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Network intelligence e digital workplace per lavorare meglio e in tutta sicurezza

Network intelligence significa applicare l’intelligenza della programmazione alla gestione delle reti, virtualizzando e securizzando le infrastrutture per garantire ai digital worker una produttività senza compromessi

Pubblicato il 01 Apr 2021

Network intelligence

Network Intelligence che abilita una nuova regia di comando dell’IT nell’orchestrazione di infrastrutture e risorse applicative a supporto di dipendenti, collaboratori, partner e clienti. Di fatto, durante i lockdown sono state VPN (Virtual Private Network) e soluzioni Desktop As a Services (DaaS) a consentire a migliaia di lavoratori da casa di non interrompere la propria continuità operativa.

Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, quasi 7 lavoratori su 10 (68%) sono riusciti a svolgere tutte le loro attività da remoto. Quasi 3 lavoratori su 10 (29%) non sono riusciti a svolgere soltanto una parte delle proprie attività, spesso a causa della mancanza di processi e dati digitalizzati. Solo il 3% dei lavoratori afferma di non essere riuscito a portare avanti la maggior parte delle proprie attività.

Quando l’ufficio diventa virtuale, le infrastrutture fanno la differenza

L’evoluzione tecnologica già da diversi anni ha cambiato profondamente il nostro modo di lavorare. Oggi non solo abbiamo tutti uno smartphone ma lavoriamo anche in modo più smart. Ci siamo abituati a telefonare, scrivere, gestire le e-mail, mandare messaggi, chattare o fare call conference anche al di fuori dell’azienda. A supporto della nostra produttività, individuale e aziendale, possiamo scegliere tra una pluralità di applicazioni a cui possiamo accedere utilizzando diversi dispositivi, fissi o mobili.

Se l’operatività non dipende più dal luogo ma dal tempo

Il digitale, unitamente a una connettività always on, ha modificato il concetto stesso di operatività per cui il luogo di lavoro (workplace) è sempre meno legato a un concetto fisico di scrivania e di spazio/ufficio. Non a caso, le postazioni di lavoro fisiche tendono a essere sostituite da piattaforme più evolute che, grazie a una network intelligence di nuova generazione, garantiscono spazi di produttività online dove ogni individuo può accedere in maniera univoca alle proprie informazioni di lavoro, indipendentemente dal luogo in cui si trova ma anche dall’orario e dal dispositivo utilizzato.

Il paradigma delle digital workspace

Il paradigma delle digital workspace rappresenta una svolta per le organizzazioni. Ogni postazione di lavoro è una suite di tecnologie digitali interconnesse: dai programmi di office automation alle piattaforme per la condivisione di qualsiasi tipo di dato. Soluzioni di social collaboration e strumenti di aggiornamento dei file in tempo reale spianano la strada a nuovi modelli di lavoro basati su una co-creazione in tempo reale anche quando la forza lavoro è distribuita sul territorio.

Sfruttando le attuali tecnologie di gestione basate su cloud, la digital workspace fornisce agli utenti la più ampia scelta di strumenti digitali, garantendo a ogni lavoratore una user experience self-service gratificante, pronta all’uso, estendibile a qualsiasi piattaforma, sede o dispositivo.

Regia IT potenziata

Grazie al DaaS le aziende possono distribuire in tempo reale applicazioni e dati di cui i dipendenti hanno bisogno, quando ne hanno bisogno. Invece di lavorare su singoli dispositivi, infatti, l’IT gestisce ogni singola postazione utilizzando un cruscotto centralizzato che permette di rilasciare in pochi clic la configurazione adeguata a ogni singolo lavoratore.

In questo modo la regia IT risulta potenziata e semplificata ed è possibile dare a ogni professionista l’accesso alle risorse più qualificate per ogni specifico task, selezionandole indipendentemente dal fatto che si trovino nello stesso ufficio, in una filiale o in una sede decentrata, oppure che operino in smart working, home working o sul campo, presso i clienti.

Ma attenzione alla sicurezza

Certo è che le aziende devono imparare a digitalizzare più informate e incrementare la formazione di dipendenti e collaboratori rispetto all’evoluzione degli attacchi perpetrati da quel cybercrime che nel 2020 ha sfruttato la situazione di disagio collettivo: secondo il Rapporto 2021 sulla Sicurezza ICT in Italia del Clusit, nell’anno della pandemia è stato registrato il record negativo degli attacchi informatici: a livello globale sono stati infatti 1.871 quelli gravi di dominio pubblico (+20% rispetto all’anno precedente).

Nel corso del 2020, gli hacker si siano concentrati a sfruttare vulnerabilità note su dispositivi di rete per tentare di entrare in contatto con i nuovi flussi dati tra i client dei teleworker e i server rimasti in azienda.

Per abilitare il remote working, è necessario estendere il network aziendale ad ambiti che non offrono lo stesso livello di protezione della rete locale aziendale. Hotspot pubblici e reti domestiche poggiano su dispositivi e sistemi che sono al di fuori del controllo degli amministratori IT e rappresentano potenziali falle di sicurezza che si riverberano automaticamente sul network dell’impresa. Ecco perché l’utilizzo di VPN e soluzioni Desktop as a Services intrinsecamente securizzate fa la differenza.

Cloud e VPN a supporto del WFH

Secondo IDC, oltre 7 aziende su 10 (74%) stanno implementando una serie di modifiche tecnologiche per prepararsi ai futuri stop and go. Le due strategie maggiormente implementate da tutte le organizzazioni a livello world wide sono di impostare l’accesso remoto per tutti i dipendenti (57%) e spostare ancora più applicazioni nel cloud (51%). Il 46% degli intervistati sta implementando strategie continuative per favorire il lavoro da casa. Per combattere le ricadute della pandemia, gli intervistati europei dichiarano di preferire l’implementazione di configurazioni di accesso remoto e strategie permanenti di work from home (WFH).

Network intelligence a supporto delle reti estese

Nel momento in cui il perimetro aziendale non esiste più e le case dei dipendenti e dei collaboratori sono diventate parte dell’edge, tutte le organizzazioni devono rivedere le proprie politiche di networking. I modelli As a Service, infatti, impongono alle branch una tipologia di traffico sicuro. La soluzione ideale è un modello di rete SD-WAN.

Una rete geografica definita dal software che abilita una network intelligence evoluta ed estremamente agile, performante e totalmente indipendente dagli apparati fisici. Dal punto di vista dell’IT esistono molteplici opzioni di rilascio sull’edge, quali hardware dedicato, un’appliance virtualizzata o una soluzione ibrida (cloud/software e hardware). Nei nodi edge è possibile utilizzare connessioni Internet ibride, di qualsiasi tecnologia (FTTH, FTTC, FWA, LTE) e di qualsiasi operatore a garanzia della massima resilienza e della migliore continuità di servizio. SOC, NOC e sistemi intelligenti si occupano di monitorare dati, dispositivi, applicazioni e reti, presidiando la continuità operativa senza impattare sull’esperienza degli utenti.

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