Il Consorzio del Prosciutto di San Daniele (nella foto
Mario Emilio Cichetti, Direttore del Consorzio del Prosciutto
San Daniele) sta studiando già da tempo le potenzialità delle
tecnologie RFId applicate alla certificazione del marchio e
della qualità dei prodotti nonché alla loro tracciabilità
lungo la filiera.
Una delle problematiche maggiori con cui il Consorzio, il
cui marchio è protetto in 51 Paesi ed i cui prosciutti sono a
Denominazione d’Origine Protetta (DOP), si deve
confrontare è rappresentata dalla contraffazione dei
prosciutti. Per contrastare il fenomeno si è deciso di avviare
uno studio sull’impiego dell’RFId che permetterebbe
inoltre di migliorare il controllo sul processo produttivo e
quindi la qualità del prodotto.
Il progetto, avviato nel 2005, ha visto la conduzione dei
primi test nel corso del 2006 con l’applicazione di tag
all’inizio del processo produttivo presso due
stabilimenti in San Daniele. Nel 2007 l’analisi dei
risultati dei test ha portato alla conduzione di uno studio di
fattibilità per la valutazione dell’impiego
dell’RFId lungo tutto il processo produttivo. È stata
quindi prevista la lettura dei tag ad ogni stadio del processo
e nel corso di quest’anno verranno condotti numerosi test
in ogni fase produttiva fino a sperimentarne l’impiego in
tutti gli ambiti ed i sotto-processi. I tag RFId operano a
13.56 MHz e contengono solo un numero identificativo univoco
associato, al sistema informativo, ad una serie di informazioni
come la data di nascita del suino o l’alimentazione
seguita, archiviate in un database gestito ed alimentato
dall’Istituto Nord Est Qualità (INEQ).
Tali informazioni rivestono un ruolo fondamentale nel
progetto in quanto permetteranno la completa tracciabilità e
rintracciabilità dei prodotti grazie alla loro codifica
univoca.
Una volta ultimata anche questa fase e completato lo
sviluppo della soluzione, ad ogni membro del Consorzio ne
verrà richiesta l’implementazione; ci si attende per il
futuro un fabbisogno complessivo di circa 4 milioni di tag
l’anno.