LONDRA – L’ultimo Airwatch Connect di Londra, tenutosi fra la fine di settembre e gli inizi di ottobre, si è celebrato in una nuova fase storica per il vendor di Atlanta. Nel febbraio 2014, infatti, Airwatch è stata acquisita per 1,54 miliardi di dollari da VMware, il leader storico delle tecnologie per la virtualizzazione. ZeroUno ha colto l’occasione per raccogliere i commenti su questa operazione da parte di John Marshall, Senior Vice President and General Manager, Airwatch by VMware, e di Alistair Wildman, Managing Director, End User Computing, Mobile and Social Emea, VMware.
“Il primo vantaggio che VMware porta ad Airwatch – afferma Marshall, che dell’azienda è stato anche uno dei co-fondatori – sono le dimensioni e le economie di scala: 500mila clienti e 70mila partner a livello globale. Questo consente ad Airwatch di conquistare punti di contatto sul mercato globale che prima non aveva”. Vantaggio reciproco dato che anche Wildman cita la presenza internazionale del vendor acquisito (le soluzioni Airwatch sono utilizzate in più di 150 paesi e sono disponibili in 17 lingue), come importante plus. “Ma quello che alla fine ci ha fatto preferire questo marchio su quelli che avevamo preso in considerazione – sottolinea subito dopo – è il team di 600 sviluppatori di cui dispone. Anche noi siamo un’azienda di stampo ingegneristico, per cui comprendiamo bene il valore di determinate competenze e in Airwatch abbiamo trovato una realtà in grado di reggere i ritmi di un settore in frenetico cambiamento quale quello dello sviluppo di soluzioni mobile”.
Le due aziende si completano l’una con l’altra. “Vmware ha il suo core business nei data center, nella virtualizzazione e nelle tecnologie per l’end-user computing, soprattutto nell’ambito della gestione dei desktop e dei laptop”, fa notare Marshall, che aggiunge: “La nostra offerta, dedicata al mondo mobile, va ad allinearsi perfettamente con le funzionalità offerte da Vmware”. “Dal nostro punto di vista invece – gli fa eco Wildman – Airwatch ci permette di fornire ai nostri clienti la più robusta offerta per il mobile computing disponibile sul mercato”. Quando gli si fa notare che a VMworld Europe 2013 avevamo già sentito parlare molto di mobility, Wildman ricorda che “è vero, ma ci si riferivamo soprattutto al mobile cloud, un modello per il quale però non potevamo ancora contare sulle soluzioni Airwatch. Per esempio, avevamo una nostra soluzione per la sicurezza dei dati sui dispositivi mobile che abbiamo dismesso per adottare il Secure Content Locker di Airwatch, una tecnologia sulla quale investiremo molto nei prossimi anni”.
“L’unione delle tecnologie più orientate al desktop-as-a-service (DaaS) e alla virtual desktop infrastructure (Vdi) di VMware e delle nostre progettate specificatamente per i dispositivi mobili ci permetterà ora – conclude Marshall – di offrire ai clienti comuni un’unica fonte di approvvigionamento, indipendentemente dal dispositivo utilizzato e in piena sicurezza”.