Applicazioni di mobilità per il business della nuova Pmi

Fenomeno in vivace sviluppo e dalle grandi attese, il mobile business presenta tuttora ampie aree d’incertezza riguardo l’impatto che le tecnologie possono avere sui sistemi aziendali e, ovviamente, sul roi delle soluzioni implementate. Cerchiamo allora, con l’aiuto di osservatori del settore e valutando le attività di gestori di tlc, fornitori di soluzioni e system integrator, di aiutare, soprattutto le pmi, ad orientarsi in un mondo dinamico e diversificato 
 

Pubblicato il 21 Dic 2004

Il mobile business, così come comunemente definito, è un fenomeno che i principali analisti del settore It ritengono vitale e accreditabile di crescite a ritmi assai elevati nei prossimi tre anni anche presso la piccola e media impresa. C’è però una problema, o per meglio dire un’incognita, di fondo, che riguarda le modalità con cui le nuove tecnologie di comunicazione e trasmissione dati sono implementate e, soprattutto, quanto queste impattino (in positivo) sul sistema informativo esistente. In realtà, le applicazioni mobili più richieste, in media da una Pmi su due, sono il collegamento da remoto all’e-mail e l’accesso al database aziendale, applicazioni che poche volte sono concepite come componente aggiuntiva di un ambiente operativo e gestionale realmente integrato e flessibile. Forse sarà il Wi-Fi, oggi un fenomeno ancora giovane ma con prospettive di sviluppo molto interessanti (Gartner prevede entro la fine del 2004 oltre 850.000 utenti attivi in Italia) a portare maggiori impulsi per investimenti e nuovi progetti di mobilità dedicati. Ma il condizionale, parlando di piccole e medie imprese italiane, è d’obbligo.
Gli osservatori permanenti sulle tematiche del Mobile & Wireless della School of Management del Politecnico di Milano, (cui abbiamo dedicato spazio su ZeroUno n. 272, 273 e 274), ci dicono infatti che il cammino dei servizi mobili nella sfera aziendale non è avaro di difficoltà. Andrea Rangone, professore associato al Mip e uno dei responsabili dell’Osservatorio, ribadisce come ci sia una sensibilità crescente verso il fenomeno ma come spesso si sottovaluti la potenzialità di migliorare i processi di business attraverso applicazioni e dispositivi mobili su reti dedicate. Tra gli ostacoli allo sviluppo figurano certamente i costi, ma soprattutto la lenta crescita culturale dell’azienda verso l’utilizzo esteso delle tecnologie wireless e mobili. Inoltre, nonostante tutto faccia pensare il contrario, c’è anche il problema di una certa latenza di comunicazione e attenzione verso le aziende utenti da parte dei carrier di telecomunicazioni e delle grandi società di consulenza e system integration, mentre ben più attive si dimostrano alcune piccole realtà specializzate.
La sensazione che ne deriva, al di là dei recenti annunci business di 3 e delle strategie di Tim e Vodafone (di cui più avanti parleremo), è che i gestori di telefonia mobile non siano i veri attori di riferimento di un mercato oggi ancora di fatto avaro di applicazioni dedicate e integrabili (in alcuni casi doverosamente) in piattaforme di business strategiche, quali il sistemi per la gestione della supply chain, dell’azienda o delle relazioni con i clienti. A detta di Rangone, comunque, “il potenziale è grande seppur ancora poco visibile; si pensi a un segmento particolarmente interessante come quello del machine to machine e alla possibilità reale di far dialogare fra loro piattaforme operative e logistiche remote”. Oggi le applicazioni che vanno per la maggiore valgono qualche decina di migliaia di euro e si limitano a semplici soluzioni di sales force automation e di accesso alle intranet. “Ciò che di fatto manca – prosegue Rangone – è la tempestività critica nella gestione del dato, in quanto spesso e volentieri il sistema informativo aziendale viaggia a velocità diverse rispetto all’applicazione mobile”.
