Applicazioni enterprise e mobilità: la visione di Google

Il vendor propone alle aziende soluzioni che prescindono dal tipo di dispositivo o sistema operativo e fanno leva su applicazioni già utilizzate nel mondo consumer (o sono fortemente integrate con esse). Il tutto unito a funzionalità che puntano a offrire elevati livelli di servizio e di sicurezza

Pubblicato il 30 Apr 2013

La diffusione degli strumenti di mobilità come gli smartphone e i tablet ha cambiato il modo di lavorare. Di conseguenza, insieme al cloud e ai social media, la mobility è uno dei driver principali dei cambiamenti dell’It aziendale. “Ormai tutte le imprese – conferma Luca Giuratrabocchetta, che in Italia guida la divisione Enterprise di Google – hanno iniziato a costruire una propria strategia mobile. In passato, molte delle strategie incentrate su specifici device hanno condotto a un fallimento perché c’erano i dispositivi ma non le applicazioni in grado di valorizzarli. Adesso la maggior parte delle strategie partono dalle applicazioni. Si cerca di capire quali siano le esigenze dei clienti, si adottano le applicazioni più adatte all’utilizzo mobile o si adattano quelle esistenti all’uso in mobilità; solo successivamente avviene la scelta del dispositivo”.

Dal momento che sempre più utenti desiderano usare nell’attività lavorativa gli stessi device che già utilizzano nella vita privata, e che molto spesso sono più potenti degli strumenti che le aziende mettono a disposizione, secondo Giuratrabocchetta è opportuno che le applicazioni da fruire in mobilità siano il più possibili “agnostiche” rispetto alla piattaforma hardware su cui devono girare. Un esempio sono le stesse applicazioni di Google – come le Apps, Google Map o le soluzioni di ricerca – che sono supportate indifferentemente dai device mobili Apple iOs, Android, Rim Blackberry, Windows Phone e così via. “L’indipendenza delle applicazioni dal tipo di device e sistema operativo mobile – sottolinea Giuratrabocchetta – consente di evitare il ritorno a un’epoca in cui le applicazioni business funzionavano solo su una tecnologia, il che legava l’It di un’azienda a un singolo vendor o tipo di piattaforma hardware. Oggi le tecnologie si evolvono rapidamente. Se le applicazioni sono aperte, è possibile passare da una piattaforma all’altra, sfruttando quella più innovativa del momento”.

Un altro aspetto da tenere in considerazione, secondo il manager di Google Enterprise, è che l’utilizzo dei device mobili tende a rompere le barriere sia fra i dispositivi personali e aziendali/verticali, sia fra le applicazioni consumer e business. Ovviamente ci sono applicazioni mobili che devono essere tagliate su misura delle esigenze aziendali, offrire elevati livelli di sicurezza e di servizio, essere integrabili con gli applicativi “core” (Erp, Crm, business intelligence e così via). Ma anche in questo caso, l’integrazione con le soluzioni consumer può rappresentare un vantaggio. “Gli utenti aziendali – spiega il country manager italiano di Google Enterprise – non amano molto le modifiche delle applicazioni It, perché implicano nuovo training e cambiamenti nel modo di lavorare. Se nel modernizzare le soluzioni legacy si adottano applicazioni che gli utenti conoscono già, perché le utilizzano nella loro vita privata, il change management diventa più semplice e conveniente”.

Quale approccio ha, infine, Google nei confronti della gestione delle applicazioni mobili e, di conseguenza, dei dispositivi e degli utenti che le utilizzano? “Tutte le nostre applicazioni – spiega Giuratrabocchetta – integrano funzionalità di Mobile Device Management. Grazie a esse, sui dispositivi mappati possono essere eseguite operazioni quali inventario, applicazione di policy, upgrade software e persino wiping dei dispositivi nel caso i device vengano smarriti o rubati. Tutto da un’unica console fornita gratuitamente e trasversale alle applicazioni”.

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