Smartphone, tablet, laptop e altre tecnologie eterogenee, di ogni piattaforma e con ogni sistema operativo, chiedono in ogni momento e da ogni luogo di collegarsi ai sistemi informativi di un’azienda o un’organizzazione in mobilità. Il Bring your own device (Byod), nato sull’onda del desiderio degli utenti di poter utilizzare i propri dispositivi personali nell’attività lavorativa, ormai non è più un termine di moda, ma una realtà. “Dipende dal mercato” puntualizza Ian Evans, Vice President and Managing Director Emea di AirWatch by VMware. Per mercato, in questo caso, si può intendere un’area geografica, una dimensione aziendale, un settore economico. “A livello geografico – continua il manager del vendor di soluzioni di Enterprise Mobility Management (Emm), recentemente acquisito da VMware – l’America guida il trend dell’adozione del Byod. Il modello è
più adottato nelle aziende medie e medio-grandi, mentre in quelle ancora più grandi dominano ancora strategie incentrate sui corporate device. Per quanto riguarda i settori merceologici, il Bring your own device tende a diventare la norma nelle organizzazioni che dispongono di molti collaboratori a contratto d’alto profilo o interagiscono con molte terze parti. Un esempio è il settore oil and gas”.
Una maggiore resistenza alla penetrazione del Byod si verifica, ovviamente, nelle realtà in cui la gestione delle informazioni e dei processi è molto regolamentata, come gli enti pubblici. E questo anche se le feature di sicurezza incorporate nei device e nelle soluzioni Emm di oggi potrebbero far dormire sonni tranquilli ai responsabili della security. Spesso, però, le funzionalità Emm più avanzate si ritrovano in tecnologie sviluppate da singoli produttori di dispositivi e sistemi operativi (Os) mobili a vantaggio solo delle proprie piattaforme. È per questo motivo che una delle più importanti missioni di un vendor Emm come Airwatch è quella di offrire soluzioni “device e Os agnostiche”, sfruttando tutte le Api (Application programming interface) messe a disposizione dai vendor, oltre che di aggiungere funzionalità originali innovative.
“L’acquisizione da parte di VMware – aggiunge Evans – ci consente di fare un passo avanti nell’integrazione tra le funzionalità di desktop management e quelle Emm di Airwatch, che abbracciano tutti i dispositivi Byod. Questo permette di gestire da una singola console tutti i device degli end user. Inoltre possiamo focalizzarci sui cataloghi di applicazioni. È possibile, per esempio, raggruppare applicazioni diverse per dispositivo supportato ma che forniscono le stesse funzionalità”.
Altri aspetti importanti della filosofia Airwatch sono la multitenancy e la scalabilità. “Le nostre soluzioni – spiega Evans – possono essere configurate diversamente a seconda delle divisioni aziendali, dei gruppi di lavoro, delle funzioni e perfino di aziende diverse in uno stesso gruppo. E inoltre possono essere fornite su appliance on-premise, in public cloud o private cloud. L’utente può così facilmente migrare da un’architettura all’altra soddisfacendo così le proprie necessità di scalabilità. Già, perché il futuro del Byod prevede, almeno per i prossimi 24 mesi, un’importanza e un aumento crescente dei device, e non il contrario”. Oltre, ovviamente, allo sviluppo di molti business case significativi.