L’oceano svolge un ruolo centrale nella regolazione del clima (assorbe circa un terzo della CO2 prodotta dalle attività antropiche) e, culla di una straordinaria biodiversità, costituisce al contempo nutrimento e motore economico. Eppure, gli abissi rimangono in gran parte inesplorati, a causa delle attuali barriere tecnologiche che rendono la comunicazione e il monitoraggio dell’ambiente marino nettamente più complesse e dispendiose rispetto alla terra ferma. A cambiare lo status quo ci sta pensando la società deep tech italiana WSense, eccellenza internazionale nella frontiera dell’Internet of Underwater Things (IoUT).
La sua tecnologia di telecomunicazione subacquea wireless è altamente scalabile e consente una copertura completa dell’oceano, in tempo reale. Questi sistemi forniscono dati e strumenti che consentono di fare luce su quanto avviene in profondità e proteggere l’ecosistema marino e oceanico, oggi minacciato della pesca eccessiva, della distruzione degli habitat e dei cambiamenti climatici.
Quanto vale il mercato della Blue Economy
Considerare gli ambienti acquatici come motori di innovazione e crescita economica, promuovendone uno sviluppo sostenibile e proficuo, è al centro della cosiddetta Blue Economy che si ispira al funzionamento della natura aderendo al principio dell’economia circolare, in cui i rifiuti si trasformano in risorse efficienti.
Si stima che il mercato dell'”economia blu” che oggi supera i 1.500 miliardi di dollari l’anno a livello globale raddoppierà fino a raggiungere i 3.000 miliardi di dollari entro il 2030. Per l’Europa, la Blue Economy gioca un ruolo fondamentale: genera circa 667,2 miliardi di euro di fatturato e 183,9 miliardi di euro di valore aggiunto lordo, impiegando quasi 4,45 milioni di persone, con un peso quasi doppio rispetto a quello degli Stati Uniti.
A chi opera in questo settore e in generali agli istituti di ricerca, WSense, l’azienda blue tech nata come spinoff dell’Università Sapienza di Roma, mette a disposizione informazioni cruciali. Questo grazie a sistemi “subsea wifi” che abilitano comunicazioni wireless sottomarine affidabili, in tempo reale, sicure ed economiche, consentendo di monitorare in tempo reale gli ambienti marini e oceanici (in termini di qualità dell’acqua, suoni, correnti, movimento di strutture ed ancoraggi…).
Wsense, tecnologie wireless per la comunicazione subacquea
Pioniera dell’Internet delle cose sottomarine (IoUT), la tecnologia WSense consiste in componenti hardware e software per acque basse e profonde che vengono utilizzati per implementare e gestire un’infrastruttura di rete internet sottomarina senza fili che opera fino a 3.000 metri di profondità.
Ciò rende possibile la raccolta di Big Data subacquei su scala senza precedenti, rivoluzionando lo studio e la comprensione degli oceani e del pianeta e aprendo al contempo una serie di nuove possibilità, tra cui il monitoraggio delle infrastrutture critiche, la transizione energetica, il monitoraggio ambientale in tempo reale e l’acquacoltura sostenibile basata sui dati.
Un round A da 9 milioni di euro per l’azienda blue tech WSense
Fondata da Chiara Petrioli, professore ordinario di Ingegneria Informatica all’Università Sapienza, che oggi ricopre il ruolo di AD, l’azienda offre soluzioni che garantiscono l’interoperabilità delle reti wireless adattive tra sensori subacquei multi-vendor e veicoli autonomi.
Con il recente completamento di round di serie A da 9 milioni di euro guidato da Blue Ocean di SWEN Capital Partners – che insieme al precedente seed round di 4 milioni del 2022 porta a un finanziamento totale di oltre 13 milioni di euro – WSense sarà in grado di potenziare l’espansione internazionale e perseguire una rapida crescita, aumentando le vendite e i dispiegamenti delle sue rivoluzionarie soluzioni tecnologiche di comunicazione subacquea wireless, con l’Europa e il Medio Oriente come principali mercati di riferimento.
L’impatto positivo sul pianeta dell’Internet sottomarino
“Questo nuovo round, e soprattutto la fiducia dei nuovi investitori internazionali – commenta Petrioli – ci permettono di rafforzare la nostra leadership tecnologica in un mercato sempre più competitivo in cui anche i grandi player stanno iniziando ad entrare. Grazie all’abilità nell’implementare tecnologie prima impossibili nell’ambiente marino, insieme alla capacità di sviluppare soluzioni all’avanguardia, credo che WSense sia ben posizionata per avere un impatto positivo sul nostro pianeta. Stiamo infatti sviluppando partnership che ci consolidano in aree emergenti come l’energia rinnovabile marina, la robotica autonoma sottomarina, la sicurezza e la sorveglianza delle infrastrutture”.
WSense ha clienti e partner internazionali in diversi settori, tra cui energia, telecomunicazioni, difesa, scienza e conservazione degli oceani. Tra questi, istituzioni di prim’ordine come Leroy, Leonardo, AKER BP, Xylem, ENI, Saipem e il National Oceanography Centre. L’azienda è cresciuta rapidamente fino a contare oltre 50 dipendenti e opera dai suoi uffici in Italia, Norvegia e Regno Unito.
Nel marzo 2022, ha ricevuto il Blueinvest Award della Commissione Europea nella categoria Ocean Observation per i nuovi prodotti, tecnologie e soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per l’osservazione degli oceani, la raccolta e l’analisi dei dati marini.
Nel gennaio 2023, a Davos, il World Economic Forum ha selezionato WSense come top innovator dell’UpLink Ocean Data Challenge, come “azienda più innovativa al mondo nella raccolta e gestione dei Big Data allo scopo di proteggere l’ambiente oceanico”. Il 19 settembre, Chiara Petrioli è stata l’unica CEO italiana invitata dal WEF al NYC Sustainable Development Impact Meetings 2023, per supportare l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sui temi chiave della sostenibilità.