Non è quindi un problema di tecnologia, bensì di come associare alla soluzione mobile un reale valore aggiunto, contemplando con l’implementazione di quest’ultima l’adeguamento di processi e sistemi. Volendo del resto sintetizzare ai minimi termini l’impatto sull’ambiente aziendale dei progetti di WLan monitorati dall’Osservatorio, si può lecitamente affermare che i maggiori benefici per le imprese si rilevano quando è già presente un’infrastruttura informativa in grado di ospitare e gestire in modo adeguato e in tempo reale i dati distribuiti via rete wireless. In altre parole: rendere più efficiente lo scambio dei dati sull’intera rete aziendale attraverso nuove risorse tecnologiche è un tema sentito, e non mancano progetti Wi-fi infrastrutturali significativi per livello di ritorni immediati e vantaggi a livello applicativo conseguiti, ma servono azioni più concrete sotto il profilo della gestione e dell’omogeneizzazione delle informazioni disponibili delle dinamiche di business nel loro insieme.

Mobilità e reti di nuova generazione: le offerte business dei gestori
Nell’offerta di soluzioni per accedere e condividere in tempo reale informazioni e dati tramite rete cellulare che gli operatori di Tlc mobili rivolgono al mercato aziendale, dalla grande impresa al piccolo studio professionale, si possono distinguere due grandi famiglie di servizi. Una è la wireless e-mail, che contempla palmari o telefonini evoluti che lavorano su network Gprs e la sincronizzazione con i server di posta aziendali; l’altra è l’accesso ‘always on’ al Web, alla casella di posta, alla intranet e alle applicazioni aziendali da un computer portatile connesso alla rete tramite Pc Card Gprs o Umts o punti di accesso Wi-Fi.
Comune ad entrambe le famiglie è l’esigenza di garantire agli utenti quell’interoperabilità fra diverse fonti dati che è di fatto il principale scoglio da superare con l’adozione di soluzioni di mobilità avanzate. Infatti, sia nel primo caso (cui fanno riferimento le piattaforme Blackberry, di Tim e Qtek-Pocket Pc di Microsoft, nonché i sistemi proprietari InAzienda, per l’estensione mobile della Lan, e PostOffice, per e-mail, rubrica e agenda, veicolati da 3 sui propri videotelefonini 3G), che nel secondo, lo spettro d’offerta a disposizione di Pmi e branch office è assai articolato e chiama in causa sempre e comunque partner specializzati in fatto di integrazione.
Dopo aver attirato l’attenzione degli operatori del settore con il lancio della propria Connect Card Umts per la cosiddetta ‘clientela amica’ (Nestlè, Ras, Unicredito Italiano e Comune di Torino i primi beneficiari), i servizi business di terza generazione di Vodafone sono oggi alla prova di maturità. L’estensione della rete Umts è a buon punto; le schede per il collegamento wireless del notebook tramite rete cellulare sono ormai consolidate sotto il profilo dell’affidabilità e della facilità d’uso e anche la componente applicativa ha trovato una risposta precisa grazie agli accordi stretti sia con i fornitori di software (a partire da Ibm, con una collaborazione sul fronte dei servizi per l’impresa nata nel 2000), sia con i system integrator.
