Nel 2017 il mercato italiano dell’Internet of Things ha proseguito la sua crescita e ha raggiunto i 3,7 miliardi di euro, con un incremento del 32% rispetto al 2016.
Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things, Politecnico di Milano, nel presentare il report, evidenzia il ruolo emergente della componente legata ai servizi che ha raggiunto i 1,25 miliardi di euro, pari al 34% del mercato, un valore in linea, e in alcuni casi superiore, con gli altri Paesi occidentali.
Le soluzioni proposte sono ancora “semplici”, come l’installazione di oggetti smart, l’invio di notifiche in caso di allarmi o la gestione in cloud dei dati. Stanno tuttavia emergendo servizi più evoluti come la manutenzione predittiva, grazie al monitoraggio real-time di parametri in arrivo dai macchinari, e la gestione di grandi asset (con soluzioni smart factory e smart asset management). La capacità di abilitare un modello di business basato sui servizi è una fra le più interessanti opportunità che IoT offre, come vedremo con più dettaglio in seguito.
Le aree di impiego di IoT
L’andamento delle soluzioni di Smart Metering e Smart Asset Management nelle utility si stabilizza, riducendosi al +3% dopo la crescita impetuosa registrata nel 2016 (+90% rispetto al 2015), spinta dagli obblighi normativi; con una quota del 26% del totale e un valore di 980 milioni di euro, resta tuttavia il principale segmento del mercato IoT. Al secondo posto, con il 22%, si colloca il segmento Smart Car che ha raggiunto il valore di 810 milioni di euro, con oltre 11 milioni di veicoli connessi in circolazione. Ad oggi prevalgono i sistemi box GPS/GPRS con finalità assicurative, ma si continua a registrare un forte incremento di auto nativamente connesse: il 60% dei veicoli immatricolati nel 2017 è dotato di un sistema di connessione fin dall’uscita dalla fabbrica. Seguono le applicazioni di Smart Building (14% del mercato), le soluzioni per la logistica (10%), la smart city (9%) e la casa (7%). Queste ultime, pur rappresentando quote di mercato ancora limitate, hanno registrato una crescita fra il 35% e il 45%.
Un discorso a parte merita la Smart Factory, con soluzioni per il controllo dell’avanzamento della produzione, la gestione della manutenzione e il supporto agli operatori nello svolgimento delle attività sulla linea. Nonostante una quota di mercato ancora modesta (4%) rappresenta una grande opportunità per il futuro di IoT.
Industrial IoT, integrare IT e tecnologie delle operation
In Italia l’Industrial IoT è in pieno sviluppo, principalmente grazie al Piano Nazionale Industria 4.0 che ha contribuito a diffondere conoscenza sul tema e all’adozione di soluzioni IoT nelle aziende: oggi solo l’8% delle imprese dichiara di non conoscere il tema (link:).
Da un’indagine svolta dagli Osservatori su 45 aziende in Italia e all’estero (i risultati derivano dall’analisi di 77 progetti, selezionati in ambito IoT) emerge che i progetti di Industrial IoT si distribuiscono principalmente fra: controllo dell’avanzamento della produzione (31%), manutenzione preventiva (28%), supporto agli operatori nello svolgimento delle attività sulla linea (22%) e material handling (20%). Ma c’è ancora molto da fare, soprattutto per quanto riguarda il tema dei dati.
“Nonostante l’Industrial IoT abbia mandato in pensione i vecchi SCADA, sostituiti con sistemi aperti e un controllo adattativo, per cogliere tutti i potenziali benefici sarà fondamentale valorizzare i dati raccolti all’interno degli ambienti di lavoro e delle supply chain e riprogettare i sistemi di monitoraggio e controllo nelle fabbriche – sottolinea Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things – Per farlo è necessario mettere insieme le tecnologie caratteristiche del mondo delle operation con l’approccio tipico dell’IT. Far convivere questi due mondi significa aprire grandi opportunità che non si limitano alla fabbrica ma si estendono agli ambiti più svariati, dagli aeroporti ai laboratori di analisi”.
Verso la servitization grazie a IoT e alla gestione intelligente dei dati
I dati sono l’ingrediente fondamentale anche per la cosiddetta servitization abilitata da IoT che le aziende iniziano a considerare un modo per aumentare i propri ricavi attraverso modelli di business basati sui servizi. L’aspetto più rilevante per abilitare i servizi deriva dalla capacità di sfruttare i dati raccolti dai dispositivi intelligenti, come evidenzia la crescente disponibilità di soluzioni che integrano IoT e piattaforme di analisi dei dati, il ricorso ad algoritmi di Intelligenza Artificiale (AI), l’introduzione di policy mirate a garantire la privacy e la sicurezza delle informazioni raccolte dagli oggetti connessi.
L’AI entra in gioco per gestire la grande quantità di dati che deriva dai dispositivi intelligenti connessi. “Per non essere sommersi dallo tsunami dei dati, sempre più in crescita anche a causa della diffusione dell’IoT, serve il contributo dell’AI – sostiene Marcello Restelli, Assistant Professor, Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano, che sottolinea – L’ultimo miglio dell’IoT, non consiste solo nella raccolta intelligente delle informazioni ma soprattutto nella capacità di prendere decisioni”. In buona sostanza la grande quantità di dati che arriva dall’IoT è funzionale al Machine Learning (riducendone i tempi di apprendimento), mentre l’AI, a sua volta, abilita un utilizzo intelligente dei dati anche al fine della presa di decisioni.
Per dirla con uno slogan “IoT needs AI”. E viceversa.
In prospettiva…
La ricerca prevede un’ulteriore crescita dell’Industrial IoT che potrà beneficiare della proroga degli incentivi legati al super ammortamento e all’iper ammortamento previsti dal Piano Nazionale Industria 4.0 anche nel 2018. Si prevedono i tassi di crescita significativi nell’anno in corso anche per Smart Metering, grazie all’impulso della normativa che spingerà l’ingresso sul mercato di 4 milioni di smart meter gas e 5,5 milioni di contatori elettrici di seconda generazione. La Smart Car proseguirà a sua volta il trend positivo, spinto anche dalla normativa eCall che prevede l’obbligo di allerta automatica per i nuovi modelli di auto e furgoni in caso di incidente. Alcuni segnali di ingresso sul mercato italiano di servizi offerti dai grandi Over-The-Top, come ad esempio Google Home, fanno infine ben sperare anche per il settore Smart Home.