Comunicare con la voce, inviarsi messaggi, entrare in videoconferenza con la possibilità di condividere un documento. Poter svolgere tutte queste attività in remoto in qualunque spazio, utilizzando strumenti così integrati fra loro che “diventa quasi impossibile capire dove finisce uno e inizia l’altro”, è ciò che, come si legge in un documento di Cisco, consente di far sì che la parola “lavoro” coincida con “ciò che si fa” e non come “un luogo dove si va”. “L’obiettivo di Cisco – esordisce Michele Dalmazzoni, Collaboration Architecture Leader di Cisco Italia – è sempre stato quello di consentire esperienze di collaborazione che abbracciano tutti i modi tipici della comunicazione, includendo ogni loro sottosegmento, con un approccio integrato”.
Un significativo passo avanti nella realizzazione di questa strategia è stato compiuto dal vendor con il lancio, avvenuto a San Francisco lo scorso dicembre, di un una nuova offerta di soluzioni di collaborazione che fanno leva sul cloud per rendere ancora più ubique, omnichannel e personalizzate sui business e i singoli utenti le esperienze di collaboration.
Spark è il nome di questa innovativa offering che si suddivide in tre diversi annunci: Spark the Service, Spark Hybrid Services e Spark for Developers. Come si può intuire dal nome, Spark the Service è un servizio erogato dal cloud di Cisco e che comprende un set di applicazioni di collaborazione, definito dal vendor come “completo”, per il messaging, i meeting e la telefonia con chiunque, dovunque e in ogni momento. “Come già avviene con Webex, anche Spark the Service è un servizio operato da Cisco ma rivenduto dai partner”. Fra le caratteristiche dell’offerta si segnala quella per cui tutti gli endpoint video che integrano il sistema operativo Spark Room Os e i telefoni basati su Spark Phone Os, sono in grado di connettersi e identificarsi su questo servizio cloud. Questo garantisce, ad esempio, una maggiore portabilità dell’esperienza utente Spark the Service fra diversi spazi all’interno di un’azienda, laddove vi siano tecnologie per la videocollaboration.
La finalità di Spark Hybrid Services, invece, è quella di consentire alle aziende di salvaguardare gli investimenti effettuati in passato in software, endpoint e apparati, consentendo alle funzionalità di calling Cisco già esistenti on premises di integrarsi con le funzionalità offerte sul cloud. Molto articolata è l’offerta di Spark for Developers. Il minimo comun denominatore di tutti gli aspetti è l’obiettivo di promuovere l’integrazione fra i servizi Spark e le soluzioni di terze parti. In particolare, si segnalano tre categorie di integrazioni possibili: quelle già presenti in modo nativo in Spark (ad esempio nei confronti di servizi come GitHub, Instagram, Pagerduty, Trello e Zendesk); quelle attuabili tramite servizi di app integration di terze parti quali Sapier, Ifttt e Buil.to; e, infine, quelle che i singoli sviluppatori possono creare sfruttando le Api (Application Programming Interface) della piattaforma Spark stessa.