Infrastrutture e architetture IT devono evolversi e modellarsi nello stesso modo in cui con la trasformazione digitale, i mercati e gli obiettivi di business cambiano. Già nel 2018 Gartner aveva individuato nelle architetture applicative DIH Digital Integration Hub, un elemento abilitante per i progetti di trasformazione digitale e per migliorare la customer experience (figura 1). Le architetture DIH che aggregano i diversi sistemi di back-end attraverso un data store unico e scalabile insieme alle architetture basate su API sono fondamentali per fornire esperienze di omnicanalità così importanti per gli obiettivi di business.
Per capire in che modo le infrastrutture IT possono far evolvere il business adattandosi agilmente ai continui input che arrivano dal mercato, Intesys ha dedicato un’intera giornata all’evento Headless & API date. Una seconda edizione organizzata in collaborazione con Liferay, completamente online ma in continuità con la prima di ottobre 2019, e che come introduce Alessandro Caso, Digital director di Intesys: “Ha scelto come obiettivo principale non solo quello di condividere una visione tecnica su come attuare e governare la trasformazione digitale attraverso le architetture IT ma soprattutto, di raccontare attraverso l’esperienza e i casi d’uso in che modo le architetture performanti in un mercato evoluto siano la chiave per rispondere ad esigenze specifiche e allo stesso tempo ampliare la visione di business iniziale”.
Come scegliere l’Architettura IT
“Il patrimonio aziendale è sottoposto sempre più ai nuovi progetti di trasformazione digitale”, ha tenuto a precisare Paolo Quaglia, API strategist & IT expert di Intesys ma allo stesso tempo, le aziende sono ancora troppo spesso basate su sistemi core monolitici dove l’insieme di front-end e back-end rallenta qualunque evoluzione possibile e ogni modifica che viene effettuata, impatta sull’intero sistema rendendolo instabile e difficile da scalare.
Ma qual è l’architettura perfetta che un’organizzazione aziendale ancora troppo spesso basata su una visione a silos, deve adottare?
“L’architettura definitiva non esiste” afferma Paolo Quaglia “non esistono soluzioni definitive perché non sarebbero al passo con i cambiamenti a cui le aziende sono costantemente sottoposte. Oggi è necessario adottare metodologie che supportino le aziende verso la crescita costante con un impatto su processi, tecnologie e ruoli tra persone”.
Anche le architetture IT devono contenere in sé più caratteristiche ed essere evolutive, adattive e basate su piattaforme API e microservizi o applicativi con servizi indipendenti in grado di funzionare l’uno indipendentemente da altri.
“Le aziende” spiega Quaglia “hanno due modi diversi di affrontare questo tipo di approccio.
Possono cercare di costruire queste architetture con una logica step by step partendo da sistemi legacy oppure affidarsi ad una piattaforma. Mia Platform, ad esempio, semplifica tutte le diverse tecnologie appoggiandosi ugualmente a sistemi legacy, ma è già pronta riducendo, così, i tempi di implementazione”.
Integrare servizi API con partners esterni: il caso Arag
Il core business di Arag è la tutela legale che offre attraverso una rete di partner tra compagnie assicurative, broker e banche. Un modello di business che implica la necessità di interfacciarsi in modo continuo con terzi e gestire i tanti flussi di informazione. Da qui la scelta di integrare i servizi API con i partner esterni.
“La scelta di integrazione”, racconta Francesco Spadi, technology & digital enablement Vice President dell’azienda “si è rivelata una strategia positiva e vincente”. Il percorso ha visto il passaggio da singoli servizi a servizi strutturati e integrati in una piattaforma digitale per la gestione dei sinistri basata su API standard e costruita secondo la metodologia API First. Niccolò Pasquetto IT engineer di Intesys che ha seguito il progetto ha definito la piattaforma per i partner come ecosistema di API che non ha solamente una funzione tecnica di integrazione ma è un vero e proprio prodotto. “Dal punto di vista tecnico”, spiega Pasquetto, “quando un assicurato stipula una polizza se c’è tutela legale interviene Arag da qui l’importanza dello scambio di dati con chi stipula le polizze assicurative. I touchpoint sono tanti e i dati devono essere real time”. Gli obiettivi principali per la realizzazione dell’ecosistema API si sono focalizzati su integrazioni veloci e evolvibili e sulla creazione di un ecosistema orientato agli sviluppatori e frictionless, senza attrito, con al centro proprio le esigenze dell’utilizzatore. La metodologia API first basata su un approccio outside in è stata sviluppata partendo dal design con criteri e step ben precisi.
