L’attenzione degli operatori verso le piattaforme
di sviluppo degli smartphone è sempre maggiore, come
testimonia il consenso raccolto da Android e dall’Open
Handset Alliance (OHA), il consorzio guidato da Google per
affermare il suo sistema operativo come standard de facto nelle
piattaforme Mobile. L’alleanza ha da poco annunciato di
poter contare su 14 nuovi membri, tra cui l’operatore
Vodafone e il device manufacturer Sony Ericsson. Adam Leach,
analista della società di consulenza Ovum, ha così
giustificato e commentato l’ingresso di questi due big
player: «Per Vodafone, rappresenta un cambio di rotta
rispetto al forte coinvolgimento iniziale nella LiMO
Foundation, creata per sviluppare una nuova piattaforma non
proprietaria – anch’essa, come Android, basata su
Linux.
L’operatore è stato convinto dall’efficacia
di Android nell’attirare l’attenzione di diversi
produttori di terminali nonché di un ampio parco sviluppatori;
tuttavia, la scelta pare di natura tattica, volta a sfruttare
l’inerzia del momento favorevole a Google, pur
continuando ad investire nel progetto LiMO – che non
darà risultati concreti nel breve termine. Anche Sony
Ericsson, inizialmente riluttante ad abbracciare Android a
causa del suo longevo supporto a Symbian e del rischio di
regalare l’accesso ai propri terminali ai servizi di
Google, pare ora vederlo come un’opportunità tattica per
ritrovare profittabilità nel 2009». Dal canto suo,
Google dovrà mostrarsi capace di capitalizzare queste scelte
apparentemente di breve periodo, tramutandole in un supporto di
lungo termine all’OHA, creando una massa critica di
terminali basati su Android, e accrescendo l’integrazione
con LiMO, così da ridurre la frammentazione tra piattaforme
Linux-based.