L’incontro “Mobility: come bilanciare governance/security e user experience” , organizzato da ZeroUno in collaborazione con MobileIron, ha portato al tavolo le esperienze cross-industry di alcune imprese italiane.
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LO SCENARIO PRESENTATO IN TAVOLA ROTONDA – Enterprise Mobility, istruzioni per l’uso | |
LA SOLUZIONE – MobileIron, come governare device e app |
L’evento è stato moderato da Valentina Bucci, Giornalista di ZeroUno che ha introdotto il tema sottolineando tre aspetti principali: L’esperienza utente, la security, la cultura aziendale. L’analisi di mercato è stata invece proposta da Paolo Catti, Associate Partner di P4I – Partners4Innovation, che ha approfondito, attraverso una serie di dati, le principali tendenze della mobility e i percorsi di “mobile transformation” oggi in atto presso le aziende.
L’importanza di governance e ascolto
Loris Conte, It Project Manager di Snam, ha portato l’attenzione sul settore Utility: “Nel 2013 abbiamo attivato una prima iniziativa di work force management: grazie a un’app, i manutentori vengono informati degli interventi da effettuare in giornata, senza più doversi recare in sede. Da quasi un anno, è stato avviato un progetto di smart working, che però non ha ancora una visione organica: le app sono state implementate a spot e stiamo lavorando per uno store aziendale che ne consenta la corretta governance”. Conte sottolinea il lavoro di continuo confronto tra team It e Lob per lo sviluppo di app realmente utili e conformi alle aspettative.
A questo proposito, Riccardo Canetta, Regional Sales Director Italy, Turkey and Greece di MobileIron, ha insistito sull’importanza dell’ascolto: “Bisogna soddisfare le esigenze di user experience. Gli utenti anche senza background informatico aggirano ormai facilmente le restrizioni. Le nostre soluzioni sono progettate per essere trasparenti e non alterare la fruizione di app e dispositivi, finché non venga commessa un’infrazione alle regole di sicurezza. Il dipendente deve sentirsi libero di scaricare le proprie applicazioni e lavorare secondo le aspettative, ma bisogna garantire il controllo”.
Il mobile entra in fabbrica e in albergo
Edo Grasselli, Infrastructure Area Manager di STMicroelectronics per l’area Sud-Est Europa e Malta, ha parlato della mobility in fabbrica: dotati di device con app sviluppate ad hoc, gli operai possono inserire direttamente a sistema la documentazione sulle attività produttive dei microchip, secondo una procedura paperless. “L’introduzione del mobile ha aumentato la flessibilità del lavoro sia per gli operai sia per i capi turno, che non devono più vagliare risme di documenti cartacei al termine del servizio. Il progetto ha richiesto il disegno di un’infrastruttura wi-fi particolare, oltre alla formazione dei dipendenti, ma ha cambiato radicalmente il modus operandi stimolando anche tutta una serie di iniziative accessorie”. I benefici ottenuti sono stati elevati: “Oggi possiamo avere un’immagine in tempo reale sulla fabbrica, offrendo ai clienti chiave la possibilità di verificare il processo di lavorazione dei loro prodotti. In un anno e mezzo, soltanto i risparmi ottenuti sulla carta (costosissima, perché adatta all’impiego in camera bianca) hanno ripagato i costi dell’infrastruttura”.
Sempre di efficienza, ma in ambito Hospitality, ha parlato anche Alessandro Bruni, Cio di Baglioni Hotels: “Le attività di manutenzione e house keeping (verifica dello stato camera) venivano registrate in modalità offline (carta e penna). Attraverso l’adozione di soluzioni mobile, le segnalazioni verranno inserite direttamente a sistema, offrendo una vista realtime sulle operazioni”. Secondo Bruni, il progetto ha richiesto il commitment della direzione e il coinvolgimento degli attori interessati, perché rivoluziona i processi esistenti: “Le abitudini sono dure a morire – ha aggiunto il Cio – e non è semplice convincere il personale ad adottare nuovi metodi e strumenti di lavoro”.
Vincere le resistenze: non sempre è facile
Stefano Tabacco, Cto di Saras, invece, ha raccontato l’esperienza di una tra le maggiori società di raffinazione in Europa: “Siamo ancora a uno stadio embrionale per i progetti di mobility. L’intenzione è partire con iniziative pilota che coinvolgano aree circoscritte; un tema d’interesse è la gestione dei fermi degli impianti, così da snellire la burocrazia e ridurre l’utilizzo di carta”. Un altro punto caldo è la manutenzione predittiva, che va a braccetto con l’IoT. Secondo Tabacco, la sfida maggiore per la digitalizzazione è vincere la chiusura del mondo “fabbrica”, ancora isolato e “aristocratico” (chi lavora nella produzione difficilmente mette in discussione il modus operandi vigente, soprattutto se gli input al cambiamento vengono da attori esterni, che non conoscono le “vere necessità” del lavoro manifatturiero).
“Fare mobility oggi – ha commentato Canetta – va oltre l’app di posta sul telefonino del manager. I progetti coinvolgono un ampio spettro di attività specifiche e diventano sicuramente più interessanti. Tuttavia, aumentano anche le difficoltà nel fare recepire le opportunità derivanti dalle soluzioni mobile”.
Cambiare i processi per generare valore
“La prima sfida – è intervenuto Marco Bersani, It Area Manager di Atm – Azienda Trasporti Milanesi – è trasmettere il valore delle soluzioni mobile: non sono capricci tecnologici, ma strumenti di lavoro. Senza queste premesse, il progetto non porta valore all’azienda”. Un’altra barriera importante è l’integrazione: come riporta Bersani, un’iniziativa di mobility per la gestione dei magazzini realizzata nel 2012 ha messo in luce la difficoltà nell’interfacciare la app con il gestionale Sap. Inoltre, si impone la trasformazione dei Sistemi Informativi: “Per questo progetto – ha aggiunto – abbiamo ridefinito alcuni ruoli dell’It, separando gli esperti di sviluppo dalle figure preposte al ridisegno del processo. Una struttura che abbiamo mantenuto e affinato anche in futuro”.
Simona Balzano, Head of Enterprise Architect di Zurich Insurance Company, infine, riflette sulla rilevanza della user experience: “Se l’app – ha dichiarato – è davvero utile, la facilità d’uso passa in secondo piano: gli utenti la utilizzano ugualmente”. Per una società assicurativa, che tratta informazioni confidenziali, la vera difficoltà è conciliare la mobility con la privacy. Dopo i progetti Byod per consentire l’utilizzo della posta in mobilità, sono state avviate iniziative di telelavoro “per ridurre il personale in sede e risparmiare su spazi-costi”. “Siamo partiti con un progetto pilota circoscritto alle attività di data entry (misurabili indipendentemente da dove vengono svolte) – ha continuato Balzano – ma non tutte le mansioni si prestano allo smart working”. Più difficile è trovare ambiti applicativi di mobility diretti agli agenti (servono meccanismi di governance efficaci e non sempre accettati) o all’utente finale (il rapporto con le società di assicurazioni è saltuario). “La mobility – ha concluso Balzano – offre opportunità interessanti, ma va affrontata con estrema razionalità: le app devono rispondere alle esigenze reali, tenendo conto delle peculiarità di settore. Non siamo aziende digital-native e la trasformazione impone innanzitutto un cambiamento dei processi”.