MILANO – Campi profughi improvvisati, cliniche mobili, porti o addirittura in mare: l’emergenza migranti, che ormai ha perso il carattere di eccezionalità, impone al personale sanitario di operare in condizioni quasi sempre drammatiche. In queste situazioni la rapidità e la tempestività nel raccogliere le informazioni necessarie per fronteggiare i casi più critici può diventare un fattore di sopravvivenza determinante. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Ibm, Medici senza Frontiere dispone oggi di People on the Move, un’app per la raccolta di informazioni mediche e personali direttamente sul campo, sviluppata da un team dedicato dello Smart Solution Lab di Roma di Ibm Italia.
“Siamo orgogliosi di questo progetto: Msf è presente in più di 30 paesi, Ibm praticamente in tutto il mondo, ma è qui in Italia, grazie all’impegno e alla mediazione culturale della Fondazione Ibm, che questo progetto è stato ideato e sviluppato”, ha esordito Gabriele Eminente, Direttore Generale di Msf alla presentazione ufficiale dell’applicazione, affermando poi: “E voglio ringraziare Ibm che ci ha supportato su un tema complesso, che può anche essere divisivo. L’app che la Fondazione Ibm ci ha donato è uno strumento innovativo, di elevata qualità medico-scientifica che renderà ancora più tangibile il drammatico impatto delle politiche attuali sulle vite di moltissime persone”.
Stesso orgoglio è stato manifestato da Enrico Cereda, Amministratore Delegato di Ibm Italia: “Msf e Ibm mettono l’uomo al centro e il tratto che unisce i nostri rispettivi campi di attività è la tecnologia. Grazie alla tecnologia che abbiamo sviluppato per Msf, l’organizzazione umanitaria riesce a velocizzare le operazioni di intervento”.
People on the Move consente di registrare in forma anonima le caratteristiche dei pazienti, le loro condizioni di salute e vulnerabilità (minori non accompagnati, donne incinte, disabili, persone sopravvissute a traumi o con patologie croniche), i traumi subiti prima o durante il viaggio, il tipo di intervento medico o psicologico effettuato dalle équipe di Msf, fino all’eventuale trasferimento nel sistema sanitario nazionale. L’app è stata promossa dalla Fondazione Ibm Italia nell'ambito del programma Impact Grants, un'iniziativa pro-bono che ha l'obiettivo di supportare le Ong mettendo a disposizione le competenze e gli strumenti tecnologici più avanzati. Cereda ha quindi ricordato tecnologie, strumenti e servizi che concorrono alla realizzazione del progetto, che è stato poi illustrato nel dettaglio da Giorgia Iarussi, Smart Solution Lab Manager di Ibm.
La situazione medica a portata di smartphone
La soluzione software si compone di due parti:
- una mobile app per i medici che operano sul campo utilizzando smartphone e tablet e che deve poter funzionare sia online sia off line;
- una web application per l’esportazione e l’analisi dei dati a disposizione degli epidemiologi per avere un quadro della situazione sanitaria di un determinato contesto, precisa e in tempi rapidi.
“Per quanto riguarda la mobile app è stata posta molta attenzione alla realizzazione dell’interfaccia – ha specificato Vittoria Gherardi, Responsabile Medico di Msf – perché ci troviamo spesso a operare in situazioni di estremo disagio ed è indispensabile che nell’inserimento dei dati il personale possa vedere nel modo più chiaro possibile, le opzioni, i campi da compilare ecc.”; la semplicità di fruizione è lo spirito che ha guidato anche lo sviluppo della web application: “L’esportazione dei dati, il cui output è un file csv, avviene con un semplice click. Inoltre la struttura del file generato è già pronta per poter implementare, in uno sviluppo futuro al quale stiamo già pensando, la tecnologia di data analytics di Ibm Watson”, ha chiarito Iarussi. Tutte le informazioni raccolte, in forma anonima tramite un codice identificativo numerico, vanno ad alimentare un database che le rende disponibili per analisi statistiche e predittive. La soluzione, per il momento, consente l’inserimento e l’analisi di soli dati strutturati, ma si pensa alla possibilità di utilizzarla anche per dati non strutturati: le potenzialità della big data analytics in ambito sanitario sono enormi e quello compiuto con People on the Move è solo uno dei passi della collaborazione, che dura da anni, tra Ibm e Msf.
Ibm non si è “limitata” a sviluppare il software, ma garantisce il funzionamento della soluzione offrendo a Msf l’intera infrastruttura sulla quale la soluzione poggia: la Platform as a Service Ibm Bluemix che mette a disposizione tutta una serie di servizi; il cloud data center che Ibm ha inaugurato lo scorso anno a Milano, basato su infrastruttura Softlayer, che ospita, su Ibm Db2, il database dei migranti (ribadiamo, in forma anonima) per effettuare tutte le analisi di cui sopra (vedi figura).
Serbia, Trapani e in mare: i primi risultati
“Tra gli aspetti fondamentali di questa iniziativa, per noi c’è stata la grande flessibilità dimostrata da Ibm nella realizzazione del progetto. Quando abbiamo iniziato, pensavamo a un utilizzo di un certo tipo per rispondere a situazioni tipo quella di Idomeni [il mega campo profughi greco dove, prima dell’accordo dell’Unione Europea con la Turchia, transitavano migliaia di profughi con una permanenza di pochi giorni, ndr]; oggi, oltre al soccorso in mare, ci troviamo ad affrontare situazioni molto diverse dove i profughi sono ammassati in situazioni di estremo disagio per lunghi periodi”.
Dopo una prima fase di test, l’app è oggi in uso in tre progetti:
- in Serbia, dove Msf offre assistenza attraverso cliniche mobili nei campi al confine con l’Ungheria e nei parchi di Belgrado, è stata utilizzata per 2444 consultazioni mediche, 206 sessioni individuali di salute mentale e 174 sessioni di gruppo in soli due mesi, a opera di due team di medici e psicologi;
- a Trapani, dove Msf fornisce servizi per la salute mentale nei Centri di Accoglienza Straordinaria, è servita agli psicologi per 165 prime visite, 164 follow-up e 78 sessioni di gruppo;
- sulla nave Bourbon Argos il tablet viene usato dal team medico che raccoglie tanto i dati medici individuali dei pazienti assistiti, quanto i dati aggregati dei diversi soccorsi (dall’avvio della App, 7 soccorsi per un totale di 4337 persone).