Per molto tempo l’It è stato una blackbox, soprattutto sul piano dell’Apm, Application Performance Management, con approcci di tipo tecnico scarsamente focalizzati alla user experience e sul concetto di performance legate al servizio reso agli utenti. “Approccio che però sta decisamente cambiando in quella che non possiamo definire rivoluzione, ma un’evoluzione permanente – esordisce Veronique Mondollot, da pochi mesi alla guida della divisione Apm di
Compuware per l’area Emea -. Le applicazioni hanno ormai un impatto determinante sulla produttività degli utenti aziendali e le digital app stanno diventando lo strumento numero uno di engagement”.
Gli utenti si aspettano risposte veloci dai sistemi Ict, soprattutto sul fronte mobile dove si attendono ormai performance superiori a quelle del Pc tradizionale. Uno studio realizzato da
Harris Interactive [realizzato ad ottobre 2013 su un panel di 2025 adulti tra i quali 1191 utilizzatori di smartphone e tablet – ndr] mostra come il 49% degli utenti dichiari di utilizzare i propri dispositivi mobili per effettuare acquisti online.
Veronique Mondollot, Responsabile divisione Apm di Compuware per l’area Emea
Tuttavia, ben il 37% di questi utenti dichiara che abbandona l’acquisto se il sito o l’app non risponde entro 3 secondi. “Le prestazioni mobile sono diventate cruciali; questo significa che l’Apm deve evolvere. Molte aziende iniziano ad esserne consapevoli, ma non è semplice adottare una strategia Apm efficace: bisogna cambiare prospettiva (focalizzandosi sulla user experience) e adottare strumenti tecnologici integrati che consentano una vista e una gestione intelligente, soprattutto proattiva, delle prestazioni”.
I dispositivi mobili, di fatto, aggiungo uno strato di complessità non banale per chi deve rilasciare servizi applicativi (sistemi operativi, piattaforme e dispositivi differenti da indirizzare). “Servono soluzioni ‘lighter’ e ‘smarter’ – aggiunge Mondollot -, che garantiscano cioè una vista end-to-end partendo dalla ‘real user experience’, ossia dall’utilizzo effettivo che gli utenti fanno dell’applicazione, nonché un motore di intelligence efficace che consenta, attraverso simulazioni e analisi predittive, di intervenire prima che si verifichino cali prestazionali percepibili all’utente”.
Ed è esattamente in questa direzione che si sta muovendo Compuware. “Abbiamo lavorato, sul piano tecnologico, all’integrazione delle nostre piattaforme Gomez e dynaTrace garantendo così una piattaforma unica di controllo in grado di ‘coprire’ tracciabilità e gestione dall’utente al data center, con dashboard personalizzabili anche per il management aziendale e non solo per i professionisti Ict”. Quanto agli obiettivi di mercato, pur riconoscendo l’accresciuta competitività in questo settore, Compuware mira a migliorare ulteriormente.
Emanuele Cagnola, Italy Sales Director di Compuware
“In Italia lo scorso anno, solo in riferimento alla proposta Apm, siamo cresciuti del 29% e quest’anno abbiamo un obiettivo di crescita di un ulteriore 10%”, dettaglia Emanuele Cagnola, Italy Sales Director della società. “Abbiamo come obiettivo ampliare il target di riferimento, storicamente dato dalle large enterprise: in Italia serviamo circa un centinaio di grandi realtà, ma quelle indirizzabili nel breve e medio periodo sono circa 500”. Storicamente in Italia le aziende più appetibili per l’Apm sono state banche e assicurazioni ma quest’anno Compuware ha realizzato interessanti progetti anche con il mondo Fashion e Manufacturing. “Vorremmo in futuro raggiungere anche imprese di medie dimensioni, attraverso alcune partnership strategiche come quelle realizzate nel corso del 2013 con realtà quali Engineering, Reply, British Telecom e Telecom Italia. La collaborazione con le Telco ha come obiettivo non solo il controllo delle performance dei servizi di networking ma anche supportarle ad ampliare la loro proposta sul fronte delle applicazioni”, conclude Cagnola.