“Abbiamo fiducia nelle imprese – ha dichiarato Matteo Renzi presentando poco tempo fa il Piano Nazionale Industria 4.0 a Milano – Stiamo vivendo una rivoluzione, ci saranno nuovi vincenti e nuovi perdenti, l’Italia deve essere la patria della possibilità”.
Il piano, in generale, ripone grande fiducia nelle aziende; lo Stato infatti interviene con azioni orizzontali e non verticali o settoriali, lavora sui fattori abilitanti, senza ricoprire un ruolo dirigista.
“Il piano – ha affermato il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda – mobiliterà 24 miliardi di euro di investimenti privati su tecnologie, innovazione e ricerca e sviluppo, mentre l’impegno pubblico complessivo è pari a 13 miliardi di euro che sono stanziati su molteplici iniziative”.
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IL COMMENTO – Polimi: il Piano Industria 4.0, ciò di cui l’Italia aveva bisogno |
Le linee strategiche del Piano riguardano incentivi agli investimenti innovativi (anche dal punto di vista di ricerca e sviluppo e della finanza a supporto) e all’acquisizione di competenze, attraverso iniziative quali
Who's Who
Matteo Renzi
Alternanza Scuola Lavoro, percorsi Universitari e di Istituti tecnici superiori, il potenziamento di cluster e dottorati e la promozione di Digital Innovation Hub e di Competence Center.
“Mentre i Digital Hub nascono spontanei sul territorio – ha specificato Calenda – il Governo si impegnerà sui Competence Center. Per non dare investimenti a pioggia, abbiamo deciso di partire investendo (previsti 100 milioni) su Politecnici, Scuola Superiore Sant’Anna, Università di Bologna, la Federico II di Napoli e le Università Venete”.
Le direttrici di accompagnamento riguardano le infrastrutture abilitanti (impegno sulla banda larga e massima collaborazione alla definizione di standard e criteri di interoperabilità IoT) e gli strumenti pubblici di supporto promuovendo, tra l’altro, lo scambio salario-produttività attraverso la contrattazione decentrata aziendale.
Gli strumenti del Piano Industria 4.0
Who's Who
Carlo Calenda
Tante le iniziative cui sono state destinate le risorse. In particolare si fa riferimento a una serie di agevolazioni: tra questi il Superammortamento (un incremento dell’aliquota da 140% a 250% che sarà prorogato) per gli investimenti in Industria 4.0; mentre per il credito d’imposta alla Ricerca è previsto un incremento dell’aliquota su ricerca interna dal 25% al 50% e il limite di credito massimo per contribuente sale da 5 a 20 milioni.
Sul fronte della finanza a supporto di Industria 4.0, Venture capitalist e startup, l’impegno è diretto a incentivare gli investimenti privati su tecnologie e beni. In particolare le novità riguardano le detrazioni fiscali al 30% per investimenti fino a un milione in Pmi innovative, e ancora, la detassazione del capital gain su investimenti a medio/lungo termine e fondi dedicati all’industrializzazione di idee e brevetti innovativi.