Videoconferenza: per Ayno è una “missione”

Luciano Zoccoli, direttore generale della società italiana con sede a Roma e Milano, ci ha creduto già dalla fine degli anni ’90: “Non provengo dal settore tecnologico, ma ho creduto da subito che la videocomunicazione fosse un’idea intelligente nella quale investire”, dice a ZeroUno. E i numeri gli hanno dato ragione!

Pubblicato il 23 Apr 2009

MILANO – Progettare, implementare e mantenere un sistema di videocomunicazione è il core business di Ayno Videoconferenze, società tutta italiana, partner di Polycom e Tandberg, i due principali player del settore che occupano oltre il 70% del mercato.
“Ci occupiamo solo di videocomunicazione”, dice Luciano Zoccoli, managing director di Ayno. “Non facciamo altro. Abbiamo deciso di focalizzarci in questo settore ormai da diversi anni e ritengo che la scelta di forte specializzazione effettuata sia stata vincente”.
Ayno nasce nel 2000 con una forte focalizzazione sulle soluzioni di collaborazione a distanza e integrazione di terminali di videoconferenza. Partner certificato di Polycom già dal 2000 e di Tandberg dal 2005, l’azienda ha finora sempre registrato crescite strutturali e di business; il fatturato nel 2008 sfiora i 4 Milioni di Euro, con una crescita del 18% circa rispetto all’anno precedente. I numeri confermano quindi l’intuizione del direttore generale della società che già alla fine degli anni ’90 ha creduto “Nella tecnologia innovativa legata ai sistemi di videocomunicazione e nella possibilità di sviluppare nuovi modelli di business basati sulla collaborazione a distanza”.
Tematiche di cui oggi si parla continuamente anche in ottica di maggior efficienza, risparmio dei costi e piani di eco-sostenibilità. “Oggi le tecnologie sono molto migliorate rispetto al passato e quando parliamo di videoconferenza non pensiamo più alle grandi sale dei direttori con sistemi complessi e spesso inutilizzati – dice Zoccoli -. I sistemi disponibili sul mercato attualmente rendono possibili riunioni virtuali in cui le persone si vedono a grandezza naturale e hanno davvero l’impressione di essere vicine, potendo per altro collaborare efficacemente anche scambiandosi dati, documenti, informazioni in modo semplice, naturale e veloce”.
E nonostante la concorrenza sia cresciuta, gli attori sul mercato siano più numerosi e le declinazioni di prodotto si siano moltiplicate negli ultimi 5 anni, Zoccoli ritiene che “Il mercato italiano sia ricettivo”. “I nostri prodotti – dice il numero uno di Ayno – funzionano meglio nelle economie di crisi dove cresce l’attenzione ai costi e si studiano soluzioni di maggior efficienza produttiva. Non vorrei essere troppo ottimista, ma mi attendo buoni risultati anche per il 2009”.
Risultati che dovrebbero arrivare da aziende di tutte le dimensioni e dei più svariati settori. “Lo spaccato della nostra clientela è molto variegato”, spiega Zoccoli. “Andiamo dall’azienda medio-piccola alla grande multinazionale, offrendo, naturalmente, soluzioni diverse a seconda delle necessità”. E su questo punto Zoccoli insiste facendo una precisazione: “La comprensione delle reali esigenze delle imprese che scelgono la videocomunicazione è fondamentale. Ci si può dotare delle migliori tecnologie disponibili sul mercato ma questo non basta ad avere un Roi effettivo. Per arrivare ad avere dei benefici bisogna, prima di tutto, capire di cosa si ha davvero bisogno e, soprattutto, cosa si vuole ottenere. E per raggiungere il risultato sperato bisogna prendere coscienza del fatto che sono necessarie alcune revisioni dei processi di business”.
“Ciò non deve spaventare, ma è bene che le aziende comprendano che un fattore critico di successo nell’investimento in videocomunicazione è rappresentato proprio dall’adeguato disegno dei processi che possono trarre beneficio dall’impiego di questi strumenti”, conclude Zoccoli.

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