A Roma, il 4 settembre scorso, alla presenza di Antonio
Tafani, Commissario europeo ai trasporti – e 150 delegati di 15
Paesi europei – è stata presentata un’iniziativa,
finanziata dall’Unione Europea, a favore
dell’innovazione tecnologica nel trasporto pubblico. Il
progetto prevede lo stanziamento di 26 milioni di
euro per quattro anni in favore delle ricerche volte
principalmente a innovare il mezzo principe del trasporto
locale, l’autobus. Il coordinamento della ricerca e
costruzione dei prototipi dei “bus del futuro”
spetta all’Associazione internazionale del trasporto
pubblico (Uitp) che rappresenta 3.100 aziende, industrie e
operatori della mobilità. Nell’iniziativa sono coinvolte
cinque tra le più grandi imprese costruttrici europee
(Evobus-Mercedes, Iribus-Iveco, Neoman, Scania, Volvo) mentre
la sperimentazione dei nuovi mezzi avverrà in modo contestuale
in sette città.
Per l’Italia (che gestirà il 25% dei
finanziamenti) parteciperanno le città di Roma e Verona,
mentre Milano (con Atm) darà il suo contributo ai test.
Coinvolti anche il Centro ricerche Fiat, l’Asstra
(associazione italiana del trasporto pubblico) e le università
romane La Sapienza e Roma3. Come suggerito da Umberto Guida,
direttore del progetto, l’autobus del futuro sarà
sicuramente più ecocompatibile, sfruttando tecnologie
differenti (ibrido, idrogeno, biofuel, biogas). Un ruolo
importante sarà inoltre svolto dalle tecnologie Mobile &
Wireless, che permetteranno innovazioni come la guida ottica –
attraverso sensori posti sul mezzo che dialogano con punti
direzionali collocati in strada – o come la preferenziazione
semaforica intelligente – che nel momento in cui un bus
in ritardo si avvicina ad un incrocio cambia lo stato del
semaforo da rosso a verde per l’automezzo.