Cresce l’interesse e la diffusione dei QR-Code in
Italia. La logica su cui si basa questa tecnologia è
semplice: si inquadra con la fotocamera di uno smartphone
abilitato, ovvero su cui è stato installato un apposito
programma di riconoscimento del codice, il codice QR
viene letto e automaticamente si apre un collegamento sul
display dove compaiono video, testi e pagine Internet
per approfondire l’argomento a cui è legato. Le aziende
hanno finora approcciato questa tecnologia con due finalità:
da un lato apponendo il codice sui propri prodotti a
fini informativi circa le caratteristiche degli stessi,
dall’altro utilizzandolo come vero e proprio strumento di
marketing all’interno delle proprie campagne
pubblicitarie. Numerosi gli esempi recenti. Ragno,
azienda produttrice di abbigliamento intimo, ha inserito i
QRCode nella nuova linea: l’etichetta prende così vita e
svela i materiali con cui è confezionato il capo e
suggerimenti sul lavaggio. Il quadratino intelligente è
arrivato anche nella catena H&M che, oltre a porlo sugli
abiti per fornire informazioni tecniche, ha preparato una
campagna di affissioni con il QR-Code che permette, una volta
effettuato l’accesso alla landing page, di ricevere dei
mobile coupon sul proprio telefonino, validi per godere di
speciali sconti nei punti vendita. Sulla stessa linea anche
altri noti brand dei prodotti di griffe come Gucci,
Ralph Lauren, Louis Vuitton e Roberto Cavalli. In
formato gigante i Qr della birra Ceres e
dell’automobile Mini sono comparsi anche sui
manifesti pubblicitari che hanno tappezzato i muri delle città
italiane. Costa Crociere li ha inseriti nei propri cataloghi
per permettere ai clienti di visualizzare video e contenuti
multimediali relativi a località e navi; l’Unaprol, un
consorzio olivicolo, ha adottato i QR-code per dare la carta
d’identità elettronica all’olio extravergine
d’oliva di qualità, mentre McDonald’s li
metterà sulle scatole degli hamburger per fornire informazioni
nutrizionali sui propri prodotti.ù
I QR-code sono anche utilizzati per fornire un servizio
di tipo informativo ai visitatori di eventi o musei, come si è
notato nel corso dell’ultimo Vinitaly, la più
importante rassegna enologica nazionale che si tiene a Verona.
Le etichette con il QR-code, infatti, sono state protagoniste:
i codici sui toscani Baffonero e Poggio alla Guardia, per
esempio, rimandano ad alcuni video in cui l’enologo ne
svela le caratteristiche. Allo stesso modo in occasione
del recente Salone del mobile di Milano il codice a
puntini troneggiava su pezzi di design e di arredamento. Il Qr
risolve anche il problema delle audioguide nei musei: si
inquadrano quelli posti accanto alle opere e si ha accesso alla
descrizione e alla storia dell’artista: tra le prime a
intuirne le potenzialità c’è la collezione
Peggy Guggenheim di Venezia.