MILANO – Come mettere d’accordo lo smart working con la percezione di un’effettiva sicurezza dei dati personali o aziendali? La sfida non è semplice. Secondo una ricerca commissionata da Citrix alla società Ales Market Research, su un campione di 600 lavoratori italiani di età media di 40 anni, il 73% di chi utilizza smartphone e app ritiene che le proprie informazioni personali siano “da un po’ a molto” più vulnerabili rispetto a quando non impiegava queste tecnologie. Questa percentuale sale all’83% tra i millennial [persone di età 18-35 anni]. L’81% degli intervistati, inoltre, ritiene che i propri dati siano a rischio di violazione in ogni momento.
Se si considera quante e quali informazioni ormai si scambiano e si memorizzano con i device mobili e le applicazioni cloud, non meraviglia che il 70% del panel consideri più traumatizzante una violazione alle proprie credenziali It e ai propri file rispetto al furto del portafoglio.
Quale la strategia di difesa viene allora proposta da Citrix, azienda divenuta famosa negli anni passati per alcuni dei primi software che permettevano l’accesso da remoto ad applicazioni residenti su server Windows?
“Lo spazio di lavoro del domani – risponde Benjamin Jolivet, Country Manager di Citrix Italia – sarà definito sempre più in modo software che fisico. Per questo motivo stiamo spingendo sul concetto di Software-Defined Workspace, che si basa su tre pilastri: una workflow transformation, che richiede la collaborazione stretta fra It, direzioni generali e direzioni delle Line of Business; un migliore ingaggio dei collaboratori, che prevede un’alleanza fra It e direzione delle risorse umane; e un ripensamento degli spazi fisici delle aziende, che vede impegnati soprattutto le direzioni generali e chi si occupa di real estate management. In un contesto che vede aumentare i dipendenti che operano in mobilità, è naturale che diventi più sentito il problema della sicurezza delle applicazioni e dei dati a cui si accede tramite pc portatili, tablet e smartphone. Per quanto concerne questi ultimi, peraltro, ormai l’84% dei lavoratori utilizza il proprio cellulare anche per motivi professionali”.
La vision del software-defined workspace di Citrix mira a permettere il lavoro in sicurezza su dati aziendali indipendentemente dal tipo di device, network e app utilizzati.
“Continuiamo a preoccuparci della sicurezza delle risorse on premise e di quelle accessibili via web – aggiunge Jolivet – ma in questo momento la nuova frontiera su cui concentrarsi è quella delle mobile app. Laddove vi sono app vi sono anche dati sensibili. Pertanto è necessario offrire all’It delle aziende soluzioni dotate di intelligenza e automazione che ovvino al problema di un’inevitabile difficoltà di controllo associata al mobile e al cloud”. Le risposte Citrix a questa problematica sono compendiate in un offering che include aggregatori di app (XenApp, XenDesktop e XenMobile), un gestore della distribuzione e della sicurezza dei network (NetScaler) e una soluzione per la sicurezza dei dati condivisi fra più device e utenti (Share File).