Rivoluzione IP: sfide e opportunità per utenti e fornitori

Riduzione dei costi e semplificazione di gestione rappresentano oggi i due principali motivi che spingono verso l’adozione di un’infrastruttura di comunicazione convergente sul protocollo internet (voce-dati e fisso-mobile). La sfida è però quella di adottare questa infrastruttura per sviluppare nuovi servizi.

Pubblicato il 20 Feb 2007

imbuto

Che la convergenza su Ip sia un trend ormai ben delineato è assodato. A fare da apripista sono soprattutto i servizi VoIp, che adottati sulla spinta della riduzione dei costi e della semplificazione della gestione, grazie alla diffusa disponibilità di un’infrastruttura convergente abiliteranno l’adozione di applicazioni, capaci di ottimizzare le performance aziendali e rendere possibili processi di business innovativi (in termini di collaborazione fra persone e integrazione fra attività ed applicazioni) come illustrato nell’articolo precedente.
Secondo le analisi di Yankee Group (www.yankeegroup.com ), i servizi Voip raggiungeranno in ambito business un fatturato di 3,3 miliardi di dollari entro il 2010 (erano 840 milioni a fine 2005). I driver primari risultano, da un lato, risparmi facilmente misurabili e, dall’altro, un’eccellente piattaforma convergente per voce e dati capace di migliorare significativamente la gestibilità delle comunicazioni. Anche secondo Forrester (www.forrester.com ) le grandi multinazionali in Europa e Nord America stanno adottando le tecnologie Ip a ritmi sostenuti, determinando, per esempio, un significativo spostamento dei budget internazionali per le telecomunicazioni a favore dei servizi Ip e riducendo al tempo stesso le disponibilità per linee voce tradizionali e tecnologie dati. In una survey (su 714 decision-maker in Nord America e in Europa) effettuata a marzo 2006, focalizzata sull’approccio all’Ip telephony (Ipt), Forrester ha rilevato che il 45% delle imprese intervistate ha sviluppato o sta sviluppando Ipt e un ulteriore 30% sta valutando o è in fase pilota rispetto a questa tecnologia. Inoltre i fattori più importanti che le imprese considerano nell’acquisire centralini basati su tecnologia Ip sono, per il Nord America, l’affidabilità, mentre è il costo per le imprese europee, che sembrano anche essere molto più favorevoli di quelle americane ad utilizzare, nei prossimi tre anni, l’Ipt in una logica di ‘managed service’ (ossia l’esternalizzazione delle attività di gestione della rete, hosting…), atteggiamento che riflette una maggior accettazione dell’impiego dei servizi di provider esterni. La possibilità di affidare a partner, in una logica di servizio, infrastrutture e attvità in precedenza gestite internamente è però abilitata dall’utilizzo di reti Ip, che spostano sempre più il controllo al livello software.
La tendenza alla migrazione a reti Ip anche da parte degli operatori di telecomunicazioni, rende più agevole la scelta di soluzioni miste (proprietarie e hosted) riducendo al tempo stesso la rigida separazione fra reti aziendali e reti pubbliche.
La migrazione a Ip anche in ambito mobility, soprattutto da parte delle imprese europee, è legata al fattore sicurezza, mentre le applicazioni che si affermano con una certa rapidità sono avvisi via Sms, applicazioni di personal information management -Pim (ossia un software che permette di gestire informazioni per migliorare la produttività personale ed aziendale, come e-mail, rubrica, calendari, impegni e scadenze appunti vari), e wireless email.
Saranno gli stessi carrier a vedersi costretti ad offrire nuovi servizi (come gestione e monitoraggio delle reti, sicurezza, Ip centrex, ossia esternalizzazione delle attività tipiche di un centralino) per compensare la riduzione di entrate dal segmento voce, derivante dall’affermarsi delle soluzioni VoIp. “La crescita del mercato VoIp, svolge un ruolo primario nel determinare le capacità di sopravvivenza del settore delle telecomunicazioni a lungo termine – sostiene Taher Bouzayen, senior analyst, Telecommunications Strategies United States, di Yankee Group, che ricorda come attualmente carrier, system integrator e fornitori di apparati offrano una grande varietà di servizi VoIp per il business e che chi ancora non lo fa dovrà partire rapidamente su questa strada.
Secondo un recente analisi Gartner, i carrier, come conseguenza della minor crescita rispetto a quella finora realizzata dai ricavi derivanti dai servizi di telecomunicazione, dai servizi a banda larga e mobili, devono aspettarsi una crescita modesta del proprio fatturato. Per compensare la riduzione delle entrate derivanti dai tradizionali servizi telecom, che tuttora pesano circa l’80%, nei prossimi anni molti carrier investiranno in nuovi mercati (ad esempio media ed It). Ne sono esempi la strategia adottata da Telecom Italia, che punta a diventare una media company, grazie ad accordi con Fox, Mgm e Sony, combinado larga banda e distribuzione di contenuti, e la partnership fra Bt Global Services e Hp per offrire servizi integrati. Tentativi questi non sempre destinati al successo, secondo Gartner, per la scarsa conoscenza da parte dei carrier di questi mercati. Gli analisti, mettendo in guardia le imprese dai rischi che potrebbero derivare, in termini di difficoltà di selezione dell’offerta e della negoziazione, da pacchetti di offerta di servizi di comunicazione sempre più complessi, prevede per l’industria delle telecomunicazioni spese miliardarie per tentare di sopravvivere alla rivoluzione Ip.

