Ibm Lotus: UCC sicuro per l’impresa “socializzata”

Con una serie di novità che riguardano tutte le soluzioni del brand, dalle ‘classiche’ notes, domino e sametime alle nuove quickr e connections, Ibm rafforza la proposta Lotus come piattaforma aperta ma sicura per la comunicazione, la collaborazione e il ‘social networking’ a livello enterprise. Senza perdere di vista i bisogni delle Pmi. Nella foto, Gianfranco Privitera, vice president Software Group di Ibm Italia.

Pubblicato il 21 Apr 2008

Le soluzioni che vanno sotto il brand Lotus rappresentano il settore di più continuativo sviluppo (oltre tre anni di crescita ininterrotta) di Ibm Software Group (Swg), il cui business, che è stato nel 2007 di 20 miliardi di dollari, poggia su cinque pilastri: Information management (Universal Database più soluzioni di Etl, directory Bi e altro), Websphere, Tivoli, Rational e appunto Lotus. Questo ‘branded middleware’ oggi rappresenta il 58% del business Swg e si è in larga parte sviluppato sulla spinta delle acquisizioni, che dal 2000 a oggi sono state ben 54, l’ultima essendo, lo scorso febbraio quella di Cognos. Ma come ha sottolineato Gianfranco Previtera, da gennaio a capo di Ibm Swg: “Non abbiamo acquisito società per fare mercato, ma per avere competenze e know-how su tecnologie che fossero complementari ed integrabili nella nostra offerta”. Nel mercato del middleware, sintetizza Previtera, si scontrano forze diverse, provenienti dal mondo delle piattaforme di base, come Hp, Sun e in parte la stessa Ibm, come da quello delle applicazioni business, con Oracle e Sap che vi entrano spinte dal prevedibile restringersi del filone Erp, per quanto ‘extended’ sia. “Poi c’è Microsoft, che al traino dei sistemi operativi ha una presenza sempre più forte nel middleware e nelle applicazioni, e poi ci siamo noi. La nostra vocazione al middleware – prosegue Previtera – è stata declinata abbracciando gli standard di mercato e dando pieno supporto all’open source, che comincia ad essere maturo ed avrà un ruolo sempre più importante anche nel mondo business”.

TECHNOLOGY INDIPENDENT E SICURA
Questa apertura agli standard ha facilitato il posizionamento di Lotus come piattaforma ‘technology independent’ per la collaborazione e la comunicazione integrata di classe enterprise. Offrendo in più l’aspetto qualificante della sicurezza: “Noi pensiamo di avere sia l’esperienza, sia la cultura per poter garantire che la unified communication sia fatta con tutte le garanzie che il business impone. Tutto ciò di cui parleremo nasce secondo gli standard più alti di sicurezza delle informazioni e delle identità mutuati dal mondo mainframe”.
Citate, come giusto, le cifre del successo, sia dei prodotti consolidati (oltre 135 milioni di utenti attivi per Notes e Domino e 100 milioni di licenze Sametime, di cui un terzo in ambiente Ms Outlook), sia delle nuove soluzioni in area Web 2.0 e social networking, con 3,5 milioni di licenze Lotus Quickr in soli sei mesi e centinaia di aziende utenti di Lotus Connections, si giunge infine alla strategia Lotus in ambito Ucc e alla presentazione delle soluzioni e delle iniziative a supporto. Quella che Ibm intende proporre è una “infrastruttura digitale collaborativa” che offra all’utente servizi di collaborazione avanzati, metta a disposizione delle attività di business le potenzialità dei nuovi strumenti Web (forum, blog, wikis…) e infine superi per quanto possibile le discontinuità esistenti tra le varie applicazioni accessibili dal desktop in modo da realizzare un ambiente di lavoro più produttivo e collettivamente fruibile. In altre parole, questa infrastruttura deve permettere di passare senza stacco dalle attività di contatto e collaborazione centrate sulla persona a quelle di elaborazione e analisi centrate sulle applicazioni, e viceversa. Non è un lavoro da poco, ma le caratteristiche di framework aperto della piattaforma Lotus lo rendono fattibile.
Gli annunci coprono tre aree d’offerta: gli strumenti di comunicazione e collaborazione; i nuovi servizi nell’area del social software; le soluzioni per la piccola e media impresa. Sul primo fronte, la più importante novità è senza dubbio il progetto congiunto tra Ibm e Sap, battezzato ‘Atlantic’ e i cui risultati sono previsti entro l’anno, per integrare i dati e i processi della Business Suite di Sap nel client Lotus Notes 8. L’integrazione dei moduli Sap può procedere man mano che ciò si ritenga necessario e può essere personalizzata con l’aiuto dei partner Ibm. Per Domino 8 vi sono poi nuove funzionalità a livello client (come la piena integrazione con Quickr) e a livello server, ora disponibile nativamente a 64 bit e con minori esigenze di banda I/O, Cpu e storage e, con l’annuncio di Lotus Protector, dotabile di sistemi di sicurezza, per il filtraggio e la protezione delle mail. Quanto a Quickr, questo permetterà nella prossima versione 8.1 di inviare gli allegati delle mail in un repository cui si può accedere, con regole di condivisione predefinibili, via Web o da applicazioni Office, con evidenti vantaggi di sicurezza e riduzione del traffico sulla rete.
Sul fronte del social software, la nuova versione 2.0 di Lotus Connections offre funzioni di profilazione dei contatti per identificare quelli più rilevanti, permette di condividere attività e ‘bookmark’ (cioè aree d’interesse comune relative ai profili definiti) e di accedere in modo diretto all’intero network di contatti personali. Infine, per le Pmi Ibm ha preparato due soluzioni. Una è Lotus Foundation, un pacchetto ‘chiavi in mano’ in grado di coprire le necessità di comunicazione (mail e collaboration, file management e directory services, firewall, backup e restore), di un’azienda con meno di 500 utenti. Foundation, la cui distribuzione è affidata esclusivamente al canale, può essere fornito anche in versione ‘hardware box’, preconfigurato cioè su una piattaforma Linux. Per chi poi non vuole avere alcun problema, c’è Lotus Bluehouse, che offre gestione contatti e attività, web conference, document library e altri servizi di collaborazione fruibili online.

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