L’Enterprise social networking (Esn) è indicato da Deloitte come una delle attività su cui si concentreranno maggiormente le infrastrutture It delle aziende a partire dal 2010 e consiste nell’aggregare in un’unica soluzione aziendale tutti gli strumenti Web 2.0, quali, per esempio Blog, Forum, Wiki, Social Bookmarking e così via.
Gli strumenti per trasformare in 2.0 la struttura comunicativa interna di un’azienda sono diversi. Dalla versione corporate di Twitter, ai portali interni per trasformare la intranet in un social media, ai tool di microblogging e così via, la scelta dipende sia dalla dimensione dell’azienda sia dalla tipologia e quantità delle informazioni che effettivamente è necessario condividere.
Socialcast è l’equivalente aziendale di FriendFeed. È disponibile sia in versione free (SaaS, per un numero di utenti illimitato) sia in versione Premium o addirittura installabile sul server aziendale all’interno del firewall per massimizzare la sicurezza e avere un’integrazione completa con le directory aziendali.
Tra gli aspetti più interessanti vi sono gli strumenti di Social Business Intelligence, disponibili già dalla versione Basic (gratuita). È possibile monitorare l’attività di comunicazione, il numero di messaggi scambiati da parte dei singoli o dei reparti aziendali. Gli agomenti di conversazione più attivi possono essere facilmente identificati, così come si può mappare la “posizione sociale” di un dipendente sulla base delle proprie relazioni nel social network aziendale. Questi strumenti potrebbero poi essere usati per incentivare la collaborazione mediante premi per i dipendenti più attivi.
YoolinkPro è un modo per trasformare la intranet aziendale in una home page da social network: consente infatti di aggiungere alle consuete location aziendali (documenti, strumenti, directory) anche lo stream del microblogging interno, ovvero i messaggi “twittati” dai colleghi che decidiamo di seguire. Tra le promesse di YoolinkPro ce ne sono due estremamente allettanti: ridurre il numero di email ricevute e diminuire le riunioni a cui partecipiamo. Uno strumento in grado di invertire la tendenza nell’ambito email (che negli ultimi dieci anni è continuata ad aumentare) avrebbe qualcosa di miracoloso.
Salesforce ha da poco lanciato Chatter, una “nuvola collaborativa” (secondo la stessa definizione di Salesforce) in grado migliorare la collaborazione facendo in modo che siano le informazioni rilevanti ad arrivare a noi e non viceversa.
Secondo Brand DuBose, management director di Saatchi & Saatchi, tra le prime aziende a testare la beta di Chatter a inizio 2010, “Chatter rivoluziona il modo in cui i nostri team, distanti geograficamente, possono collaborare ed essere più produttivi ovunque si trovino. Grazie a Chatter, il nostro staff può cambiare le regole del gioco, condividendo informazioni importanti, strategie e best practice così da assicurare la messa in atto in tempo reale delle nostre migliori idee e attività.”
Prima ancora di Chatter, il microblogging aziendale ha un nome e un cognome: Yammer. Nato nel 2007 ad opera di David Sacks and Adam Pisoni, Yammer conta ormai oltre 80.000 aziende clienti, tra cui Cisco, Amd, Hill&Knowlton, Deloitte, Fox International Channels, Starcom Mediavest e innumerevoli altri. Secondo Andrew Swinand, President of Global Operations in Starcom Mediavest Group, “Yammer ha consentito di accelerare la diffusione nella rete interna delle idee migliori e dei lavori migliori”.
L’ultima versione di Yammer, presentata alla TechCrunch Disrupt Conference dello scorso settembre, viene potenziata con nuove applications. La piattaforma di apps promette di estendersi progressivamente, e per il momento include:
– Sondaggi: consente di creare sondaggi per chiedere alle persone interne all’organizzazione la propria opinione su una domanda o una scelta aziendale.
– Eventi: l’organizzazione di eventi aziendali è gestita da questa apps che consente di tenere traccia dei partecipanti all’evento e di linkare l’evento nel proprio calendario.
– Link: un modo di condividere i link aggiungendo una preview.
