Architetture applicative: nuovi paradigmi per lo sviluppo dei sistemi informativi

Enterprise Architecture sempre più strategica per le aziende, come confermano gli ultimi dati dell’Osservatorio Enterprise Application Governance dal quale emergono con chiarezza quali sono i paradigmi di maggior impatto sull’evoluzione delle architetture e sulle logiche di sviluppo del software

Pubblicato il 09 Gen 2017

Uno dei filoni di indagine dell’Osservatorio Enterprise Application Governance (Osservatori Digital Innovation, School of Management Politecnico di Milano), i cui risultati sono stati recentemente presentati a Milano dal ricercatore senior, Massimo Ficagna, riguarda l’evoluzione delle architetture applicative dei sistemi informativi sulla cui influenza incidono paradigmi quali:

Di questo servizio fa parte anche il seguente articolo:

LE TENDENZE – Application Governance: i trend che spingono alla revisione del parco applicativo
  1. modelli architetturali come quelli dei microservizi (figura1): “dalle architetture monolitiche fino alle Soa per arrivare oggi ai più moderni microservices, così sono cambiati i paradigmi architetturali nell’ultimo decennio”, afferma Ficagna.

    “A spingere verso questi nuovi modelli sono fattori quali: aggiunta incrementale di nuove funzionalità alle applicazioni esistenti; gestione trasparente dell’evoluzione dei singoli servizi; maggiore scalabilità e riutilizzo delle risorse… tutti elementi che coincidono con una maggiore agilità dell’It e velocità di sviluppo e rilascio delle applicazioni”;

  2. Api management (figura 2): cambiano le modalità di integrazione dei sistemi e dei servizi, si sta passando dal ‘vecchio’ modello di Enterprise Service Bus a quello delle interfacce applicative (standard ed open) che incorporano tutte le funzionalità necessarie a unificare i diversi sistemi

    (‘vecchi’ e ‘nuovi’, interni ed esterni all’It);

  3. Domain-driven design (figura 3): nello sviluppo delle applicazioni sta diventando sempre più rilevante definire il contesto (bounded context) in cui si applica un modello (cioè il sistema di astrazioni che descrive determinati aspetti di un dominio applicativo);

    l’approccio per lo sviluppo software utilizzato è quello del Domain-driven design che ha come obiettivo l’accelerazione e la semplificazione di progetti complessi lavorando su modelli multipli disaccoppiando i sottodomini per snellire la governance;

  4. sourcing di servizi applicativi (con modelli di hybrid It) (figura 4): i dati dell’Osservatorio testimoniano un forte ricorso ai modelli di cloud pubblico per l’accesso via Saas a componenti applicative e funzionalità standard, magari da integrare con capacità più

    specifiche il cui sviluppo rimane interno all’It aziendale;

  5. nuovi modelli di governance delle architetture (figura 5): le imprese stanno dedicando una quota crescente di personale a queste attività. “Circa un’azienda su tre (34%) ha creato unità organizzative apposite, nel 18% dei casi già consolidate da tempo”, spiega Ficagna. Il 25% del campione, pur non dedicando unità vere e proprie alla funzione, ha inserito figure con competenze verticali di Enterprise Architecture.

    Le principali attività svolte da queste figure sono la definizione delle linee guida per lo sviluppo applicativo (33%), la partecipazione attiva in progetti di sviluppo (32%) e la gestione dell’architettura a livello infrastrutturale (30%).

I driver di investimento

Figura 6: il peso degli investimenti delle aziende destinati all’evoluzione delle architetture applicative aziendali (fonte: Osservatorio Enterprise Application Governance – Osservatori Digital Innovation, School of Management Politecnico di Milano)

Durante il convegno Ficagna ha presentato anche la predisposizione di investimento delle aziende (estrapolata dall’analisi di un campione di 55 Cio coinvolti dall’Osservatorio nello specifico sull’analisi delle evoluzioni delle architetture enterprise) sottolineando come le aziende “stanno dimostrano di essere pronte a investimenti importanti per adeguare la propria architettura applicativa. Il 33% di esse investe molto e in maniera continuativa in iniziative di razionalizzazione ed evoluzione dell’architettura informativa; un altro 33% destina molte risorse anche se in modo discontinuo, il 29% investe poco e solo il 5% dedica quote marginali di budget o non investe affatto in questa direzione” (figura 6).

Figura 7: i benefici raggiungibili da un piano di evoluzione delle architetture applicative (fonte: Osservatorio Enterprise Application Governance – Osservatori Digital Innovation, School of Management Politecnico di Milano)

Dalle testimonianze di coloro che indirizzano quote sostanziose di investimento, infine, è possibile tracciare un quadro dei benefici derivanti da una corretta gestione dell’Enterprise Architecture aziendale (figura 7): secondo il 58% delle imprese coinvolte nella ricerca, il principale effetto positivo è la capacità di rendere il sistema informativo più flessibile e pronto per rispondere alle richieste di business; seguono la possibilità di fornire un indirizzo strategico e uniforme alle differenti scelte architetturali (57%) e la riduzione della complessità del parco applicativo (36%).

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