Creare ambienti dove sia bello lavorare ed essere felici

“La persona è una sola e non è possibile fare uno switch, essere felici a casa e insoddisfatti sul lavoro – dice Marco Masella, direttore della Scuola di Palo Alto -. Per creare un ambiente di lavoro ‘da amare’, un’impresa ardua ma che si può imparare, serve un approccio multidisciplinare”. È lo scopo del Positive Business Forum che avrà fra i relatori non solo testimoni aziendali ma anche neuro-scienziati, biologi, psicologi, consulenti ed esperti di comunicazione. ZeroUno è media partner

Pubblicato il 28 Feb 2013

“Numerosi studi scientifici dimostrano la stretta relazione fra solidità dell’individuo e ricchezza. Non si è felici perché si ha successo, ma si ha successo perché si è felici. Per progettare un futuro di crescita e prosperità è quindi indispensabile un cambio di rotta, un nuovo modo di vivere e di operare che, fortunatamente – dicono gli esperti – è possibile imparare”. Con questi obiettivi viene lanciato il Positive business forum, che si terrà a Milano il 27 e 28 marzo, evento che sembra portare una luce di speranza su un Paese depresso sia dal punto di vista personale sia del business.

Marco Masella, direttore della Scuola di Palo Alto

“L’evento non sarà una seduta collettiva di psicoterapia”, ci rassicura Marco Masella, direttore della Scuola di  Palo Alto, business school specializzata nel settore della formazione e del talent management, che ha introdotto in Italia il concetto di positive business.
L’attività della due giorni, alla quale sono attesi almeno 5-600 partecipanti soprattutto dall’area Risorse umane delle aziende, sarà finalizzata soprattutto a capire quali siano le caratteristiche di un ambiente dove davvero risulti “bello” lavorare e come sia possibile crearlo. L’approccio, nuovo rispetto al passato,  prevede necessità di coinvolgimento di tutti: non solo l’azienda ma anche la persona che ci lavora deve metterci il suo impegno.
“Non bastano agevolazioni che pure alcune organizzazioni offrono, come stipendi elevati e benefit, assicurazioni sanitarie e centri vacanze – dice Masella -. Se mancano l’attenzione alle persone e la capacità di relazione, che comporta l’impiego di tempo ed energie, difficilmente si riuscirà a creare un ambiente di lavoro piacevole e coinvolgente”.
Le aziende, soprattutto in tempo di crisi, hanno necessità di creare un ambiente di lavoro attraente sia per rendere più produttive le persone e competitivo il prioprio business, sia per trattenere e attirare le persone più capaci e competenti.
“La persona è una sola e non è possibile fare uno switch, essere felici a casa e insoddisfatti sul lavoro – dice ancora Masella -. Per creare un ambiente di lavoro ‘da amare’, un’impresa ardua ma che si può imparare, serve un approccio multidisciplinare”. Da qui la molteplicità dei relatori e delle esperienze che testimonieranno al Forum. Ci saranno: Martin Seligman, autore di centinaia di articoli scientifici e di 21 libri fra i quali il bestseller “Flourish”, considerato la bibbia della Psicologia Positiva; John J. Medina, biologo molecolare; David Linden, neuroscienziato, uno fra gli studiosi più affermati nell’analisi del funzionamento del cervello dal punto di vista neurologico e chimico; Daniel Gilbert, considerato il massimo esperto degli effetti sulla produttività aziendale delle politiche di work balance.
Ci saranno anche Shawn Achor, autore di “The Happiness Advantage”; Barry Schwarz, che studia i collegamenti fra economia e psicologia; Paul Zack, famoso per i suoi studi di neuroeconomia che offre la sintesi fra scienza ed efficienza; Michelle Gielan, che da giornalista di punta della CBS si è trasformata in una sostenitrice della comunicazione positiva; Marcial F. Losada, psicologo cileno, profondo conoscitore delle dinamiche della comunicazione di massa. Questi esperti affronteranno il ruolo dei media nella costruzione della felicità degli individui.
Sono previsti anche casi aziendali ma le esperienze italiane scarseggiano: “Non perché manchino le esperienze eccellenti, ma perché le aziende dove si lavora meglio preferiscono mantenersi ‘sotto coperta’”, commenta Masella.

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