Strumento di collaborazione per eccellenza e leader di mercato in ambito intranet aziendali, Microsoft SharePoint non è rimasto certamente al di fuori dell’area sociale, e nella versione 2010 ha potenziato il My Site consentendo di seguire l’attività di altri utenti e aggregare le informazioni in un unico posto incentivando il microblogging. Sono molte le società di sviluppo che hanno prodotto web part di SharePoint in grado di gestire al meglio il microblogging: Newsgator Social Sites è probabilmente la soluzione più completa, utilizzata da clienti eccellenti come Accenture: “Social Sites ha consentito di aumentare la consapevolezza nel momento in cui le persone potevano riunirsi in comunità e interagire. I feedback dai nostri utenti sono stati molto espliciti, del tipo: non avevo idea che esistesse una comunità di professionisti in quella particolare area”, ha dichiarato Kevin Dana, Director of Social Computing & Collaboration, Accenture.
La stessa Yammer ha rilasciato la sua Web Part per SharePoint, consentendo una facile integrazione all’interno della intranet aziendale.
Clearvale si definisce “the first network-of-networks for the social enterprise”. Strumento di collaborazione interna ed esterna, consente di condividere informazioni con i colleghi, organizzare team virtuali con partner esterni, interagire con i clienti. La creazione di piccole reti (fino a 50 membri) è gratuita: in questo modo piccole aziende o team possono facilmente testare il prodotto in tutte le sue funzionalità come profili utente, servizi di file sharing, blog, wiki, community e servizi di supporto al cliente. Il tutto, ovviamente, disponibile anche su piattaforme mobili.
Una ricerca pubblicata da Wainhouse Research nella scorsa primavera sull’uso dei social network in ambito aziendale (figura 1) mostra come 6 intervistati su 10 facciano uso di social network sia in ambito personale sia in ambito aziendale (1 su 10 li usa solo a livello professionale, 2 su 10 solo a livello personale e solamente il 9% dichiara di non fare uso di social networks).
Figura 1 – Utilizzo di social network in ambito aziendale
Il primo social network di uso personale è ovviamente Facebook con il 92% delle preferenze; percentuale che sale al 99% per Linkedin in ambito professionale. Solo il 27% degli intervistati dichiara di avere accesso a un social network interno all’azienda. Tuttavia il 50% utilizza comunque strumenti di collaborazione (al primo posto Microsoft SharePoint).
Non tutti i casi di enterprise social network sono però da considerarsi di successo. Molti progetti vengono abbandonati dopo pochi mesi di attività per scarsa partecipazione degli utenti. La mail continua a essere il principale strumento di convisione della conoscenza, pur essendo altamente inefficiente (dal momento che siamo sovraccarichi di messaggi) e inadatta (in quanto forma di comunicazione prevalentemente unidirezionale e poco collaborativa).
Secondo Andrea Rubei, VP & General Manager Emea & Latam di BroadVision, la scarsa partecipazione deriva dal fatto che “l’adozione dell’Esn richiede il cambiamento del modo di lavorare, sia a livello individuale che aziendale, e questo è molto difficile da realizzare […] i ruoli cambiano: nelle applicazioni Web tradizionali (Web 1.0) tutto è nelle mani dell’It dalla realizzazione del sito alla pubblicazione dei contenuti e il resto dell’azienda è relegato al ruolo di end-user. Nel mondo dell’Esn, tutti sono incoraggiati a partecipare anche alla costruzione del sito e alla pubblicazione dei contenuti, e questo cambiamento non sempre è facile da assimilare.”
Inoltre, come afferma il guru dell’usabilità Jackob Nielsen, “l’uso estensivo di social media interni spezza le barriere comunicative. Questo è un bene ma potrebbe spaventare le persone abituate a detenere il monopolio dell’informazione e della comunicazione. […] Le comunicazioni aziendali devono adattarsi alla cultura in tempo reale dei social media e devono diventare molto più proattive che in passato. Procedure che richiedevano giorni o settimane per l’approvazione dovranno drammaticamente snellirsi, oppure perderanno il passo. Si parla di cambiamento aziendale e organizzativo, non semplicemente di strumenti 2.0”.
L’aspetto positivo è che “non è necessario convincere o pianificare formazione all’uso di questi stumenti per il personale più giovane in azienda: se li aspettano e sono in grado di integrarli nel proprio lavoro altrettanto facilmente di quanto già fanno nella propria vita personale”.
* Alberto Mari è business development manager di .Fox Networks e ha un suo blog