Da qui la nascita di una nuova offerta per il mercato corporate che parte dal concetto di mobile office e che trova immediata applicazione nel campo della messaggisitca: e-mail e voice mail, calendario e agenda, instant messaging. Oggi Vodafone conta oltre 400 clienti attivi sul fronte delle imprese, servite tramite partner It selezionati, mentre l’offerta per i professionisti verte essenzialmente su soluzioni basate su Connect Card. Il menu spazia dai servizi di radiolocalizzazione via Gprs a piattaforme di Sales e Work Force Automation (le soluzioni più diffuse) e pone basi certe per future applicazioni per l’accesso integrato a sistemi Erp, database e altri ambienti informativi aziendali. Il cuore di tali attività è l’architettura WebSphere Everyplace Access (Wea), che è la componente mobile della strategia di computing on demand di Ibm e che può garantire a palmari e terminali intelligenti servizi di information management, mobile portal, notifica e sincronizzazione dati, visualizzazione di contenuti Web e accesso alle applicazioni enterprise in genere. Secondo Vodafone, le tecnologie sono mature per supportare soluzioni a valore aggiunto: oggi sono disponibili terminali e banda di trasmissione fino a 384 Kb al secondo su rete Umts per gestire servizi voce e dati in modalità simultanea. Il modello di business correlato prevede che il carrier garantisca l’infrastruttura e il network Ip; software house e integrator fornisca l’applicazione client e la rete del cliente faccia il resto. La strategia per il mobile office di Tim, il primo operatore mobile italiano, consiste nell’offrire un pacchetto di prodotti e servizi per la trasmissione wireless dei dati con un percorso di crescita tecnologica adeguato alle esigenze dell’azienda. In pratica, l’offerta fa capo a Tim Turbo per le Aziende, un programma di soluzioni che comprende: un ‘data kit’ basato su Pc Card Gprs, Edge o Umts (è di metà novembre l’accordo con Ibm per il bundle con i notebook ThinkPad) per la gestione delle e-mail e l’accesso in mobilità alle intranet; schede Sim per la trasmissione dati anche in ambito machine to machine; kit di autenticazione per connessioni Wi-Fi. Per quanto riguarda l’offerta e-mail, la proposta Tim è di fatto il supporto via rete Gprs a Blackberry, offerto tramite partner come Dada (www.dada.it) che curano l’implementazione di una piattaforma Bes (Blackberry enterprise server, costo sui 5 mila euro) e l’integrazione con il mail server aziendale. Il quadro è completato da terminali Qtek in grado di gestire posta elettronica e di operare come telefono Gsm/Gprs (strumento preferito, dice Tim, dalla forza vendita), da un sistema (Fleetnet) per il monitoraggio a distanza via Gprs di flotte aziendali e da servizi di radiolocalizzazione avanzati.
Tim ha inoltre lanciato un pacchetto in roaming a prezzo fisso per gli utenti Blackberry che lavorano con l’estero e sta studiando la possibilità di poter attivare applicazioni ad hoc. Da tempo è in effetti attiva un’offerta che abilita servizi dati wireless sfruttando l’integrazione fra Wi-Fi e rete mobile Gprs e comprende la realizzazione di una Wlan e la fornitura di notebook equipaggiati con Pc card wireless e software di collegamento con la Sim del cellulare in dotazione ai dipendenti. Logotel e Intes Coop sono fra i primi esempi di Pmi che hanno dato in tal modo ai dipendenti gli strumenti per accedere da remoto alla Intranet aziendale e per entrare in Rete da Hot Spot pubblici abilitati alla soluzione.

Per i system integrator il wireless è una carta tutta da giocare
La funzione di ‘ponte’ fra la domanda e offerta di tecnologie, specialmente nei confronti delle medie e piccole imprese, storicamente svolta dagli integratori di sistemi vale più che mai per il segmento del mobile & wireless. La necessità di innovare le modalità d’uso delle soluzioni mobili per il trasferimento di dati e applicazioni ha fatto compiere a una serie di system integrator dotati di competenze e capacità specifiche un deciso passo in avanti lungo un percorso di sviluppo tendente a raggiungere un obiettivo ben preciso: dare alle Pmi soluzioni chiavi in mano per accedere in qualsiasi momento alla posta elettronica, consultare banche dati, automatizzare certe attività sul campo, velocizzare processi decisionali e controllare i flussi di business oltre i confini aziendali.