Le criticità sul tappeto
Spostandosi sul versante delle imprese, sempre secondo la valutazione di Gartner (www.gartner.com ) nonostante la maturità della tecnologia, la diffusione delle reti Ip e delle esigenze del mercato, l’adozione della comunicazione unificata, resta però ancora lenta e un’adozione massiccia non ci sarà prima del 2008. “Le imprese devono comprendere ancora bene il legame fra comunicazione e processi di business”, è il commento di Steve Blood, Vp research di Gartner, che identifica nelle persone l’elemento di principale rallentamento. Il consiglio di Forrester, soprattutto alle aziende che operano in contesti altamente competitivi, è però di valutare attentamente come le comunicazioni unificate possano accelerare il loro time-to-market e creare una forza lavoro più produttiva. Il mercato italiano, secondo Roberto Zanchi, partner Netconsulting, si sta muovendo trainato soprattutto dalle realtà più grandi, complesse e distribuite (del mondo finanziario e dei servizi, ad esempio) che hanno capacità di investimento e che sono capaci di trarre ritorni misurabili. “Le realtà maggiormente strutturate riescono più facilmente a cogliere gli elementi di vantaggio derivanti dalla comunicazione unificata su Ip”, commenta Zanchi, sostenendo che un ruolo determinante in questa direzione viene dall’evoluzione del ruolo del Cio, il quale, a volte considerando l’area della convergenza estranea alla sua sfera di competenza prevalentemente It e considerandola un elemento di complicazione, può rappresentare un freno anziché uno stimolo.


I TIMORI DI SCARSA AFFIDABILITÀ DEL VOIP
Da un sondaggio condotto, tra 300 responsabili IT di grandi realtà aziendali europee, per conto di Compuware (www.compuware.it) da Omniboss, divisione Enterprise della società di ricerche di mercato Vanson Bourne, risulta che il 73% dei responsabili IT europei intervistati è tuttora preoccupato della qualità e affidabilità della tecnologia VoIp . La principale causa di questi timori deriverebbe dal fatto che oltre un terzo (39%) delle aziende non realizza un profilo delle prestazioni delle applicazioni vocali prima dell’implementazione e non è quindi in grado di prevedere l’impatto che avranno sulla rete. Inoltre non vengono implementate correttamente strategie atte a monitorare la qualità delle chiamate VoIp una volta che il sistema è installato. Il sondaggio ha inoltre rivelato che il 72% dei reparti IT assume un approccio di tipo globale al monitoraggio della rete, analizzando solo l’uso complessivo della rete, anziché esaminare i comportamenti individuali e l’utilizzo di ogni applicazione. Se, ad esempio, una chiamata VoIP è caratterizzata da un’elevata frammentazione della voce, probabilmente a causa di un problema in uno dei nodi della rete, questo aspetto potrebbe passare inosservato perché VoIP non genera necessariamente un elevato volume di traffico, anche se la qualità della chiamata è inadeguata. Il 46% degli intervistati ha invece ammesso di avere semplicemente aumentato l’ampiezza di banda per risolvere i problemi di utilizzo.

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