La maggior parte dei consumatori è in difficoltà nell’uso di dispositivi intelligenti di ultima generazione, secondo una recente indagine di Accenture intitolata “Engaging the Digital Consumers in the New Connected World”. La ricerca ha coinvolto 24mila consumatori di 24 Paesi, tra cui l’Italia, e la maggior parte degli intervistati ha denunciato appunto problemi di vario genere nell’uso di smart watch, fitness monitor indossabili, termostati domestici intelligenti, sistemi di car entertainment, telecamere di sorveglianza e sistemi di sicurezza domestici connessi, oltre a tecnologie indossabili legate alla salute.
Per quanto riguarda specificamente gli italiani, le difficoltà maggiori sono legate a connettività (21%), complessità d’uso (19%), differenza rispetto alla pubblicità sia in termini di funzionamento che di estetica (18%). A livello globale invece l’ordine è diverso: prima viene la complessità d’utilizzo, poi la difficoltà di installazione, e poi la differenza tra la realtà e quanto pubblicizzato. «Per queste nuove categorie di dispositivi connessi, società di hi-tech e service provider dovrebbero ripartire da zero e ripensare il proprio approccio allo sviluppo del prodotto, focalizzandosi sull’esperienza del consumatore», spiega Paolo Baile, Managing Director responsabile Communications, Media & Technology di Accenture Strategy. «Il cambiamento a cui sono chiamate è strategico: cercare un posizionamento sul mercato non solo differenziando le caratteristiche del prodotto, ma soprattutto offrendo una customer experience digitale veramente innovativa».
Primo criterio d’acquisto la facilità d’uso, ma per gli smartphone è la marca
La ricerca Accenture ha inoltre individuato i primi tre fattori che determinano la decisione d’acquisto nel caso dei device di ultima generazione. Gli italiani sono allineati alla media globale: il 35% cita la facilità d’uso, il 29% l’affidabilità del brand, e il 27% le caratteristiche e funzionalità del prodotto. La marca diventa addirittura il primo criterio quando si sceglie uno smartphone. Tra i motivi d’acquisto di un particolare smartphone, il 55% dichiara “mi piace questa marca”, il 43% “ho già altri dispositivi della stessa marca”. Altri fattori importanti sono il design e le modalità di interazione per il 24%; l’apprezzamento per il sistema operativo, per il 21%; e la batteria o lo schermo di qualità superiore per il 19%.
Parlando di propensione all’acquisto, gli intervistati in maggioranza sono poco interessati a comprare nel prossimo anno dispositivi hi-tech di ultima generazione, ma l’interesse sale se si considera l’arco dei prossimi 5 anni. In Italia per esempio il 12% dei consumatori pensa di acquistare telecamere di sorveglianza, sistemi di sicurezza connessi e termostati smart nei prossimi 12 mesi, ma la percentuale sale quasi al 50% se si considera di effettuare l’acquisto nei prossimi cinque anni. Discorsi simili per orologi smart, dispositivi indossabili per la salute e stampanti 3D domestiche, e sistemi di car entertainment connessi, tutti oltre il 40% di interesse nei prossimi 5 anni.
Il nuovo ruolo di smartphone e tablet: veicoli per l’accesso a servizi innovativi
Secondo la ricerca, dopo diversi anni di rapida crescita la propensione all’acquisto di prodotti hi-tech più tradizionali risulta in calo. Dal 2014 al 2015 la percentuale di consumatori italiani che programmano un acquisto è diminuita in cinque delle 12 categorie di prodotto considerate nell’indagine, compresi tablet, laptop e televisori HD. Per esempio il 33% degli intervistati dichiara di voler comprare un laptop nel prossimo anno, in calo di sette punti percentuali rispetto all’indagine dello scorso anno (40%). In flessione anche tablet (dal 50% al 48%) e HDTV (dal 48% al 45%).
«Alcuni dispositivi (vedi smartphone o tablet) hanno raggiunto un’alta penetrazione sul mercato e assumono oggi un ruolo diverso. Per il consumatore diventano veicoli per l’accesso a servizi innovativi e stimolano all’acquisto di device di ultima generazione, come ad esempio sensor-bar, che si integrano con altri dispositivi quali tv o gaming console, abilitando un’interazione naturale, gestuale, visiva – aggiunge Baile -. Questi ultimi sono concreti esempi dell’espansione del mercato Internet of Things, che costituirà il vero motore di crescita per il settore hi-tech nei prossimi anni».
Sicurezza dei dati online, un problema molto sentito
L’indagine Accenture rileva che c’è particolare attenzione nei consumatori italiani per la sicurezza dei dati online. Quasi la metà (46%) non ha piena fiducia nel modo in cui vengono trattati i dati personali online, come indirizzi email, numeri di cellulari e storico degli acquisti. Inoltre la percentuale di persone che affermano di non condividere mai queste informazioni è salita dal 9% dell’anno scorso al 10% di quest’anno.