Ad esempio, Tecla.it (www.tecla.it ), sfruttando le sue partnership con Vodafone, Telecom Italia e Ibm ha sviluppato un’offerta su misura per fornire in modo integrato multicanalità e operatività su sistemi portatili e realizzare progetti wireless basati su computer palmari e reti Gprs/Umts e Wi-Fi. Con Ibm, in particolare, la società di Faenza ha strutturato una collaborazione per rendere disponibile un bundle di servizi e soluzioni basato sulla piattaforma Wea, che mira a far crescere il proprio ambiente integrato Web@Portal (dedicato a servizi Internet, Intranet ed Extranet) verso quello Ibm e soprattutto a gestire il porting di applicativi diffusi, quali Lotus Notes, Domino e Sametime, in chiave mobile. Fra i progetti seguiti da Tecla.it spiccano quello per Koni Ascensori/Sea e quello per Parmalat. Il primo riguarda la gestione del servizio di assistenza tecnica ascensori e scale mobili a Linate e Malpensa, con l’acquisizione e il monitoraggio degli interventi tramite un portale Web “selfservice” collegato via intranet e il supporto della struttura tecnica fornito tramite comunicazioni wireless via palmari.
Nel secondo caso, la piattaforma Wea eroga l’accesso al server di messaggistica Lotus Domino ai dispositivi mobili (palmari PocketPc) usati dagli addetti sul campo abilitandoli a fruire della posta elettronica e di altri servizi.
Un altro system integrator salito alla ribalta per progetti innovativi basati su Wi-Fi è Dynamic Fun (www.dynamicfun.com ), start-up partecipata dalla fondazione Torino Wireless cui si è affidata Number 1, società di logistica che serve Barilla, Lavazza, Star, Plasmon e Riso Gallo. Allo scopo è stato sviluppato un applicativo Java preinstallato sui cellulari Gprs di fascia bassa in dotazione a tutti gli autisti. Fra le prerogative della soluzione, denominata Dlog, c’è l’installazione di eventuali upgrade da remoto, senza la necessità quindi di ritirare ogni singolo telefonino per l’aggiornamento, e la possibilità per ogni vettore di comunicare con la sede centrale di Number 1 per le informazioni sullo stato delle consegne in totale mobilità. Dopo alcuni mesi di sperimentazione ed avendo rilevato benefici significativi in termini di costi (rispetto a soluzioni basate su computer palmari), manutenzione e formazione (non c’è bisogno di fare training agli autisti sull’uso del cellulare), Dlog è arrivata alla fase di roll out e fra i possibili sviluppi ipotizzati ci sono la tracciabilità dei colli trasportati e la fornitura di servizi di localizzazione.
Per Hilti Italia, infine, noto marchio nel campo dei prodotti e sistemi di fissaggio per l’edilizia, l’adozione del Wi-Fi nel magazzino rientra in un più ampio progetto di reingegnerizzazione del sistema di stoccaggio che vede Asystel (www.asystel.it ) in veste di integratore di rete. La società ha implementato un sistema per cui la picking list arriva elettronicamente all’operatore, la spunta del materiale prelevato da scaffale avviene in tempo reale e il riordino dei componenti di ricambio viene automatizzato. Grazie al Wi-Fi, inoltre, sono stati ridotti i turni di lavoro del personale addetto (da tre a due) ed è aumentata notevolmente, nell’ordine del 30%, la produttività del magazzino. L’ultimo passo è stata l’estensione della rete Wi-Fi al reparto riparazioni, con la dotazione a ciascun operatore di un terminale wireless per il carico e lo scarico dei pezzi.


