Cellulari e servizi business: c’è ancora da aspettare

Le vendite dei cellulari crescono ancora bene, ma anche se usato per lavoro, il telefonino resta un oggetto personale. Per Gartner, sebbene l’offerta stia puntando al cellulare come terminale per applicazioni business, questo mercato resta marginale. Ma la convergenza delle tecnologie e la pressione degli operatori verso i servizi per le imprese possono far cambiare la situazione

Pubblicato il 02 Mag 2004

Recentemente Gartner ha rilasciato l’analisi 2003 del mercato mondiale dei telefoni cellulari. L’anno scorso ne sono stati venduti quasi 520 milioni, con un incremento del 20,5% sul 2002 mentre per quest’anno il tasso di crescita previsto è inferiore, ma sempre di due cifre. Di fatto, la stima per il 2004 è di 580 milioni di pezzi, con una crescita quindi attorno al 12%.
Secondo Carolina Milanesi, analista di Gartner Italia, questo sviluppo è, almeno per l’Europa occidentale, principalmente dovuto alla sostituzione degli apparecchi a seguito della rapida obsolescenza dei telefonini venduti in precedenza, la cui vita media non supera i 24 mesi. Le vendite del 2004 risentirebbero quindi ancora del boom del 2000-2001. Vi è poi da considerare che nella maggior parte dei casi, il maggior costo per l’acquisto di un telefonino nuovo è marginale rispetto al costo per la sostituzione del componente guasto. “La propensione alla sostituzione – aggiunge Milanesi – è inoltre un fenomeno più estetico che non una esigenza vera e propria, nel senso che il telefonino con lo schermo in bianco e nero funziona tanto quanto quello con lo schermo a colori. Ma con il cellulare il telefono ha cambiato immagine, e da mezzo per comunicare è diventato un po’ un indice di moda e di stile”.

L’impresa è ancora da conquistare
Allo sviluppo del mercato la componente business contribuisce solo in modo marginale. “Da sei mesi a questa parte – afferma Milanesi – vi è un push da parte degli operatori come dei venditori di telefonini, verso le applicazioni aziendali, ma per ora non ci sono ancora risultati significativi. Il fatto è che vendere dei telefonini, quali gli smart phone, alle aziende non è così semplice come verso i singoli utenti. Chi fa l’acquisto in azienda di solito è molto legato al responsabile It e più che guardare alla mera funzionalità del telefonino o alla copertura della rete, focalizza l’attenzione sulla sicurezza o sul fatto che vi siano applicazioni che devono interagire con applicazioni sui server aziendali. Si tratta di problemi che richiedono tempi di analisi e decisionali più lunghi”. Va detto che i costruttori sono sensibili a queste esigenze. Nokia per il nuovo Communicator N9500 si è messa a lavorare con Ibm proprio per cercare di entrare in questo spazio. Microsoft è una delle società che più si sta impegnando in questo campo, con tutta una serie di smart phone che si presentano al mercato forti del nome e della reputazione di semplicità dei prodotti.
Quanto alla relazione tra le funzionalità richieste all’apparecchio e i nuovi servizi e cosa stia emergendo in quest’ultimo ambito, anche qui bisogna distinguere tra mercato consumer e business. Per l’analista Gartner alla maggior parte degli utenti privati basta fare telefonate o inviare Sms, anche se stanno emergendo i servizi legati alle fotografie, dalla ripresa all’invio via Mms, alla possibilità di mostrarle e trasferirle sul computer di casa per creare l’album fotografico elettronico. “Dal lato aziende – prosegue Milanesi – le due cose essenziali cui si mira per migliorare la produttività sono la gestione, sincronizzata al server aziendale, della posta e dell’agenda-calendario, ovviamente, soprattutto per le mail, con tutte le garanzie di sicurezza del caso. Quanto ai gestori, spingono le applicazioni che incrementano l’Arpu, il ritorno medio per utente. Si spera in una rapida accettazione dei messaggi multimediali, in particolare ora che tutti i problemi di interoperabilità sono stati risolti e gli utenti possono essere abbastanza sicuri che il messaggio inviato giunga a destinazione.

Cellulare + Wi-Fi? Buona idea, ma…
Alcuni operatori invitano le imprese ad usare il cellulare per attività relative all’azienda, sia per servizi voce sia per servizi dati, ad un prezzo fisso e concordato. Questo approccio potrebbe essere interpretato da un lato come stimolo alle nuove applicazioni, dall’altro come prova che presso le aziende c’è ancora una elevata sensibilità ai costi. Milanesi osserva come sia in atto, almeno in alcuni paesi europei, una pressione da parte di alcuni operatori verso le imprese per usare un servizio che combini le tecnologie 3G e Wi-Fi, in modo d’avere un servizio fruibile sia all’interno sia all’esterno dell’azienda ad un costo ottimizzato, aggiungendo subito, però: “Dobbiamo riconoscere che questa è una aspirazione degli operatori, in realtà siamo ancora lontani dall’obiettivo di raggiungere un relativo volume di business. Osservando poi l’offerta di terminali, oggi sono stati annunciati solo due telefonini che integrano la connettività Wi-Fi, e sono il già citato Nokia 9500 e il Motorola ‘MPX TXT, che tra poco saranno disponibili. Siamo quindi ancora ben lontani dall’avere il Wi-Fi completamente integrato sul telefonino, bisogna risolvere il problema dei costi e soprattutto del consumo di energia, che in caso di utilizzo intensivo del telefono limita l’autonomia a poche ore. Per questo noi diciamo che la soluzione temporanea migliore è quella di aggiungere una scheda Wi-Fi da inserire nel telefonino”.

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