Zardo (Schneider Electric): “Effetto IoT sull’It ibrido: meno cloud, più edge computing”

Il vice president della divisione It: “Le aziende si stanno rendendo conto che con l’avvento dell’Internet of things non possono mantenere tutti i carichi di lavoro sul cloud. Il cambiamento è già iniziato, e sarà la nuova vita dell’hardware”

Pubblicato il 11 Feb 2018

edge-computing

L’hardware non è in “crisi”. Anzi, grazie alla diffusione in prospettiva sempre più capillare dell’internet of things potrebbe tornare a crescere, traendo la propria linfa dall’edge computing. E’ in estrema sintesi il senso dell’analisi di Davide Zardo, vice president della divisione IT di Schneider Electric: “Una delle ragioni principali per cui i clienti dovranno mantenere in funzione importanti infrastrutture on-premise è dovuta alle nuove applicazioni create dalla digitalizzazione, l’Internet of Things nei suoi ambiti applicativi – afferma – e la digitalizzazione in generale si affermano e trasformano gli ambienti di lavoro, le aziende si stanno rendendo conto che i motivi per cui non possono mantenere tutti i loro carichi di lavoro nel Cloud sono molti e non trascurabili, ad esempio per l’aumento della richiesta di banda larga, i requisiti di bassa latenza e una più severa regolamentazione governativa sul modo in cui i devono essere gestiti i dati dei clienti”.

Il ruolo strategico dell’Edge Computing con l’IoT

Davide Zardo

Questa dinamica genera così nelle scelte dei manager un nuovo cambiamento rispetto all’idea che sembrava ormai essersi affermata di “trasferire quanti più carichi di lavoro possibili in un’infrastruttura cloud. Ora – prosegue Zardo – mentre le aziende si sono abituate a trasferire i carichi di lavoro critici nel Cloud senza timori, l’IoT sta cambiando le carte in tavola. Il cambiamento è già iniziato e si chiama Edge computing – sottolinea – Non solo i server, il networking e lo storage aumenteranno a livello perimetrale, ma i dati che saranno processati, trasmessi e memorizzati saranno i più delicati per il business stesso. Sono i dati di cui non si ha bisogno immediatamente, come per le analisi a livello di big data, ad essere indirizzati verso il cloud”.

Elaborare i dati dove serve grazie all’Edge

In prospettiva così, secondo Zardo, si vede una nuova opportunità per il canale IT, con i clienti finali che hanno sempre più bisogno bisogno di fornitori di soluzioni IT per progettare e implementare sistemi Edge e, dopo l’implementazione, per la manutenzione e il monitoraggio dei sistemi stessi. “L’Edge computing sta ridando nuova vita all’hardware – spiega – che, nonostante i crescenti investimenti nel cloud, non sta per nulla scomparendo,  e lo stesso accade per l’infrastruttura fisica che lo supporta. Quella infrastruttura che include ciò che può aiutare le aziende a proteggere gli investimenti IT”.

Questo però non significa il alcun modo il declino del Cloud, che continuerà a giocare un ruolo importante: “Per gli Msp (Managed Service Provider) e i fornitori di soluzioni che si stanno chiedendo quale sia la loro collocazione nel cloud – prosegue Zardo – l’Edge Computing aiuta a chiarire il loro ruolo. Questo perché i Data Center Edge in un ambiente ibrido si connetteranno attraverso il cloud ai Data Center remoti e alla rete centrale. Ciò significa che gli Msp e i fornitori di soluzioni IT continueranno a svolgere il lavoro che hanno sempre svolto, e in più avranno un punto di accesso al Cloud”.

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