Mobilità a tutto campo: la visione di HP
La mobilità, intesa come convergenza di piattaforme hardware e di comunicazione Ip, applicazioni e servizi di connettività, è un tema molto caro ad Hp, come ci conferma Agostino Santoni, General Manager della divisione Personal System Group in Italia, cui abbiamo chiesto di approfondire il senso della rinnovata offerta della casa californiana in questo ambito. “L’accesso da remoto alla posta elettronica e alle
applicazioni aziendali – osserva Santoni – è senza dubbio una delle esigenze più diffuse fra le medie e piccole imprese, ma cresce anche la domanda di soluzioni per la gestione della forza vendita, della filiera produttiva o di processi tipici del settore di appartenenza. C’è grande interesse anche per le soluzioni mobili, e per il Wi-Fi in primis, da usare in azienda per permettere ai dipendenti di essere sempre connessi in rete, ovunque siano. Da questo punto di vista, disporre di strumenti semplici da installare ed usare, come le schede Gprs o Umts per la connettività wireless, può contribuire a diffondere il concetto di mobilità e accelerare i relativi investimenti. Ma il vero driver della domanda è la capacità congiunta di vendor e azienda utente di trasformare la mobilità in un reale vantaggio competitivo”.
Non sempre l’offerta wireless dei vendor si coniuga con il livello di infrastruttura It e di cultura innovativa delle Pmi italiane. Per Hp, tuttavia, la limitata diffusione di infrastrutture avanzate presso le Pmi italiane non costituisce un ostacolo alla penetrazione delle tecnologie mobili, ma uno stimolo ad implementare sistemi innovativi e in grado di generare un Roi visibile. “I capisaldi della nostra strategia per la mobilità nelle Pmi sono tre: tecnologie e device sempre più integrati e ottimizzati nell’ottica della massima semplicità di gestione; alleanze strategiche con vendor It e Isv; collaborazione con i Business Partner. Poi c’è il portale Wireless and Mobility Expertise Center (www.hp.com/it/mobility), creato appunto per far conoscere alle Pmi la soluzione mobile più adatta alle proprie esigenze”.
D’altra parte, ammette Santoni, non è possibile sfruttare appieno i vantaggi delle nuove tecnologie se l’azienda non affronta anche un processo di cambiamento culturale e organizzativo, “Per questo stiamo cercando di aiutare le Pmi a comprendere il valore strategico delle soluzioni mobili attraverso momenti di incontro e formazione sul territorio organizzati con altri vendor e con alcuni Business Partner. Fra le iniziative orientate alle soluzioni mobili, ma non solo, spicca quella in collaborazione con Intel, Microsoft ed il Politecnico di Milano per analizzare la diffusione e la percezione come vantaggio competitivo dell’It nelle aree di Bergamo, Como, Reggio Emilia, Firenze e Novara”. (G.R.)

Mobile business: ecco i numeri
Quanto vale il mercato potenziale della mobility In Italia? Secondo un’analisi compiuta da Bain & Co, le attività svolte in mobilità legate al Crm, alla supply chain e alle funzioni Office dovrebbero crescere nel complesso dell’ordine del 50% annuo partendo da una domanda che attualmente genera un volume d’affari poco inferiore ai 950 milioni di euro.
A livello europeo, Analysys Research conferma, nel rapporto ‘Mobile Data Solutions for Businesses’, che i servizi aziendali via cellulare, che attualmente rappresentano l’11% del fatturato del traffico dati nell’Europa occidentale, passeranno dagli 1,8 miliardi di euro di fine 2003 agli oltre 8 miliardi stimati entro il 2008. Stando al Rapporto citato, il motore della crescita, oltre all’accesso ai dati aziendali, sarà in particolare l’e-mail in mobilità, che dagli attuali 49 milioni di euro potrebbe giungere a valere nella sola Europa 2,9 miliardi nel 2008, quando quasi un addetto aziendale su due l’userà in modo esteso.
Che i prossimi dodici mesi, infine, possano essere la classica prova del nove per lo sviluppo accelerato dei servizi dati sulle reti wireless, lo dice anche un’analisi di Ovum; per la società inglese, infatti, il fatto che la maggior parte dei terminali mobili venduti nel 2003 e quest’anno supporti lo standard mobile Gprs o Cdma2000 offrirà a content provider e operatori di telefonia mobile un bacino d’utenza abbastanza vasto cui vendere i propri servizi. (G.R.)

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