato a cambiare e presto: il focus per l’immediato futuro è infatti su smart products, smart logistics, smart city e Industry 4.0. «Il piano del governo dedicato all’innovazione industriale ha funzionato. Dopo un primo momento di confusione le aziende hanno saputo cogliere l’opportunità degli strumenti di defiscalizzazione per ammodernare organizzazioni e processi», dice. Si tratta comunque di un processo irreversibile, come testimoniato anche dai dati emersi dalla quinta edizione (2017/2018) dell‘IoT Barometer Report 2017/18, studio condotto in 13 Paesi: Brasile, Irlanda, UK, Germania, Italia, Spagna, Sud Africa, Cina, India, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. L’indagine rivela che nell’ultimo anno la percentuale di aziende con più di 50 mila oggetti connessi attivi è duplicata e che l’84% di coloro che adottano la tecnologia IoT afferma di aver incrementato l’uso dell’IoT rispetto all’anno precedente. Circa la metà di chi sfrutta le applicazioni IoT sta incrementando i ricavi o aprendo nuovi scenari di business, mentre il il 66% delle aziende intervistate è d’accordo nel dire che la trasformazione digitale non possa avvenire senza l’apporto dell’Internet of Things.
L’Internet of Things, ricorda Canzian, è uno dei cinque pilastri fondanti la strategia Enterprise di Vodafone, che conta già circa 650 mila clienti in tal senso. Le altre colonne sono il mobile, ovviamente, la convergenza, il Cloud e gli analytics, tutte orientate, attraverso il network di data center proprietari necessari all’erogazione dei servizi sul Cloud, alla creazione di una user experience indifferenziata, a prescindere dal tipo di connessione e dal dispositivo o software che si utilizza.