L’empowerment aziendale è connesso all’employee empowerment. In altri termini, non ci può essere un’azienda empowered senza una crescita contestuale dei suoi dipendenti. L’aumento dei ricavi, il risparmio dei costi e la collaborazione all’espansione globale dell’impresa, infatti, sono frutto di una forza lavoro motivata, soddisfatta e proattiva. Tanto che gli strumenti che contribuiscono a migliorare nel singolo i livelli di collaborazione con i colleghi o i processi decisionali, che sono poi all’origine di un incremento complessivo della produttività, sono gli stessi alla base dell’empowerment aziendale. Fra questi strumenti se ne possono citare almeno 3, resi cruciali sia dai cambiamenti impressi dalla trasformazione digitale sia dalle circostanze emerse in seguito alla crisi da Covid-19. Si tratta anzitutto del digital workspace e, in maniera strettamente correlata, dei sistemi Unified Endpoint Management (UEM) e delle business app. Se già prima del periodo di lockdown questi strumenti stavano emergendo come leva dell’empowerment aziendale, adesso si candidano a diventare decisivi in un mondo del lavoro dominato da dinamiche flessibili e sempre più decentrate.
Empowerment aziendale e digital workspace
Per comprendere il nesso tra empowerment aziendale e digital workspace, si può fare riferimento alla definizione che propone IDC: “Il digital workspace intelligente non è un prodotto, un servizio o un concetto tecnico-filosofico. È l’impiego ponderato delle risorse IT e della comunità a favore dei singoli lavoratori e dei team, con l’obiettivo finale di ottenere risultati e creare nuovo valore per il business”. Ciò significa che tramite le architetture di digital workspace il reparto IT può garantire agli utenti finali un’esperienza coerente e non frammentata di accesso a dati e sistemi aziendali, a prescindere dal device adoperato. La prossimità non è più un requisito vincolante, e per questo si tende ad associare il digital workspace alle pratiche di smart working. Ma, cosa ancora più importante, si rescinde il legame dell’azienda con il dispositivo per agganciarlo, invece, al collaboratore che lo utilizza. Un passaggio in cui l’empowerment aziendale si fonda sulla fiducia e la responsabilità.
Piattaforma UEM, spina dorsale del workspace
Affinché il digital workspace si traduca da strategia e modello di lavoro in concreta modalità di distribuzione delle risorse a beneficio dei dipendenti occorre uno strumento come la piattaforma UEM. Non a caso l’Unified Endpoint Management viene talvolta definito backbone, spina dorsale del digital workspace, perché consente la gestione integrata di dispositivi mobili, desktop e device IoT, nonché dei vari sistemi operativi previsti dall’azienda. Non solo. Fornisce un approccio unico agli endpoint, combinando le funzionalità tradizionali di governo dei client per i PC desktop (OS deployment, configurazione, distribuzione del software, patch ecc.) con un moderno framework di Enterprise Mobility Management (EMM) che include anche il Mobile Device Management (MDM). In pratica, l’UEM con un solo cruscotto offre il controllo degli accessi, la gestione delle applicazioni e quella degli endpoint multipiattaforma. L’esito è che i dipendenti risparmiano tempo in tutte le fasi del loro employee journey, poiché non sono costretti a cambiare credenziali ogni volta che usano smartphone, tablet o PC.
Le business app per l’empowerment aziendale
C’è un ulteriore strumento che influisce sull’empowerment aziendale e sul quale ha indagato soprattutto una ricerca condotta da Forbes Insights insieme a VMware. È quello delle cosiddette business app che, nel caso in cui siano messe a disposizione dall’azienda e rese altamente accessibili per i dipendenti, fanno registrare tassi di apprezzamento molto elevati. Anzi, quando si limita la loro fruizione o non si lascia libertà di scelta da un catalogo di app autorizzate, è il lavoratore che cerca di supplire portando in azienda le proprie, con il rischio però di esporre i dati a violazioni e problemi di compliance. Al contrario, secondo la ricerca le imprese che danno ai dipendenti un solido set di applicazioni hanno miglioramenti pari al 13%. Sono gli stessi intervistati a spiegare perché l’empowerment aziendale sia fortemente condizionato dall’avere applicazioni performanti. Grazie a queste app viene ottimizzata la collaborazione tra una forza lavoro dispersa e, di conseguenza, si genera una maggiore produttività.