Mercati

Blockchain & Distributed ledger, ecco i dati 2019 dell’Osservatorio del Politecnico di Milano

Il 59% delle aziende italiane ha avviato progetti che utilizzano la tecnologia della catena o è pronto a farlo: il 3% di queste ha già progetti operativi, il 35% ha delle sperimentazioni iniziate e il 21% ha intenzione di attivarle nei prossimi 12 mesi. Sono alcuni risultati emersi dalla ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano presentata oggi

Pubblicato il 01 Mar 2019

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Nel 2018 le aziende italiane hanno speso in tecnologie blockchain e distributed ledger circa 15 milioni di euro. È uno dei dati resi noti stamattina in occasione della presentazione della ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano, che è stata illustrata durante il convegno dal titolo L’Universo dell’Internet of Value, tra le galassie della Blockchain che si è svolto a Milano al Campus Bovisa, al quale hanno partecipato i principali protagonisti del mercato italiano e internazionale.

“Il crollo del valore delle criptovalute – ha commentato Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger – non ha rallentato l’evoluzione e la diffusione della blockchain tra le aziende, che anzi ha registrato una forte crescita nel numero degli annunci e dei progetti operativi. In Italia soltanto il 3% delle grandi imprese ha progetti già operativi e gli investimenti sono ancora limitati, anche perché la maggior parte delle aziende ha una conoscenza scarsa di questa tecnologia, ma è prevista una crescita nei prossimi anni. Per cogliere i vantaggi di questa rivoluzione sarà necessario lavorare sulle barriere che in questo momento ne stanno limitando l’uso: la mancanza di competenze, la scarsità delle risorse a disposizione e la difficoltà nel valutare i benefici attesi”.

Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger

“La tecnologia Blockchain – ha affermato Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger – è molto maturata in questo ultimo anno, grazie anche agli sforzi della community di sviluppatori per far evolvere le piattaforme di Distributed Ledger che compongono l’Internet of Value, un sistema che permette lo scambio di beni di valore senza intermediari e in modo programmabile attraverso i cosiddetti smart contract. Oltre a Bitcoin (nata nel 2008 dal famoso paper di Satoshi Nakamoto), ve ne sono oltre 800 con caratteristiche differenti. Lo sviluppo di una moltitudine di piattaforme può suscitare una domanda: quale di queste prevarrà nel lungo termine? In questo scenario, molte piattaforme di scambio di valore coesisteranno, insieme ai rispettivi token, che verranno utilizzati per finalità diverse”.

Francesco Bruschi, Direttore dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger

La tecnologia blockchain nel mondo

Sono 579 i progetti di Blockchain nel mondo di aziende e governi nel triennio 2016-2018, di cui 328 negli ultimi dodici mesi (+76% rispetto al 2017). La grande attenzione mediatica attorno alla tecnologia della “catena dei blocchi” ha spinto la crescita degli annunci (il 59% del totale dei casi del 2018, +94%), ma sono in aumento anche i prototipi (27%) e i progetti già operativi (14%), che insieme hanno registrato un incremento del +56%, segno di una crescente maturità.

Figura 1 – I casi di Blockchain e distributed Ledger nel mondoFonte: Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano

L’area con la più alta densità di casi di applicazione nell’ultimo triennio è l’Asia, col 32% dei progetti, seguita da Europa (27%), America (22%) e da Oceania e Africa (5%), mentre il restante 14% è costituito da progetti multi continentali. Gli Stati Uniti, invece, guidano la classifica dei singoli paesi con più progetti (17%), seguiti da Giappone (oltre il 7%), Cina (7%), Regno Unito (4%) e Corea del Sud (4%). Anche l’Italia registra un forte fermento e si posiziona per numero di progetti al terzo posto in Europa, dopo Regno Unito e Germania.

Le aziende che hanno attivato sperimentazioni di Blockchain preferiscono affidarsi a piattaforme private (90% dei 448 casi in cui viene dichiarata la tipologia di soluzione utilizzata) piuttosto che a piattaforme pubbliche (10%). Fra i 318 casi in cui viene indicata la piattaforma impiegata, le più diffuse sono Hyperledger (75 progetti, 24%) e nuove piattaforme Blockchain sviluppate appositamente (altri 75 casi, 24%), seguite da Ethereum (49 casi, 15%), Corda (35 casi, 11%), Ripple (22 casi, 7%) e Bitcoin (7 casi, 2%). I restanti 55 progetti si affidano a piattaforme minori (17%).

