Un convegno ospitato a Milano
dall’EPC Lab mette in evidenza il
ruolo chiave della radiofrequenza per la
protezione dei prodotti, la condivisione delle informazioni, la
tracciabilità e in generale per l’ottimizzazione della
Supply Chain.
Le tecnologie RFId possono svolgere un ruolo determinante per
la protezione dei prodotti, la condivisione delle informazioni
e la tracciabilità e in generale per l’ottimizzazione
della supply chain. Di questo si è parlato lo scorso giugno
nell’evento “Peso, protezione ed efficienza: il
contributo tecnologico alla sicurezza alimentare”
organizzato da Checkpoint Systems, azienda specializzata nella
gestione delle differenze inventariali, e Bizerba, operante nel
campo della pesatura ed etichettatura alimentare, in
collaborazione con Indicod-Ecr. Sede dell’incontro è
stato l’EPC Lab, laboratorio di sperimentazione della
tecnologia RFId/EPC, realizzato da Indicod-Ecr e dalla School
of Management del Politecnico di Milano con l’obiettivo
di eseguire studi di fattibilità e testare
l’implementazione della tecnologia RFId/EPC
nell’ambito dei processi operativi della supply chain.
Grazie alla struttura stessa del laboratorio, che include
un’area di simulazione dell’intera filiera, dal
fine linea di produzione al punto vendita, è stato
possibile testare con mano le potenzialità della tecnologia
RFId per la condivisione delle informazioni. Come
presentato da Pierluigi Montanari, project manager
dell’Area Ricerca e Sviluppo Indicod- Ecr,
durante l’intervento “Gli strumenti integrati GS1
per l’efficienza di filiera”, le necessità da
soddisfare per il raggiungimento dell’efficienza di
filiera e la riduzione del Time-to-Market possono essere
esemplificate in quattro punti: definire (ad
esempio tramite un’accurata anagrafica prodotto),
identificare, fatturare e condividere.
Ed è proprio a supporto di queste funzionalità che la
tecnologia RFId gioca un ruolo importante, facilitando
l’identificazione univoca degli oggetti e/o degli imballi
e la tracciabilità dei prodotti tramite l’acquisizione
automatica dei dati che, unitamente all’utilizzo di uno
standard comune, permette di condividere agevolmente le
informazioni rilevanti lungo la supply chain.
L’acquisizione e la condivisione delle
informazioni permettono quindi di aumentare il livello di
sicurezza offerto ai clienti, soprattutto in un ambito
delicato come quello alimentare. Sempre in tema sicurezza un
secondo aspetto trattato durante l’evento ha riguardato
la crescente necessità di proteggere i prodotti alla fonte,
tanto che ci si sta muovendo verso l’integrazione di
tecnologie “consolidate” come l’RF-EAS per la
protezione dei prodotti presso il punto vendita e le tecnologie
RFId, per permettere di cogliere entrambi i benefici:
protezione e tracciabilità in primis. Oltrepassando i confini
industriali, l’avere a disposizione informazioni
standard, affidabili e complete sulla vita del prodotto
permette di ragionare sull’estensione della
tecnologia RFId presso il punto vendita.
Dall’integrazione dei quattro punti sopra citati è
infatti possibile – ad esempio – ricostruire la
storia del prodotto verificandone proprietà quali la
genuinità e la “correttezza” del percorso, ovvero
la corrispondenza tra la storia del prodotto (in termini di
spostamenti e tempistiche) e il percorso stabilito, in modo da
poter intercettare prodotti contraffatti o del mercato
parallelo e consentire agli utenti di assumere un
ruolo attivo nel processo di fruizione del bene, verificando
autonomamente le proprietà di quanto stanno acquistando.