Il Covid si è abbattuto anche sui droni. Secondo quanto si legge nei dati dell’Osservatorio Osservatorio Droni 2021 della School of Management del Politecnico di Milano il mercato professionale dei droni, dopo una buona crescita registrata nel 2019 (+17% sul 2018), nell’anno della pandemia ha perso quota, passando da un valore di 117 milioni di euro a un totale di 73 milioni di euro, con un calo del 38%.
Tutti i dati dell’Osservatorio Droni 2021 nel dettaglio
Quasi la metà delle imprese del settore intervistate dall’Osservatorio Droni ha potuto svolgere solo una piccola parte delle attività quotidiane (48%) e una su cinque è stata costretta a chiudere (21%).
Sono 447 i progetti di applicazione industriale di droni mappati dall’Osservatorio Droni 2021 che fanno riferimento al biennio 2019-2020, di cui 199 nell’ultimo anno, il 20% in meno rispetto ai dodici mesi precedenti. Il 30% dei progetti riguarda ispezioni e sopralluoghi, l’ambito più maturo che da solo copre il 43% dei progetti operativi, il 26% il trasporto, che invece si trova ancora in una fase esplorativa.
I progetti di applicazione industriale di droni censiti da fonti secondarie, 199 nel 2020, sono diminuiti del 20% rispetto all’anno precedente, addirittura del 50% nel caso delle sperimentazioni e dei progetti operativi, mentre sono aumentati gli annunci e gli utilizzi una tantum. Ma il settore nel complesso ha retto (solo 66 delle 700 imprese della filiera professionale dei droni che si trovano in una condizione di completa inattività) e guarda al futuro con ottimismo.
L’80% delle imprese dell’offerta confida in una robusta crescita del mercato nei prossimi tre anni e il 50% inizia a percepirlo come un mercato di massa.
Una spinta arriverà dall’evoluzione normativa, con il nuovo Regolamento Europeo Droni, accolto favorevolmente dal 60% delle imprese per il suo impatto positivo dal punto di vista commerciale e industriale. E un ulteriore impulso verrà dato dall’ingresso di nuovi attori nel settore, che è continuato anche nel 2020.
“Il 2020 – ha affermato Marco Lovera, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Droni – è stato un anno difficile per un mercato ancora emergente, composto prevalentemente da startup e piccole imprese e già messo alla prova dalle variazioni normative e dalla mancanza di una piena consapevolezza dei vantaggi di questa tecnologia . Il settore, però, non ha subito danni irreversibili e le prospettive future sembrano molto positive. L’evoluzione che ci aspettiamo nei prossimi anni passerà attraverso la concentrazione del mercato, l’ingresso di imprese da settori attigui e l’apertura ai mercati internazionali. Per farsi trovare preparate le imprese dovranno stringere collaborazioni con altre organizzazioni (imprese e/o enti pubblici) e fare sistema attorno a innovazioni tecnologiche e applicative”.
“Il crollo di sperimentazioni e progetti operativi – ha commentato Cristina Rossi Lamastra, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Droni – è l’effetto della situazione di emergenza: da un lato le restrizioni e le chiusure imposte hanno impedito alle imprese di far partire nuovi progetti, dall’altro l’uso dei droni per garantire il rispetto delle norme di distanziamento sociale ha favorito utilizzi spot, il cui successo ha poi trainato l’aumento degli annunci. Fra le applicazioni emergenti, la cosiddetta Urban Air Delivery, che comprende la last-mile delivery di piccoli pacchi a singoli clienti, la consegna di materiale sanitario urgente e i trasporti di carichi pesanti, sta attraversando un forte hype e sta attirando l’interesse di imprese e autorità regolatorie di moltissimi Paesi”.
Il ruolo dei droni durante l’emergenza
La crisi sanitaria ha avuto un impatto negativo sul mercato dei droni ma ha anche messo in luce le potenzialità di questa tecnologia. L’Osservatorio ha censito oltre 60 progetti a livello internazionale nati come risposta all’emergenza, di cui il 70% promossi da pubbliche amministrazioni.
Il 37% di queste iniziative è dedicato al monitoraggio della popolazione, il 25% alla consegna di materiale medico urgente di dispositivi di protezione individuale, il 17% si concentra sulla comunicazione delle linee guida per il distanziamento sociale, il 14% riguarda la sanificazione di edifici e strade, il 5% ha prodotto spettacoli aerei.
Solo una minoranza di Comuni italiani, tuttavia, sta utilizzando questi dispositivi: il 29%, anche se solo il 28% esclude la possibilità di utilizzarli nei prossimi 3 anni.
L’evoluzione normativa
Il 31 dicembre 2020 è entrato in vigore il nuovo Regolamento Europeo Droni che ha trasferito buona parte della normativa sotto il presidio della European Union Aviation Safety Agency (EASA), armonizzando i regolamenti sull’intero territorio dell’Unione Europea, facendo decadere le regolamentazioni nazionali e abolendo la distinzione tra utilizzo ricreativo e professionale dei droni.
Il nuovo Regolamento è stato accolto con favore dalle imprese del settore. Il 60% delle aziende rispondenti alla survey sostiene infatti che la nuova normativa darà un importante impulso al mercato commerciale e industriale dei droni, il 65% ritiene che l’obbligo di montaggio di sistemi di Electronic Identification (transponder) sui droni previsto dalla normativa rappresenterà un primo passo fondamentale verso uno spazio aereo più sicuro ed evoluto e la metà del campione analizzato sostiene che la marcatura CE garantirà una maggiore sicurezza e controllo degli aeromobili in circolazione.
Nel 2020 ha confermato la centralità della piattaforma D-Flight come unico strumento di registrazione, cartografia e rilascio delle dichiarazioni. Sono quasi 24mila i droni registrati sul portale nel 2020, di cui l’82% ricreativi e il 18% professionali.
La maggior parte sono di piccola dimensione, con l’85% che non supera 1 kg di peso, il 13% sotto i 5 kg e solo il 2% con un peso superiore.
Le start up monitorate dall’Osservatorio Droni 2021
Secondo l’Osservatorio Droni 2021, sono 334 le startup internazionali che operano nel mercato professionale dei droni, per un totale di un miliardo di dollari di finanziamenti raccolti.
Le startup che si occupano di innovazione di prodotto sono le più numerose (64%) e attirano in media 3,8 milioni di dollari di investimenti. Le più finanziate sono quelle che integrano prodotti e servizi nella propria offerta, con quasi 5 milioni di dollari in media, e rappresentano il 14% del totale.
Le realtà che si concentrano solo sui servizi sono il 22% e raccolgono mediamente 1,9 milioni di dollari.
Il 91% delle nuove imprese innovative opera nei settori Infrastrutture, Utility e Pubblica Amministrazione, mentre i principali ambiti applicativi sono ispezioni e sopralluoghi di edifici, infrastrutture o impianti energetici (136 startup, il 40%), trasporti (52) e sicurezza e sorveglianza (46).