Puntare a qualità e costi di gestione contenuti, e farlo all’insegna dell’ecosostenibilità; è ciò che Epson si propone di fare grazie alla tecnologia proprietaria MicroPiezo, su cui si basa la testina di stampa PrecisionCore, cuore di ogni stampante Inkjet della compagnia giapponese: “Già di per sé, l’Inkjet non richiede il calore e la corrente elettrica necessarie alla tecnologia laser – dice Flavio Attramini, Head of Business Sales di Epson Italia – Ma PrecisionCore va oltre”: come spiega il manager, è una carica elettrica applicata agli elementi piezoelettrici della testina a provocare l’espulsione delle gocce d’inchiostro; non si verifica quindi un riscaldamento nemmeno in questa fase e i consumi energetici si riducono ulteriormente (si guadagna anche in qualità e affidabilità: lo testimonia il fatto che la stessa tecnologia venga usata per la stampa industriale, dove queste caratteristiche sono strategiche per il business).
Una ricerca condotta da Punto 3, società di consulenza per lo sviluppo sostenibile, presso il Comune di Padova, ha paragonato le prestazioni della gamma WorkForce Pro serie Rips (dotate di sacche di inchiostro ad alta capacità) a quelle dei modelli laser utilizzati in precedenza: la produzione di rifiuti associati ai consumabili si abbassa dell’84% (in un anno 148 kg contro 900 kg) e il consumo energetico si riduce dall’80% (stampanti a4) al 95% (a3). “Il Comune – dice il manager – può ottenere un saving annuale di circa 20mila euro solo di costi di gestione, senza contare i risparmi sul costo copia, particolarmente bassi nella serie Rips”. La cornice entro cui inserire l’anima green di PrecisionCore è il progetto Environmental Vision 2050, con cui l’azienda si impegna con obiettivi quantificabili su temi quali le emissioni di CO2, la biodiversità, il riciclaggio (è recente la presentazione di PaperLab, una macchina da ufficio in grado di generare carta riciclata senza l’utilizzo di acqua).
Sul fronte Visual Solutions, gli sforzi sono soprattutto in chiave collaboration: i videoproiettori 3Lcd (con motore ottico a 3 chip, che produce immagini particolarmente nitide e brillanti) diventano “intelligenti”: “Sono in grado di fornire, sfruttando una apposita penna o semplicemente un dito, funzionalità di interazione rispetto ai contenuti proiettati”, per esempio annotazioni e sottolineature, spiega il manager, che sottolinea come sia anche possibile condividere lo schermo da remoto con altri utenti dotati di pc o tablet, lavorando in modo congiunto sullo stesso documento. “L’ottica ultra-corta annulla scomodi effetti ombra e rispetto agli schermi touch interattivi studiati per funzionalità simili – dice Attramini – la videoproiezione offre vantaggi in termini economici e di ampiezza della superficie di lavoro” (proiezioni fino a 254 cm di larghezza). Alta l’attenzione per l’usabilità: “Per attivare il dialogo tra le diverse tecnologie – conclude il manager immaginando il contesto di una riunione aziendale, riferendosi in particolare a una soluzione per la comunicazione videoproiettori-device mobili – è sufficiente che gli utenti inquadrino con lo smartphone o il tablet l’immagine proiettata di un Qr code appositamente generato”.