Tanti e diversi tra loro i comparti industriali che si stanno andando a interpellare in questa serie di video interviste che il direttore di ZeroUno sta realizzando per capire come è stato affrontato il lockdown (e l’inevitabile necessità di ricorrere allo smart working) e quel che si sta facendo nella fase di ripartenza.
È il turno di Amplifon, gruppo internazionale presente in 29 Paesi fornitore di soluzioni e servizi per l’udito, che per voce di Gabriele Chiesa, CIO dell’azienda spiega l’approccio adottato a partire dal 23 febbraio.
“La sfida più grande – ha esordito Chiesa – è stata quella di gestire i centri Amplifon sul territorio che sono dovuti sempre rimanere aperti perché dovevano garantire il servizio ai cittadini”.
Si è partiti quindi con il tutelare il personale e l’interazione con i clienti, d’altra parte, l’azienda ha accelerato il proprio progetto per lo smart working per i collaboratori delle sedi centrali, un progetto che già era stato avviato per consentire alle persone di svolgere la propria attività da remoto.
Nello specifico, è stata costituita una task force multifunzionale che includeva le business unit IT, HR e comunicazione dedicata al roll out del progetto di full smart working e focalizzata soprattutto sul formare i collaboratori sul fronte organizzativo, più che tecnologico in quanto i tool erano già conosciuti perché precedentemente adottati in azienda.
La video intervista prosegue guardando al momento presente e all’immediato futuro che, come si avrà modo di ascoltare, prevede un prosieguo delle attività in sicurezza il che dipenderà prima di tutto adeguarsi a quelle che saranno le misure di sicurezza richieste nei vari Paesi in cui Amplifon è presente.
“Lavoreremo inoltre – ha spiegato Chiesa – sul rapporto con il cliente a distanza e sulla gestione della relazione da remoto, tramite call center telefonico e non solo sfruttando, per esempio, la possibilità di fare video chiamata mediante la nostra app”.
Nel racconto della nuova normalità del rapporto tra Amplifon e gli utenti dei suoi prodotti vi è l’idea di una gestione ibrida che integra fisico (imprescindibile il contributo del personale) e supporto digitale (che sia l’ecommerce per l’acquisto delle batterie o la trasmissione di messaggi informative eccetera) per arricchire il servizio e, allo stesso tempo, avere la possibilità di proteggere una popolazione indiscutibilmente più fragile rispetto al Covid-19.
E naturalmente il cloud è protagonista tecnologico di questa trasformazione che sta consentendo di accelerare l’erogazione dei servizi.
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