Attualità

InfoCert, esempi di futuro digitale

Breve rassegna di testimonianze sull’innovazione digitale in aziende che operano in settori tradizionali. Velocità e trasformazione dei processi tra gli elementi di base.

Pubblicato il 01 Mar 2018

InfoCert

“Il futuro digitale è adesso” è il titolo di un recente convegno che si è tenuto nel Samsung District di Milano, dove responsabili delle tecnologie di grandi aziende e clienti InfoCert, si sono confrontati sui temi dell’innovazione digitale. Innovazione che se da un lato promette nuovo business, dall’altro spiazza per la velocità delle trasformazioni che determina.

Marco Barra Caracciolo, head of ICT country Italy di Enel ha portato l’esperienza della propria azienda la quale, in pochi anni, ha completamente rifondato il proprio business, riducendo a 24 mesi il ROI dei progetti e adottando GoSign (firma digitale) a supporto dei processi interni d’acquisto. “Serve essere più veloci, perché il futuro è domani e, a guardare troppo lontano, si commettono errori – spiega il manager -. La firma digitale ha trasformato i processi interni, sia con fornitori d’energia sia con i clienti”. Un’esigenza di cambiamento che riguarda anche il settore bancario, spinto da un lato ad offrire servizi digitali avanzati e dall’altro dall’esigenza di rispettare regolamentazioni pletoriche e servire clienti che continuano a usare la carta moneta. Per questo Banca 5, nata come “banca di prossimità” del Gruppo Intesa Sanpaolo ha adottato un approccio ibrido che unisce l’offerta dei nuovi servizi digitali, agli “sportelli virtuali”, realizzati abilitando con tecnologia InfoCert la rete dei tabaccai a svolgere le comuni operazioni bancarie.

Anche presso ING Bank Italy l’innovazione digitale deve partire dalle esigenze dei clienti. “Le tecnologie ci sono, ma è importante capire come ha più senso impiegarle”, spiega Rosy Alaia, head of daily banking protection & lending products della banca. ING Bank ha rivisto con logica agile i processi per il prestito personale: “l tempi erano lunghi e il cliente non era contento – precisa Alaia -. Abbiamo usato la firma digitale e i sistemi che valutano in tempo reale l’affidabilità di credito del cliente. Nel caso migliore [il cliente che accredita lo stipendio sul conto, ndr] dalla richiesta all’accredito del denaro prestato possono bastare oggi 5 minuti”. Simona Porati, responsabile banking e normativa/direzione IT & Innovazione digitale di Widiba offre un altro esempio di come la tecnologia abbia semplificato la vita al cliente. “L’apertura del conto corrente si può fare da casa compilando un form e facendosi riconoscere attraverso la firma digitale. Poiché i processi di validazione sono digitali, in un’ora il cliente può ricevere la carta di debito a casa”.

Dietro questa velocizzazione ci sono i processi InfoCert. “Abbiamo un brevetto del 2013 per l’apertura di un conto corrente usando la webcam – spiega Danilo Cattaneo, amministratore delegato di InfoCert -. La sperimentazione e l’esperienza su 15 milioni di firme digitali ci fa ritenere i processi via webcam più sicuri di quelli fatti ‘de visu’. E’ stato inizialmente difficile convincere il Garante della Privacy, ma oggi ci sono più di un milione di conti correnti aperti con questo processo. Widiba è stata la prima, ora tra Italia ed Europa ci sono altre 30 banche che la usano, tra le quali ING che la impiega a livello mondiale”.

Antonio La Rosa, head of IM B2B di Samsung ha accennato infine alla speciale collaborazione che oggi lega Samsung con InfoCert “con lo scopo di estendere i device mobili ‘trusted’ nel supporto delle applicazioni strategiche d’impresa”. Da alcuni mesi, InfoCert e Samsung stanno collaborando per certificare le applicazioni di firma sugli smartphone del costruttore coreano. L’accordo vuole rendere più accessibili applicazioni mobili sicure alla piccola e media impresa. Nelle prospettive strategiche di InfoCert, la collaborazione con Samsung costituirà un trampolino di lancio verso i mercati esteri dove, malgrado la filiale a Londra, la società italiana ha ancora scarsa presenza (il 90% del business è fatto oggi in Italia). L’impegno del management è collaborare con Samsung per portare all’estero nuove soluzioni per mercati verticali e non prevede per ora estensioni ad altri costruttori.

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