Figura 2 – I casi e i processi di blockchain analizzati a livello internazionaleFonte: Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano

Le imprese del settore finanziario continuano a essere le più attive nelle sperimentazioni della “catena dei blocchi”, con 280 progetti nel triennio, ma il loro peso sul totale è passato dall’80% del 2016 al 55% del 2017 e al 48% del 2018, segno che sono partite prima degli altri ma che stanno anche crescendo i progetti portati avanti in altri settori. Seguono le pubbliche amministrazioni (59 casi, 10%), gli operatori logistici (44 casi, 8%), le aziende dell’agroalimentare (31 casi, 5%), i media (29 casi, 5%), le utility (25 casi, 4%) e le imprese di altri settori (111 casi, 20%). La blockchain trova applicazione soprattutto nella gestione dei pagamenti (138 casi, 24%), nella gestione documentale (137 casi, 24%), nella tracciabilità di filiera (126 casi, 22%) e nel mercato dei capitali (82 casi, 14%). L’incidenza di questi quattro processi rimane costantemente attorno all’80% del totale nei diversi anni (l’80% nel 2016, l’83% nel 2017 e l’84% nel 2018).

Applicazioni della blockchain in Italia, quali budget e competenze?

Nel 2018 le aziende italiane hanno speso in tecnologie blockchain e distributed ledger, come anticipato, circa 15 milioni di euro, con 150 casi suddivisi fra corsi di formazione e consulenza strategica per comprendere modalità e ambiti applicativi di questa tecnologia (50, avviati da imprese che devono ancora orientarsi sul tema), consulenze per conoscere le diverse piattaforme e sviluppare progetti pilota (80, attivati da aziende che hanno già una conoscenza di base della Blockchain), progetti operativi (10) e ICO (Initial Coin Offering, 10 casi attivati da startup). Fra questi soltanto 19 hanno avuto visibilità mediatica. Al momento le aziende che investono in progetti di blockchain e distributed ledger sono solo quelle di grandi dimensioni e le startup che cercano supporto operativo nella realizzazione di ICO.

Il 59% delle aziende ha avviato progetti o è pronto a farlo, fra cui il 3% ha già progetti operativi, il 35% ha delle sperimentazioni iniziate e il 21% ha intenzione di attivarle nei prossimi 12 mesi. Il restante 41% non ha ancora lanciato progetti, ma il 31% di queste si sta informando per capire cosa fare. Le principali barriere all’adozione della tecnologia blockchain sono la mancanza di competenze, la difficoltà nel valutare i benefici attesi e la scarsità delle risorse a disposizione. La maggior parte delle aziende, infatti, non ha né un budget né un team dedicato alla blockchain. Il 59% delle imprese non ha stanziato risorse per questa tecnologia nel 2018, il 30% ha un budget inferiore a 100mila euro, il 7% ha preventivato risorse comprese tra 100mila e 500mila euro e solo il 4% ha investito più di 500mila euro. Oltre un’impresa su tre non ha nessuna figura in organico impegnata sul tema (36%), il 17% ha più persone ma non in modalità strutturata, il 39% delle aziende ha affidato il compito al team innovazione e solo l’8% ha un delle figure dedicate.

Figura 3 – Le difficoltà rispetto all’implementazione della blockchainFonte: Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano

Da un sondaggio condotto dall’Osservatorio su 61 grandi aziende italiane emerge come la conoscenza di queste tecnologie sia ancora scarsamente diffusa: il 31% del campione non sa cosa siano la Blockchain e gli strumenti Distributed Ledger, il 43% ha una conoscenza sufficiente e solo il 26% conosce bene la tecnologia. Anche le aspettative sull’impatto della Blockchain sono ancora ridotte: solo un’azienda su tre (32%) ritiene che sarà una rivoluzione, per il 61% si limiterà a migliorare alcuni processi e per il 7% non ci sarà alcuna influenza. Se si restringe il campo al proprio settore, solo il 16% del campione prevede un forte impatto, per il 54% l’effetto sarà medio, mentre il 30% ritiene che avrà un’influenza limitata. I settori che saranno più trasformati sono la finanza (secondo il 36% dei rispondenti), la logistica (30%) e la gestione dei diritti di proprietà (18%).

Il Convegno è stato l’occasione per ulteriori approfondimenti ai quali ZeroUno dedicherà specifici articoli.

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