NetScaler: il load balancer evoluto per gli ambienti cloud e Byod

Citrix permette di realizzare soluzioni di application delivery controlling che fanno leva sia sulle architetture software-based sia su quelle fisiche. I risultati? Migliore gestione ed erogazione della user experience e della sicurezza indipendentemente da dove si trovino gli utenti e dai device utilizzati.

Pubblicato il 30 Mag 2013

La gestione delle reti oggi è molto diversa da quella ancora valida pochi anni fa. Nei network legacy quasi tutte le problematiche da affrontare iniziavano e finivano all’interno della Lan. Ormai, con lo sviluppo del web, della mobility e del cloud, occorrono strumenti in grado di fornire servizi e applicazioni a sistema informatico che si estende oltre le mura aziendali e che può essere acceduto con diversi tipi di device. “Con la crescita del fenomeno Byod, dell’esternalizzazione del lavoro e della necessità di integrare in modo efficiente branch distribuite in tutto il mondo – sottolinea Riccardo Pasini, Lead Sales Specialist Networking, Virtualization e Cloud di Citrix Italia –, diventa sempre più importante capire come i servizi It vengono erogati a ogni singolo utente dell’infrastruttura”.

Per assicurare a tutti gli utenti, interni o esterni all’azienda, la stessa user experience da qualsiasi tipo di dispositivo e un adeguato livello di sicurezza, diventano sempre più cruciali gli Application delivery controller (Adc) di nuova generazione. Parliamo di dispositivi di cloud networking che rappresentano un’evoluzione dei tradizionali load balancer. “I nostri load balancer o Adc, chiamati NetScaler – interviene Pasini – possono rappresentare i punti da cui tutti possono accedere alle applicazioni e ai servizi dei data center con l’applicazione delle policy ottimali a livello di prestazioni, disponibilità e security”.

Riccardo Pasini, Lead Sales Specialist Networking, Virtualization e Cloud di Citrix Italia

Tra i punti di forza della proposta NetScaler spicca la possibilità di effettuare implementazioni sia fisiche sia virtuali con il supporto delle medesime funzionalità (feature parity). Questo consente di creare soluzioni Adc consolidate che fanno leva sia sui vantaggi della virtualizzazione (elasticità e convenienza) sia su quelle delle appliance hardware (maggiori throughput, sicurezza intrinseca tipica delle black box, possibilità di integrare nativamente funzionalità di accelerazione). “Gli It manager – esemplifica Pasini – possono creare architetture a due livelli in cui sono presenti sia Adc NetScaler virtuali (Vpx) sia fisici (Mpx) e gestire tutto tramite un’unica piattaforma (Sdx). I NetScaler virtuali sono adatti a essere inseriti vicino alle singole applicazioni e si possono spostare senza interventi sull’infrastruttura fisica. Sono ideali, inoltre, per le medie aziende, per gli ambienti di testing e per i cloud service provider, che possono erogarli a più clienti da un’unica infrastruttura fisica, con conseguenti risparmi di costi energetici. Per contro, gli Adc fisici sono consigliabili nei front end tra le aziende e il mondo esterno e laddove sono richieste performance molto elevate. Con le nostre soluzioni, comunque, è possibile definire policy Adc in ambiente di testing con le appliance virtuali e poi esportarle su quelle fisiche per l’applicazione in produzione”.

Tra gli altri plus dell’application delivery controlling targato Citrix si segnala, inoltre, il supporto dello standard Appflow, che permette ai pacchetti “taggati” e “loggati” dagli Adc di essere analizzati da tool di terze parti, nonché del nuovo NetScaler Insight, senza compromettere le performance applicative perché si tratta di soluzioni non intrusive. E merita di essere menzionata anche l’alleanza strategica con Microsoft, che ha condotto allo sviluppo di una funzionalità di accelerazione delle query Sql sul database relazionale di Redmond, con conseguenti vantaggi sulle performance applicative.

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