“È un momento molto divertente per chi lavora in questo ambiente, perché è in atto una grande trasformazione e l’It ne è uno degli artefici principali; mai come oggi ci troviamo così vicini al business e questo è di grande stimolo”; l’entusiasmo per quello che sta accadendo traspare chiaramente dalle parole di Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia, che aggiunge: “Cisco ha sempre cercato di fare market disruption andando anche su mercati consolidati per rinnovarli completamente ed è quello che stiamo facendo anche oggi con l’Internet of Everything, che offre una straordinaria opportunità di collegare persone, cose, processi e dati. E tutte le aziende stanno rivedendo il proprio modello di business per cogliere questa opportunità; chi non lo fa è destinato a scomparire”.
Sono le tre categorie che, secondo la multinazionale americana, rientrano sotto il grande ombrello dell’IoE: M2M, ossia il classico IoT, gli oggetti connessi alla rete con una crescita esponenziale della sensoristica, dei robot, dei wearable; M2People, ossia la capacità di intercettare dati dagli oggetti connessi alla rete che offre una grande opportunità interpretativa dei comportamenti e delle esigenze delle persone; P2P (people to people), ossia tutto il tema dell’Unified Collaboration.
“Essere un’azienda digitale – prosegue Santoni – significa ripensare i propri processi di business e collegare l’It con l’operational technology [ossia la produzione, ndr]; al centro di tutto vi è una rete agile, semplice e che fornisce in tempo reale una visione dettagliata del business: un’architettura Fast It”. I cardini su cui si basa l’offerta Cisco per supportare le aziende in questa trasformazione sono: l’Application Centric Infrastructure e Intercloud. La prima garantisce elevati livelli di automazione, gestione delle policy e security lungo tutto il data center, portando la rete intelligente anche negli ambienti di produzione. La seconda, Intercloud, è una rete globale di cloud interconnessi (distribuiti in 50 Paesi), appositamente progettata per l’Internet of Everything, realizzata con decine di alleanze con fornitori di connettività, infrastrutture, software e servizi (solo per fare alcuni nomi, ci sono realtà come Deutsche Telekom, British Telecom, Ntt Data, Equinix, Tech Data, NetApp, Red Hat, Telstra, Microsoft ecc.); grazie all’Application Centric Infrastructure e alla tecnologia Cisco Intercloud Fabric per la gestione di hybrid cloud, questa rete globale e distribuita consente di utilizzare, per esempio, soluzioni di real time analytics sulle informazioni che giungono dai milioni di oggetti connessi a questa “grande rete”.
E a dimostrazione delle opportunità finora impensabili che la tecnologia offre, Santoni ricorda come Cisco, che ha sempre avuto un’offerta trasversale, stia proponendo anche soluzioni verticali, specifiche per alcuni mercati: “Cisco è uno degli sponsor di Expo2015 [con un investimento di 40 milioni di euro, ndr] e quando abbiamo intrapreso questo percorso abbiamo cercato qualcosa da ‘lasciare’ all’industria alimentare: con Penelope, partner napoletano, abbiamo sviluppato una soluzione che consente la tracciabilità alimentare e ne è nata un’offerta per questo segmento”. Si tratta di ValueGo, una piattaforma basata su tecnologia Cisco, che consente la tracciabilità e rintracciabilità completa dei prodotti, documentando tutti i passaggi compiuti lungo la filiera: dall’origine, alla distribuzione, alla vendita. Gli operatori lungo la filiera, gli addetti ai controlli legali e soprattutto i consumatori finali possono rintracciare istantaneamente le informazioni acquisite lungo l’intero ciclo di lavorazione del prodotto, utilizzando anche un semplice cellulare dotato di tecnologia Nfc.