Un approccio user-centered delle API veri e propri prodotti da offrire sul mercato per soddisfare i bisogni degli utenti ovvero gli sviluppatori che cercano API facili da usare e ben documentate. Il risultato è una integrazione multicanale attraverso un progetto snello dove il partner è in grado di realizzare velocemente le proprie UI e con una disponibilità delle API fin da subito; dove le documentazioni non sono un ostacolo e c’è sempre la possibilità di aprire a nuove partnership. “Per noi oltre i feedback positivi dei nostri partner” continua Francesco Spadi “è determinante la velocità e la semplicità che abbiamo raggiunto con questo approccio e continueremo a evolvere verso piattaforme digitali che abbiamo al centro il tema della API con ulteriori investimenti”.
L’esperienza omnicanale di Trenord
Trenord è una joint venture che opera nel trasporto ferroviario passeggeri della Regione Lombardia con più di 4mila dipendenti e con una iniziale esigenza di business: sviluppare la nuova applicazione mobile. Allo stesso tempo, l’azienda decide di evolvere e sviluppare nuovi servizi e attraverso Mia Platform di offrire una piattaforma digitale unica. Non si limita, quindi, ad aggregare tutti i dati utili ai viaggiatori, ma struttura microservizi ben definiti attraverso l’esposizione di API messe a disposizione di terze parti. Ad esempio, Moovit l’app che a sua volta ha messo a disposizione dei suoi utenti i dati di marcia dei treni gestiti da Trenord. Questo ha permesso di monetizzare i dati e far evolvere i vari touchpoint in modo indipendente. “Trenord oggi è una piattaforma con una risposta al mercato molto rara” spiega Nicolò Cambiaso Erizzo, senior marketing manager di Mia Platform “in poche settimane durante la prima fase di lockdown dovuta al covid-19 grazie all’architettura flessibile, ha ricomposto l’offerta e messo in tempo reale lo stato di affollamento delle carrozze rispondendo ad esigenze concrete dei propri utenti”. Il nuovo sistema di prenotazioni dei posti sui treni tuttora funzionante.
L’autonomia di sviluppo di Cattolica Assicurazione
L’esigenza di Cattolica Assicurazioni, invece, era legata alla realizzazione di una applicazione per uso interno in grado di centralizzare le informazioni e migliorare i processi di lavoro nelle diverse unità. Ad un anno di sviluppo, la piattaforma realizzata è diventata un asset fondamentale B2B e B2C con una riduzione del time-to-market come conseguenza della semplificazione dei processi di DevOps; una governance strutturata sul modello open-source chiara e il pieno controllo e autonomia da parte dei team. Un modello che semplifica la vita ai team di sviluppo, favorisce l’onboarding, permette il dialogo tra le parti e rende tutto più rapido. Inoltre evita la duplicazione di logiche e servizi.
“La complessità spesso può generare un debito tecnico” afferma Nicolò Cambiaso di Mia Platform a cui Cattolica Assicurazioni ha saputo rispondere anche attraverso soluzioni di orchestrazione delle API come Kubernetes strumenti flessibili e autonomi per i team di sviluppo. La tecnologia open source, infatti, attraverso l’orchestrazione di applicazioni containerizzate è risultata fondamentale per la gestione dei microservizi. La omnicanalità comporta un notevole aumento sottoponendo i sistemi legacy ad un affaticamento dell’infrastruttura: le soluzioni di orchestrazione delle API come Kubernetes possono prevenire queste situazioni.
Infine, per migliorare l’esperienza omnicanale e renderla coerente attraverso l’aggregazione dei processi in un’unica piattaforma, Lorenzo Carbone presales engineer di Liferay Italia ha illustrato l’utilizzo di DXP la Digital Experience Platform. La soluzione che vede un sistema strutturato di contenuti e permessi basato su CMS Headless.