A quasi un anno dal lancio di Vodafone 360 –
l’Application store creato da Vodafone – anche
Tim sceglie di entrare nel mondo delle applicazioni,
creando il proprio Tim store, mentre quest’estate ha
aperto i battenti il nuovo “negozio” di LG e RIM ha
rinnovato in chiave 2.0 il servizio. Accedendo da cellulare o
da Web, nello store di Tim è possibile vedere tutte le
applicazioni disponibili per il proprio telefono cellulare. Le
applicazioni sono suddivise in varie categorie: dalle Utilità
ai Social Network, dall’Informazione allo Svago. Per
scaricare un’applicazione è necessario essere un cliente
Tim. I costi per le singole applicazioni sono specificati
accanto ad ognuna, e l’addebito avviene sul conto
telefonico del singolo utente, senza la necessità di
registrare la carta di credito. Il traffico per scaricare
l’applicazione è già incluso nel costo del contenuto,
mentre si paga il traffico dati per accedere ai contenuti. Non
solo gli operatori, ma sempre più anche i produttori
di terminali aprono o rinnovano i propri Application
store. A luglio, ad esempio, è stata la volta di LG
Electronics: sul proprio sito sono così già disponibili
molteplici applicazioni per smartphone con piattaforma Windows
Mobile, e, per la fine dell’anno, saranno create anche
applicazioni ad hoc per Android.
La strategia attuale del gruppo è quella di fornire
tutte le applicazioni gratuite, con eventuali costi di
connessione per chi utilizza la rete 3G. Ad agosto è stato,
inoltre, lanciato il nuovo Black- Berry App World 2.0, una
versione aggiornata dell’Application store di Research In
Motion (RIM). Tra le novità apportate, con l’obiettivo
di avvicinarsi sempre più alla user experience dell’App
Store, si registrano nuove soglie di prezzo minimo – fissate a
99 centesimi di dollaro – e diverse opzioni di pagamento. Oltre
alla possibilità di utilizzare PayPal, App World 2.0
introduce, infatti, il pagamento tramite le più diffuse carte
di credito – Visa, MasterCard e AmericanExpress – nonché con
il credito telefonico (opportunità riservata attualmente al
solo pubblico americano). È stato, inoltre, introdotto
un nuovo sistema di identificazione, chiamato Black-
Berry ID, una sorta di account univoco e personale che permette
il controllo dello stesso, dei pagamenti e il ripristino delle
applicazioni installate. Un’altra importante
funzionalità che Rim ha creato per il suo negozio virtuale è
il miglioramento della ricerca delle applicazioni nello store,
resa più immediata e veloce rispetto alla precedente versione.
La rincorsa della società canadese a Apple e Google
avviene anche sul fronte della raccolta pubblicitaria:
secondo indiscrezioni rilasciate dal Wall Street Journal,
infatti, RIM starebbe cercando di acquisire un network di
Mobile Advertising. L’obiettivo della società sembra
essere Millennial Media, attualmente il più grande network
pubblicitario indipendente sul mercato, anche se
l’elevato costo dell’operazione – che si aggira tra
i 400 e i 500 milioni di dollari – frena (sempre stando alle
indiscrezioni) i vertici di RIM.