“Ciò che era straordinario è possibile”. Così Marco Icardi, VP doi SAS e CEO di SAS Italy, ha scelto d’introdurre la platea di circa 2000 tra imprenditori, professionisti convenuti a metà maggio al Forum Milan 2018 sui temi del momento: l’artificial intelligence (AI), il machine learning (ML) e l’analytics economy.
Argomenti d’interesse per aziende che hanno necessità di far evolvere o creare nuovi business, come hanno dato testimonianza i relatori invitati da SAS per l’occasione.
“Viviamo in un mondo in cui ‘la normalità’ è cambiata – ha spiegato Icardi – come dimostrano le discussioni pubbliche sull’uso dei dati social o di moratorie sulle armi-drone. Entro il 2025 ci saranno 1000 sensori (IoT, ndr) per ogni abitante del pianeta e dati che dovranno necessariamente essere elaborati da sistemi autonomi e intelligenti”. L’umanità, secondo il manager, è sempre più dipendente dagli algoritmi: “Quanto oggi dall’elettricità – precisa Icardi -. I sistemi intelligenti sono impiegati nella guida degli aerei, nel controllo delle transazioni finanziarie, nelle prenotazioni d’albergo, nelle prescrizioni mediche, nelle pianificazioni d’intervento nei disastri naturali… C’è tuttavia spazio per l’immaginazione, per dare supporto con le nostre tecnologie e competenze alle trasformazioni aziendali, nella gestione fisica ed etica dei dati, per l’inserimento di AI e ML nei processi produttivi come naturale evoluzione degli analytics. Le capacità di riconoscimento testi, del linguaggio naturale, di immagini e oggetti che abbiamo unito nella nostra piattaforma ridefiniscono le capacità di relazione uomo-macchina, permettono di assolvere compiti ripetitivi o troppo complessi per le persone, dando più spazio alla creatività”.
Marco Zorzi, professore di psicologia e AI presso l’Università di Padova ha toccato all’evento il tema spinoso della competizione tra intelligenze artificiali e umane: “Grazie alle GPU e alle attuali capacità di emulare nel silicio le strutture neuronali, sono state superate le capacità umane in giochi che hanno base matematica e in compiti come il riconoscimento d’immagine – spiega il professore rispondendo alle domande di Emanuela Sferco, Regional Marketing Director di SAS –. Rispetto all’intelligenza umana le macchine hanno bisogno di molti più dati per imparare e sono limitate a compiti specifici. Restano prerogative umane le capacità di esplorare problemi del tutto nuovi, la consapevolezza del contesto e la valutazione delle conseguenze delle azioni”. Il professore offre un esempio d’interpretazione del contesto analizzando la bizzarra relazione esistente tra consumo di cioccolato e i premi Nobel: “Una relazione priva di senso, ma che una macchina non saprebbe scartare. L’intelligenza umana resta indispensabile per interpretare correttamente i risultati dell’AI”. Sulle sfide da affrontare perché l’AI sia più ampiamente presente, Zorzi cita l’aspetto della trasparenza del ragionamento sintetico. “Ci sono sistemi che apprendono, producono dei risultati, ma non sanno spiegare come li hanno ottenuti e il perché. Spiegare le scelte fatte è fondamentale per l’assunzione di responsabilità, per esempio, nei sistemi a guida autonoma”.
Visioni da un mondo intelligente e sempre più digitale
Tra i relatori all’evento, Hannah Fry, matematica e autrice de “La matematica dell’Amore” ha dato testimonianza di come possa essere utile l’elaborazione dei dati unita alla creazione di modelli matematici che permettano di analizzare una grande varietà di fenomeni: dalla durata di un rapporto di coppia alla viabilità delle grandi città. Lo studio rivela come il comportamento degli automobilisti in un incrocio non regolamentato, “sia molto simile a quello dei pedoni su un marciapiedi o degli uccelli in uno stormo”, spiega Fry, dimostrando come un sistema di guida che mantenga la distanza tra veicoli abbia il potenziale di ridurre notevolmente gli ingorghi stradali. Dall’autrice l’osservazione fenomenologica che se si clicca sul primo link suggerito da Wikipedia in una qualsiasi voce, dopo svariati imprevedibili passaggi si giunge alla parola “filosofia”.
Passando dai modelli matematici ai progetti suggestivi per il futuro dei trasporti e delle città, Bibop G. Cresta, co-fondatore e chairman di Hyperloop Transportation Technologies, ha offerto al SAS Forum la visione di come le tecnologie digitali, unite all’ingegneria, a modi innovativi di fare impresa e di concepire il business abbiano capacità di rivoluzionare ambiti del tutto maturi come ad esempio il trasporto pubblico, cambiando la vita alle persone. Sul fronte salute, Enzo Grossi, direttore scientifico della fondazione Santa Maria, ha spiegato come l’AI applicata ai dati provenienti da biosensori permetterà non solo una diagnostica e prevenzione delle malattie più accurate, ma anche la creazione di una ‘nuova medicina’ personalizzata. Grossi cita un articolo della rivista Nature in cui il deep learning applicato al riconoscimento immagini ha battuto in accuratezza un team di dermatologi nell’identificazione dei tumori della pelle. “Nel campo della radiologia è oggi possibile estrarre informazioni matematiche dalle immagini, confrontare i parametri, fare diagnosi e persino previsioni. L’AI non sostituirà il medico, ma lentamente ne migliorerà la capacità, liberandolo il tempo per ciò che conta nella relazione con paziente: la discussione sugli stili di vita”.
L’AI nelle aziende italiane e SAS per l’IoT
Le aziende italiane non ignorano l’importanza dell’AI. Lo ha dimostrato Stefano Mainetti, CEO dell’incubatore d’impresa PoliHub, portando i dati rilevati dall’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano dove, su circa 720 imprese analizzate, il 56% ha dichiarato di avere in corso progetti di AI. “Tra le applicazioni d’interesse ci sono i sistemi di monitoraggio per la prevenzione dei guasti e manutenzione predittiva (35% dei casi, ndr), i chatbot (25%) oltre ai sistemi per la ricerca di correlazioni a scopo commerciale/marketing e la fraud detection nel campo finanziario”. Per Mainetti ci sono grandi potenzialità in ambito manufacturing dall’unione di AI, IoT e sistemi d’attuazione, anche in relazione alle evoluzioni nel campo della visione computerizzata. “Come PoliHub (460 startup globali finanziate per un capitale totale di 2,2 miliardi di dollari, ndr) abbiamo scelto di investire solo nelle startup che danno scopo all’AI, ossia che usano la tecnologia per attuare azioni in modo automatico, chiudendo il cerchio tra intelligenza e azione”, precisa Mainetti.
SAS ha approfittato dell’evento per annunciare la creazione di una Divisione dedicata all’IoT e dotata di specifiche competenze negli ambiti manifatturiero, PA, assicurativo, sanitario, retail e utility (SAS ha dichiarato di aver registrato nello scorso anno una crescita del 60% del fatturato relativo agli analytics per IoT). Si aggiunge alla nuova Divisione Fraud & Security creata nello scorso aprile e che conta 400 persone in 25 Paesi tra i quali l’Italia.