Tra alberi connessi, ologrammi immersivi e check up allo specchio, il 2030 è servito. Connettività e tecnologia intelligente trasformeranno radicalmente il nostro modo di vivere entro il prossimo decennio: sfruttate nel modo giusto, infatti, possono aiutarci a risolvere una serie di sfide epocali e a creare un mondo più pulito, più verde, più sostenibile ed efficiente. Vodafone immagina lo scenario nel nuovo report The Connected Consumer 2030 (CC2030) che, pubblicato in collaborazione con The Future Laboratory, esplora le tendenze chiave che determineranno il futuro della connettività e che avranno un impatto sul cambiamento climatico, sull’esaurimento delle risorse naturali e sull’invecchiamento della popolazione.
La capacità di rilevare, monitorare e prevenire le malattie renderà i dispositivi intelligenti indispensabili nel settore sanitario; i wearable verranno comandati col pensiero da chi li indossa; ologrammi immersivi e intelligenza artificiale di bordo trasformeranno i viaggi in vere esperienze retail per i passeggeri; inoltre, mettendo in connessione la natura potremo ottenere un terzo della riduzione delle emissioni globali necessaria per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
“Negli ultimi due anni la connettività è diventata parte della nostra quotidianità, perché ci ha aiutati a stare vicini alle persone e alle cose più importanti e a risolvere le sfide di tutti i giorni – commenta Lutfu Kitapci, Managing Director di Vodafone Smart Tech – I risultati del report evidenziano come il ritmo della trasformazione stia crescendo e come noi ne saremo il centro, perché con le nostre soluzioni di connettività aiuteremo governi, aziende e consumatori ad affrontare le grandi sfide della nostra società”.
Smart device per vivere più a lungo in autonomia
Nel 2020 la crisi pandemica ha messo in difficoltà i servizi sanitari essenziali nel 90% dei Paesi al mondo (lo comunica la World Health Organisation). Di conseguenza, secondo il report CC2030, l’apprensione generale per la salute e l’immunità porterà a una nuova era di sanità connessa che consentirà alle persone di vivere più a lungo in totale autonomia.
Da qui a dieci anni le case saranno dotate di dispositivi in grado di monitorare la salute in modo più proattivo, diagnosticando malattie, rilevando in anticipo eventuali problemi di salute e agevolando l’adozione di un modello di assistenza sanitaria preventiva. Uno degli scenari previsti è la dotazione degli specchi del bagno di casa di sensori in grado di controllare la circolazione sanguigna e di rilevare eventuali anomalie nel colorito, o ancora, altoparlanti intelligenti che, ascoltando il rumore di tosse e starnuti, siano in grado di richiedere una prescrizione medica.
Tutti dispositivi in grado di misurare parametri vitali come l’idratazione, la glicemia e la pressione sanguigna, per prevedere o prevenire problemi cronici di salute prima ancora che si manifestino. Capacità che si rivela fondamentale anche per affrontare il problema del costante invecchiamento della popolazione, attualissimo in Italia dove il 23% della popolazione ha già più di 65 anni, la percentuale più alta in Europa.
Wearable che interagiscono con il pensiero
Al di fuori della sfera domestica, il report ipotizza che i dispositivi indossabili supereranno la tecnologia dei comandi vocali e saranno in grado di interagire direttamente con il pensiero dell’utente. Del resto, diventeranno sempre più parte della nostra quotidianità: MarTech Advisor prevede che nel 2030 i dispositivi connessi a livello globale toccheranno quota 125 miliardi e già nel 2025 una persona vi interagirà mediamente 4800 volte al giorno, circa un’interazione ogni 18 secondi (secondo IDC).
Questi dispositivi tra il cervello e il computer rileveranno i segnali che il cervello invia all’apparato vocale quando verbalizziamo i nostri pensieri, dando modo così all’utente di impartire comandi al suo assistente digitale senza doverli esprimere a voce. Questo apre le porte a un futuro dove non avremo più bisogno dei display, a un metaverso in cui la comunicazione con i dispositivi avverrà attraverso le reti neurali, così che l’utente possa prendere appunti senza doverli scrivere, o comunicare con i propri dispositivi senza parlare.
La natura connessa per ridurre le emissioni
La connettività – unita a strumenti che aiuteranno i consumatori a prendere decisioni più consapevoli, come la creazione di “certificati digitali di origine” per tracciare gli spostamenti e la provenienza dei prodotti così da valutarne l’impatto ambientale – sarà fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Sostenibilità per cui gli italiani si dicono già pronti a spendere: secondo la ricerca di Green Seed Group, più della metà dei consumatori (52%) è disposto anche a pagare prezzi più elevati per acquistare beni che offrono un beneficio collettivo sostenibile (rispetto al 32% nel 2013).
Verso la fine di questo decennio la connettività potrebbe essere integrata negli alberi, nelle praterie e persino negli oceani: consentendo di monitorare in tempo reale l’impatto dei programmi di rigenerazione e di valutare le eventuali minacce. Inoltre, Vodafone ha recentemente collaborato con Defra e Forest Research per studiare come la tecnologia Narrowband-IoT (NB-IoT) possa monitorare la crescita degli alberi e supportare la ricerca sul ruolo degli stessi nella lotta ai cambiamenti climatici. La raccolta dei dati consentirà alle smart cities di individuare e abbattere gli sprechi energetici, ad esempio ridistribuendo l’energia elettrica e il calore in eccesso di un edificio alle abitazioni o agli spazi pubblici vicini.
Ologrammi e AI per un’esperienza aumentata in car
Secondo Vodafone, i veicoli a guida autonoma cambieranno il nostro modo di muoverci, e secondo le stime McKinsey, entro il 2030 l’impatto della connettività nei trasporti in termini di PIL toccherà i 241 miliardi di euro. I veicoli autonomi non solo saranno più ecologici e silenziosi, ma attraverso ologrammi immersivi potrebbero permettere ai marchi di presentare le loro ultime collezioni ai passeggeri.
Salendo su un veicolo autonomo, i passeggeri saranno in grado di “fare swipe” sui prodotti e valutarli, ma anche di farsi portare direttamente in un punto vendita per effettuare un acquisto. Inoltre, potranno controllare il viaggio con i dispositivi personali e scegliere tra varie impostazioni: dal giro turistico al lavoro al tempo libero, per creare una passenger experience totalmente personalizzata.
Dati personali: la nuova valuta in cambio di esperienze iper-personali
Con la sempre più ferma consapevolezza del valore dei dati personali, i consumatori del futuro, per consentirne l’utilizzo chiederanno in cambio servizi ed esperienze iper-personalizzati. Visto che il 44% delle persone che a livello globale preferisce rinunciare ai contenuti personalizzati piuttosto che condividere le proprie informazioni (fonte: The Conference Board), Vodafone prevede che i dati personali diventeranno una vera e propria valuta che i marchi dovranno pagare oppure offrire in cambio di una experience di alto livello.
Il report CC2030 analizza anche il modo in cui i comportamenti di oggi stanno dando forma all’innovazione futura, come le preoccupazioni per il benessere fisico e mentale o la richiesta di città che siano più funzionali per le persone dopo i lunghi periodi di lockdown.
“Ci aspetta un decennio di grandissimi cambiamenti. La connettività rappresenta la chiave di questa trasformazione, perché ci aiuta a cambiare le cose e a ridefinire ciò di cui è capace la società” conclude Chris Sanderson, co-fondatore di The Future Laboratory.