“Nel mondo mobile è importante ragionare in modo organico su come inserire non solo i dispositivi, ormai permeanti la vita lavorativa di molti di noi, ma applicazioni specifiche che indirizzino tematiche precise”, esordisce Giuliano Prati, Leader Business Unit Mobile di Intesys. “Può sembrare paradossale, ma una delle principali criticità consiste nell’aver ben chiari gli obiettivi da raggiungere: ci capita di essere contattati da aziende che vogliono un’app solamente perché ‘anche i competitor ce l’hanno’; oppure riceviamo brief da parte di aziende che vorrebbero applicazioni ‘in grado di fare tutto’; o ancora ci viene richiesto di preparare la base per futuri e ipotetici sviluppi di soluzioni omnicomprensive non ben chiare”.
Un’altra grande criticità, sostiene Prati, sta nella conoscenza e comprensione dell’ambito di cui stiamo parlando e degli impatti che una soluzione mobile può avere sui processi aziendali: “Quando si ragiona su soluzioni mobile, infatti, bisogna cambiare prospettiva rispetto ai progetti web. Un’applicazione non è un sito web, ma un vero e proprio software a sé. Per questo motivo è importante definire una strategia per la mobility che garantisca sicurezza delle informazioni e accesso ai dati offline e in mobilità”, spiega il manager.
Entrando nel merito delle esigenze aziendali, una buona parte delle aziende che si rivolgono a Intesys, “ha bisogno di consulenza e supporto per la progettazione e sviluppo di soluzioni per la propria workforce”, evidenzia Prati. “La leva principale è la migrazione dei servizi aziendali da Pc verso dispositivi mobile (tablet in particolare), attraverso lo sviluppo di applicazioni ad hoc in grado di coprire specifiche necessità aziendali. Nell’era in cui tutto è iper customizzato, le soluzioni ‘all in one’ che vanno bene per tutte le aziende sono sul viale del tramonto. Servono quindi strumenti cuciti sui reali bisogni e sui processi dell’azienda, prestando attenzione ai costi di sviluppo”.
Dal punto di vista tecnologico, però, portare in mobilità le applicazioni di business richiede alcuni passaggi fondamentali in termini di sviluppo e integrazione. “Come per ogni progetto che implica integrazioni applicative, i punti critici non mancano, ma possono essere mitigati attraverso una buona analisi iniziale”, riflette Prati. “Le caratteristiche peculiari dei dispositivi sono uno degli elementi da considerare: durata della batteria, quantità di memoria disponibile, dimensione dello schermo sul quale si lavora, processi in background sono tutti aspetti che se considerati solo a fine progetto possono comprometterne lo sviluppo. Anche il contesto d’uso va considerato in fase di progettazione e all’interno di questo si deve capire se la disponibilità parziale della copertura di rete può essere un elemento critico che necessita di specifici accorgimenti”.
Dal punto di vista dello sviluppo è importante strutturare correttamente non solo il flusso di informazioni, ma anche l’infrastruttura. “Per questo motivo all’interno di contesti B2B/B2E, Intesys tende a proporre come soluzione lo sviluppo di uno strato software intermedio che chiamiamo ‘Nodo d’integrazione’, in grado di fare da ponte fra i terminali mobili e gli applicativi aziendali. I terminali, tramite l’uso di webservice, dialogano con un’unica interfaccia che può essere ospitata da macchine virtuali scalabili a seconda del volume di dati. Nel caso in cui i servizi aziendali dovessero essere irraggiungibili si può quindi continuare a lavorare perché grazie a comunicazioni ‘server-server’ i dati vengono poi sincronizzati una volta ripristinato il corretto funzionamento dell’infrastruttura”, spiega in dettaglio Prati, che aggiunge: “Per concludere, il mobile sarà sempre più integrato con i processi aziendali offrendo enormi potenzialità alle aziende che desiderano investirvi, affiancate da consulenti in grado di avere una visione a 360 su questo mondo.”.