Il Fashion Retail tra rivoluzione digitale e mercati emergenti

Le radicali trasformazioni in atto nel settore del fashion retail al centro di un evento organizzato a Venezia dalla software house francese Cegid. Web, social media e device mobili aumentano il potere dei consumatori e abbattono le barriere fra il mondo fisico e quello virtuale. Anche nei rapporti con le marche attraverso i vari canali.

Pubblicato il 17 Mag 2013

VENEZIA – Riconoscere sempre il cliente, indipendentemente dalle modalità di contatto, e far sì che il modo in cui sperimenta la sua relazione con la marca sia sempre la stessa. Espandere la presenza del brand a livello globale, puntando soprattutto sui mercati emergenti, rispettando nello stesso tempo le specificità locali. Sono due temi che ritornano come mantra durante le tre giornate di Retail Connection 2013, evento organizzato di recente dalla software house francese Cegid a Venezia per presentare le ultime innovazioni tecnologiche e di servizio, e confrontarsi sulle nuove abitudini dei consumatori e sulle evoluzioni dello scenario macro-economico, demografico e sociale che impattano sul mondo retail.

Patrick Bertrand, Ceo di Cegid

La rivoluzione digitale degli ultimi anni ha trasformato il modo in cui i consumatori scelgono, acquistano e si rapportano con i prodotti e con la comunicazione e i canali di vendita. “Secondo statistiche elaborate da Afdel (l’associazione francese dei produttori di software e di soluzioni Internet, ndr), negli ultimi tre anni le aziende che hanno costruito un solida strategia web sono cresciute tre volte rispetto alla media”, ha sottolineato Patrick Bertrand, Ceo di Cegid. Che subito dopo ha però messo in guardia da un approccio semplicistico rispetto all’innovazione tecnologica del business: “La rivoluzione digitale, oltre che opportunità, presenta anche dei rischi se non si tiene conto di fattori di natura politica, educativa e legati alla protezione dei dati personali”.
Dietro ai più recenti cambiamenti negli atteggiamenti e nei comportamenti dei consumatori ci sono oggi soprattutto le evoluzioni nell’uso degli strumenti di mobile computing. Sempre più spesso gli acquirenti si connettono infatti con tablet e smartphone ai comparatori di prezzo presenti sul web, cercano i negozi dove pensano di trovare esattamente i prodotti che desiderano a un costo conveniente (il mero prezzo non è comunque l’unico parametro tenuto in considerazione: conta molto anche il servizio), continuano questa navigazione sui siti di comparazione prezzi mentre si trovano all’interno del punto vendita e poi, conclusa l’esperienza di acquisto, condividono quest’ultima sui social network. Le reti sociali attribuiscono un sempre maggiore potere ai consumatori e, è emerso spesso durante Retail Connection 2013, vanno monitorate da parte delle aziende per comprendere sentimenti ed esigenze. “I consumatori – ha sintetizzato Thierry Burdin, retail product director di Cegid – desiderano vivere la stessa relazione e le stesse esperienze con un brand attraverso tutti i canali. Vogliono poter acquistare dove e quando desiderano, manifestando sempre le stesse aspettative di efficienza, convenienza e riconoscimento della loro fedeltà”. Marchi di produttori e di retail, infine, hanno l’esigenza di curare una clientela che diventa sempre più globale, sia perché molti gusti non conoscono frontiere, sia perché i consumatori viaggiano. Nuove tecnologie It e servizi possono aiutare i brand a gestire in modo efficiente le supply chain (per fare in modo che i clienti trovino sempre i prodotti desiderati in ogni punto vendita, possibilmente con uniformità di pricing), a condividere le informazioni sugli acquirenti per i programmi di loyalty, a supportare l’implementazione rapida, sicura e performante dei sistemi It nei nuovi negozi. Sempre più spesso aperti nei mercati emergenti.

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