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Lavoro ibrido, cosa aspettarsi secondo Citrix

Secondo una ricerca Citrix-Onepoll l’apertura della maggior parte delle aziende a un modello di lavoro ibrido è soprattutto legata al miglioramento della produttività che questo porta con sé. L’87% del campione pensa infatti che i nuovi modelli di lavoro abbiano migliorato o potrebbero migliorare le performance

Pubblicato il 22 Mar 2022

lavoro ibrido

Da un’indagine svolta da Citrix insieme all’istituto di ricerca OnePoll su un campione di 400 impiegati con responsabilità decisionali in Italia, emerge che il 71% degli intervistati pensa che il lavoro flessibile continuerà a essere praticato nella propria azienda e il 25% afferma che è già stato adottato come misura permanente.

Il 46% afferma invece che la propria azienda si sta attrezzando con strumenti, attrezzature e modelli di management affinché diventi una misura permanente mentre soltanto il 16% afferma che resterà in vigore solo per alcune particolari categorie di lavoratori e solo il 3% rinuncerà completamente al lavoro ibrido dopo la pandemia, a favore del vecchio modello che vuole il 100% del tempo in presenza.

L’apertura della maggior parte delle aziende a un modello di lavoro ibrido è soprattutto legata al miglioramento della produttività che questo porta con sé. L’87% del campione pensa infatti che i nuovi modelli di lavoro abbiano migliorato o potrebbero migliorare le performance e favorire la crescita della propria azienda e il 47% pensa che le persone a cui viene permesso di adottare questo modello riescano ad esprimere meglio la propria creatività e i propri talenti.

E a proposito di talenti, le nuove generazioni pretenderanno dalle aziende di poter lavorare secondo i loro ritmi che non coincidono quasi mai con l’obsoleto modello 9-18. Le aziende che adotteranno il lavoro ibrido, quindi, potranno anche risultare più attrattive per i talenti più giovani.

Non è certamente un caso se il 97% del campione intervistato pensa che una miglior esperienza di lavoro possa contribuire a migliorare le proprie performance, se il 54% pensa che un’esperienza ottimizzata migliori la collaborazione e la creatività e se il 52% crede che migliori la produttività.

Nonostante questo, però, è solo il 24% delle aziende interpellate ad aver indicato l’esperienza di lavoro come una tra le principali priorità, segno che probabilmente molte di esse stanno ancora risolvendo questioni più operative.

C’è infine unanimità sulla tecnologia di supporto: il 90% degli intervistati ha infatti affermato che le soluzioni basate su cloud come una tecnologia importante per la ripresa e alla crescita.

“Oggi le aziende – ha affermato Fabio Luinetti, Country Manager di Citrix Italia – si stanno soprattutto interrogando sul modo migliore in cui implementare il lavoro ibrido e, da questo punto di vista, è necessario che inizino a dedicare la giusta attenzione anche e soprattutto all’esperienza dei lavoratori. È quindi necessario rivedere i modelli operativi, i processi e le relative integrazioni. È qui che entra in gioco Citrix che, grazie a una piattaforma tecnologica sicura e all’avanguardia, fa la differenza tra lavoro da remoto e lavoro smart, migliorando la produttività di chi lavora e valorizzando i talenti di ciascuno. Quello che sta succedendo richiede un salto culturale che è almeno tanto importante quanto quello tecnologico la digitalizzazione del lavoro deve infatti andare di pari passi all’adozione di una cultura basata non più sulla presenza sul posto di lavoro ma sul risultato, una cultura che potrà risultare anche più attraente per le nuove generazioni e i nuovi talenti.”

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