Brian Solis: ecco il business che cambia

“Oggi non si può più fare business come si è sempre fatto” sostiene l’analista dell’Altimeter Group.
Lo abbiamo quindi incontrato per chiedergli come vede la trasformazione in atto nel rapporto produttore-consumatore portata dalle reti sociali e dalla mobilità

Pubblicato il 09 Ott 2012

AMSTERDAM – Quarantadue anni ancora da compiere e una faccia arguta su un fisico minuto che contrasta con una voce forte e chiara, Brian Solis (www.briansolis.com) è uno degli analisti più ascoltati nel campo delle strategie di business, di mercato e di marca che sfruttano i cosiddetti ‘new media’. Fondatore nel 1999 di FutureWorks (della quale è oggi advisor) e dal 2011 ‘principal’ dell’Altimeter Group, il lavoro di Solis consiste, in due parole, nello studiare con il top management delle imprese le strategie e le strutture organizzative necessarie perché le aziende, i loro stakeholder e chi ne usa i prodotti e servizi possano trarre il miglior profitto dalle opportunità che i new media possono dare.
Ma cosa sono questi new media? Sostanzialmente Internet, che nonostante sia più che matura, è ancora ‘new’ in quanto tuttora sfruttata dal marketing con approccio e strumenti da media tradizionali, con scarso ricorso alle capacità d’interazione del Web 2.0 e delle reti sociali, e i sistemi di comunicazione mobile, che nonostante le potenzialità dei servizi offerti dalla localizzazione geografica e dall’integrazione con il Web, per il business sono ancora ‘terra incognita’. Questi concetti (che Solis ha anche esposto nel libro The End of Business as Usual, Wiley Publisher, ottobre 2011) coincidono in larga parte con quelli sui quali Mike Saylor, Ceo e presidente di Microstrategy, ha orientato la strategia della sua società. Ed è per questo che Solis è stato invitato ad Amsterdam come guest speaker allo Smics, (Social Media and Internet Commerce Summit), convegno dedicato ai nuovi business che da due anni viene abbinato al Microstrategy World, dandoci l’occasione di poterlo intervistare.

“Per cominciare – esordisce Solis – bisogna capire che un corretto approccio al Web e ai social media non riguarda il marketing ma l’intera impresa. Bisogna quindi raccogliere tutte le conoscenze ed esperienze sui mezzi e sulla realtà digitale e farne una priorità d’azione”. Oggi le modalità di comportamento del consumatore – prosegue – cambiano più in fretta della capacità delle aziende di adattarvisi: “Si pensa a come raggiungere il ‘digital consumer’ quando questo è già diventato un ‘connected consumer’, costantemente presente (always on) nella vostra impresa. Bisogna intervenire al momento esatto della scelta per trasformare questa presenza in una transazione”. Sul piano della tecnologia diventa quindi importante integrare le applicazioni multimediali con l’Erp e le applicazioni business. Ma il vero lavoro va fatto sul piano dell’organizzazione: “In primo luogo si tratta di creare un’unità operativa dove far confluire tutte le competenze necessarie, da trovare in azienda e anche fuori se occorre. Poi identificare gli obiettivi, cioè le possibili attività del potenziale consumatore nelle quali entrare con la nostra presenza sui social media e sui service terminal [cioè i dispositivi mobili – ndr] in modo da allineare la strategia digitale a quella dell’azienda”. Solo a questo punto si può parlare di tecnologia, “…scegliendo una piattaforma che permetta la co-creazione”. Cioè, come detto, dove le funzioni per la comunicazione interattiva coesistano con quelle transazionali. Una raccomandazione per chi vuole provare? “Due: partire senza paura ed agire in modo trasparente, in modo che tutti, clienti e dipendenti, che possono anche essere la stessa persona, sappiano quello che si vuole fare”, risponde Solis.

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