Nel segmento IoT si stanno iniziando a vedere diversi progetti di valore, in settori verticali, ma manca ancora una visione globale, un’ ‘idea comune’ che possa accelerare la realizzazione e la concretizzazione dei progetti.
Potremmo riassumere così l’opinione di Colin l’Anson, Hpe Fellow dell’Enterprise Group Emea, esperto di tecnologie It per l’Internet delle Cose, da noi di recente intervistato durante un incontro riservato a Londra, nel corso dell’ultimo Hpe Discover : “Oggi l’IoT si ‘palesa’ in molti modi differenti – racconta l’Anson a ZeroUno; la sua diffusione più evidente riguarda i percorsi inerenti l’Industry 4.0 e le Smart City ma anche rimanendo dentro questi ‘confini’ di dominio, alcuni progetti sono focalizzati sulla ricerca di efficienza (per esempio degli impianti produttivi o dell’illuminazione cittadina), altri sulla customer experience (pensiamo alla gestione ‘intelligente’ del traffico a beneficio dei cittadini), altri ancora sulla sicurezza (per esempio nei progetti di predictive maintenance di impianti industriali ‘gravosi’, ossia dove vi sono alte temperature o si lavorano materiali pericolosi)”.
La frammentazione che caratterizza il mercato IoT porta la stessa Hpe a focalizzare, almeno in una prima fase, i propri sforzi su progetti del mondo industriale e su un target di aziende di livello enterprise. “I costi di progettazione e implementazione sono ancora molto elevati ed i percorsi di realizzazione abbastanza complessi – ammette l’Anson -; come Hpe ci concentriamo sulle componenti tecnologiche infrastrutturali per gli ambienti edge e le piattaforme software specifiche per l’IoT; in sostanza sviluppiamo e proponiamo l’It per l’IoT, ma è evidente che un progetto, perché possa produrre valore, dev’essere disegnato e gestito attraverso un ecosistema di attori che devono collaborare in modo spinto”.
Migliorare le economie di scala dei grandi progetti IoT su reti Wan (Wide Area Network) è uno dei tasselli di proposta Hpe che si concretizza con la soluzione Hpe Mobile Virtual Network Enabler, “una piattaforma mediante la quale poter controllare, da un unico punto, la rete di connettività (provisioning, configurazione e amministrazione) e l’utilizzo che ne fanno tutti i dispositivi IoT collegati ad essa”, spiega l’Anson. “La novità è che i gli operatori Tlc che forniscono servizi di connettività possono ‘integrarsi’ nella piattaforma e rivendere i propri servizi alle aziende direttamente da essa”.
Ma è sulla Hpe Universal IoT Platform che la società punta strategicamente: “Trattandosi di una piattaforma open, in grado di integrare soluzioni multivendor e servizi di connettività eterogenei, è destinata ad ampliare la sua ‘portata’ man mano che l’ecosistema di vendor e partner si integra (già oggi il sistema permette di controllare dispositivi che si integrano e comunicano con gli standard oneM2M e Lightweight, di gestire dispositivi Sim e non-Sim, di supportare diversi tipi di gateway e sensori, tra i quali anche quelli LoRa per la connettività e lungo raggio e bassa potenza)”, conclude L’Anson.